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Dio? È laico come me. Un libro del teologo Castillo

Dio? È laico come me. Un libro del teologo Castillo

Tratto da: Adista Notizie n° 42 del 07/12/2019

40052 BOLOGNA-ADISTA. Cominciamo dall’autore, che è una delle personalità più rilevanti della teologia progressista contemporanea. Si tratta di José Maria Castillo, gesuita, teologo profondamente radicato nel Concilio e per questo spesso eccentrico rispetto alla visione teologica ed ecclesiologica di Giovanni Paolo II e di Ratzinger. Per questo, fu allontanato dall’insegnamento proprio da Joseph Ratzinger, all’epoca prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, nel 1988. Su Adista abbiamo nel corso degli anni parlato e pubblicato di Castillo decine di volte. E la vita di Castillo si è spesso intrecciata con quella del cristianesimo di base italiano. Sin da quando, correva l’anno 1969, fu tra i presbiteri che si alternarono nella celebrazione dell’eucarestia domenicale nella piazza dell’Isolotto, dopo la cacciata di Enzo Mazzi dalla parrocchia.

Passiamo ora al libro: L'umanizzazione di Dio. Saggio di cristologia (pp. 458, euro 35; il libro, senza spese di spedizione aggiuntive, può essere richiesto, al prezzo scontato di 25 euro, ad Adista, tel. 06/6868692; email: abbonamenti@adista.it), appena pubblicato in Italia, dalla casa editrice EdB, dei dehoniani di Bologna. Si tratta di un testo che in Spagna era comparso nel 2010, ma che in italiano non era mai stato tradotto. Grazie all’accurata traduzione di Lorenzo Tommaselli e Dario Culot è ora disponibile anche per i lettori italiani.

Quello di Castillo è un lavoro complesso, cui il teologo spagnolo ha dedicato quasi tre anni. L’intento è quello di comprendere un uomo, Gesù, la sua mentalità, il suo progetto. Il paradosso è però che quel progetto indagato da Castillo, che è stato presentato per secoli come interno al sistema religioso, è stato rifiutato dalla religione, addirittura condannato ed assassinato dal potere religioso, che in seguito hanno poi assunto, interpretato, proposto in maniera univoca la figura di Gesù, controllando, addomesticando e integrando nel sistema il suo dirompente messaggio, narcotizzato dai dogmi cristologici, spesso formulati sotto l’influenza del potere politico.

Questa contraddizione si unisce al fatto che anche i Vangeli vengono tuttora spiegati ed interpretati quasi esclusivamente dall’interno della istituzione religiosa. Un processo di svelamento di Gesù e del suo messaggio non può quindi che avvenire fuori dall'istituzione religiosa. Rimuovendo le costruzioni ideologiche da essa imposte.

Domande sull’inconoscibile

Per farlo, Castillo parte da tre fondamentali presupposti (individuati nel secondo capitolo del libro): la domanda su Dio; la domanda sul Dio escludente; la domanda sul Dio violento. Se non si riflette su tali questioni, per Castillo è difficile capire veramente Gesù. Anzitutto, la domanda su Dio. In cristologia ci si chiede sempre se Gesù è Dio. Il che presuppone che si conosca chi sia Dio, Ma se, come spiega Castillo nel suo lavoro, per definizione Dio è il trascendente, egli trascende tutto quello che noi possiamo comprendere. Perché il trascendente per definizione è quello che si trova al di là del limite ultimo della nostra capacità di pensare. Dio non è un campo immanente della nostra capacità di pensare. Per cui, più che mettere in dubbio l'esistenza di Dio, si tratta di mettere in dubbio le rappresentazioni che noi facciamo di Dio. E di prendere coscienza della contraddizione per cui si pretende di spiegare Gesù, un personaggio storico abbastanza conosciuto, con una realtà assolutamente sconosciuta. La domanda “Gesù è Dio?”, così formulata, non ha quindi alcun senso.

Seconda questione, il Dio escludente. La nostra religione, spiega Castillo, è monoteista, quindi noi pensiamo che il nostro Dio sia l’unico vero Dio. Ma se il nostro Dio è l’unico vero, e l’unica via di salvezza è quella che si realizza attraverso la fede in questo Dio, e di Gesù Cristo diciamo che è l’unico salvatore, l’unico mediatore tra Dio e l’uomo, ci troviamo di fronte a un principio che genera inevitabilmente una violenza incredibile. Perché esclude e combatte ogni altra visione.

Terza questione, il Dio violento. L’atto centrale delle grandi religioni monoteiste è il sacrificio. Per quanto riguarda la nostra religione cattolica Gesù è morto perché Dio ha deciso che aveva bisogno della morte di Gesù, che ha sofferto ed è morto per i nostri peccati. Dio, per salvare il mondo, ha avuto bisogno del sangue di suo figlio. Un Dio vampiro bisognoso di sangue, seguendo questa logica perversa. Quindi, una cristologia che non prenda seriamente come punto di partenza l’esame di queste tre questioni preliminari può condurre a tutta una costruzione artificiale ed ideologica. Senza contare che la cristologia ha il suo centro nel Concilio di Nicea, convocato da un imperatore, Costantino, che non era neanche cristiano. Per finalità tutte politiche.

Gesù, ma chi è?

Ma allora, chi è questo Gesù? Dopo aver spiegato cosa di Gesù si dice nelle Scritture, Castillo afferma che quando si parla del mistero dell’incarnazione, non si tratta di dire che l’uomo è divinizzato, ma un Dio che ha rinunciato alla sua condizione divina e si è identificato con l’umanità. E l’ha fatto in modo tale che solo trovando l’umanità di ciascuno, di ognuno, e secondo il rapporto che abbiamo con l’umanità, con ciò che è umano, possiamo trovare Dio. Perché soltanto la laicità è comune a tutti gli esseri umani.

Detto tutto questo, allora bisognerebbe pensare a ciò che è specificamente umano. Cioè a ciò che è comune a tutti gli esseri umani, a prescindere da sesso, etnia, convinzioni, credo. Ed è anzitutto la condizione carnale, ossia la necessità di mantenerci in vita e di vivere in salute. Ma anche l’alterità, la ricerca di relazione con ciò che è altro da noi; poiché in quanto esseri umani, siamo sin dall’inizio della nostra vita bisognosi e in ricerca dell’altro. Proprio per questo Castillo mostra come nei Vangeli appare che Gesù abbia avuto tre grandi preoccupazioni: la salute delle persone, il cibo per le persone; i rapporti umani. A questi temi sono dedicate decine di episodi evangelici.

E allora il Dio di Gesù non è il Dio del sacrificio e dell’espiazione; della vendetta e della vittima immolata; è il Dio che indica come l’umanizzazione possa vincere la disumanizzazione, che è parte anch’essa della nostra realtà umana. E nella misura in cui le persone, i rapporti umani, quelli tra le classi sociali, quelli economici diventano più umani, qui, in tutto questo, si trova Dio.

Ultima conseguenza del discorso di Castillo è la necessità di umanizzare la Chiesa. Se Dio si è umanizzato per portare la salvezza a questo mondo, altrettanto dovrebbe fare la Chiesa per essere testimone credibile di questo Dio, spogliandosi delle sue ricchezze, dei suoi privilegi, delle sue dignità.

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