
«C'è il rischio che restino in Italia, meglio non farli entrare». E la Farnesina nega il visto ai genitori del prete cingalese di Lucca
LUCCA-ADISTA. «E se poi non se tornano in Sri Lanka e restano in Italia? Allora è meglio non farli proprio entrare!».
È stata più o meno di questo tenore – ovviamente con una forma più paludata – la risposta che l’arcivescovo di Lucca, Paolo Giulietti, ha ricevuto dai sottoposti del vicepresidente del Consiglio guidato da Giorgia Meloni nonché ministro degli Affari esteri Antonio Tajani alla sua richiesta di spiegazioni sul fatto che la Farnesina non aveva consentito ai genitori di don Antony Shehan Fernando Warnakulasuriya di entrare in Italia per partecipare all’ordinazione presbiterale del figlio nella cattedrale di Lucca lo scorso 15 giugno (v. Adista Notizie n. 25/25).
«Mi vergogno di essere italiano», aveva detto Giulietti durante l’omelia in duomo, scusandosi con don Antony. Poi però aveva anche preso carta e penna e inviato una formale richiesta di spiegazioni sia al ministero degli Esteri che all’ambasciata italiana a Colombo.
Pochi giorni dopo – riferisce il settimanale diocesano Toscana Oggi (edizione del 6/7) – Tajani telefona a Giulietti. Per scusarsi, forse. Ma in tal caso si tratterebbe di lacrime di coccodrillo, perché nei giorni successivi arriva la risposta ufficiale della Farnesina alla Curia di Lucca: visto di ingresso non concesso per assenza di garanzie per il loro rientro in Sri Lanka. Ovvero Tajani & co. non volevano rischiare di trovarsi una decina di immigrati in più sul suolo italico. Anche se si trattava dei genitori e dei parenti di un giovane prete appena ordinato.
«I parenti di Antony, invitati per il giorno dell’ordinazione, in origine erano 17 – scrive su Toscana Oggi Lorenzo Maffei, che è anche l’addetto stampa della diocesi di Lucca –. La domanda per i visti, completa di ogni dettaglio richiesto per legge e con l’aiuto della diocesi di Lucca, è stata fatta a marzo 2025. Dopo ben oltre due mesi, a maggio, è arrivato il diniego da parte dell’ambasciata di Colombo con la motivazione che non c’erano garanzie che queste persone poi rientrassero nel loro Paese. Allora, per vie informali, l’ambasciata ha prospettato ai genitori di don Antony la possibilità di fare una domanda di visto, ma solo per loro due. La diocesi di Lucca e i due genitori in Sri Lanka si sono subito mossi con urgenza poiché il 15 giugno, data dell’ordinazione, si avvicinava. Ma niente da fare. Pochi giorni prima della partenza per l’Italia, l’ambasciata ha negato anche i visti per i soli due genitori. Identica la motivazione: assenza di garanzie per il loro rientro in Sri Lanka. A ciò ne è seguito il grandissimo dispiacere di Antony, ma anche l’indignazione di tutti quelli che avevano seguito la pratica. Senza contare le ore di lavoro e i soldi spesi dalla diocesi (quasi tutti rimborsabili) e il tempo e i soldi spesi in Sri Lanka (questi nessuno li restituirà)».
Il danno e la beffa, perché la curia lucchese ha seguito i suggerimenti che la stessa ambasciata aveva fornito – limitare la richiesta di visto solo ai genitori – e che poi ha rifiutato.
«Tutto è possibile, aggiungiamo noi – scrive Toscana Oggi –: ma immaginare che i genitori di un futuro prete, con chiare garanzie della diocesi di Lucca e della loro diocesi di riferimento in Sri Lanka, approfittassero dell’ordinazione del figlio per immigrare illegalmente in Europa è una motivazione leggera, per alcuni pure pretestuosa».
Insomma preti sì, ma a casa loro. Perlomeno i genitori!
Foto presa da Unsplash, immagine originale e licenza
Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.
Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!