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Ucraina fuori dal Trattato anti-mine? Durante una guerra rafforzare il diritto internazionale!

Ucraina fuori dal Trattato anti-mine? Durante una guerra rafforzare il diritto internazionale!

In occasione della riunione degli Stati parti del Trattato sulla messa al bando delle mine (1-5 dicembre), cinque coalizioni internazionali – International Campaign to Ban Landmines-Cluster Munition Coalition (ICBL-CMC), Control Arms, International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN), International Network on Explosive Weapons (INEW) e Stop Killer Robots –, insieme a numerose organizzazioni internazionali e regionali per il disarmo umanitario e 77 organizzazioni della società civile di 39 Paesi hanno firmato una dichiarazione, diffusa in Italia dalla Rete italiana Pace e Disarmo e dalla Campagna Italiana contro le mine, nella quale si dichiarano «profondamente allarmati dalla decisione dell’Ucraina di sospendere illegittimamente il Trattato sulla messa al bando delle mine del 1997» annunciata a fine giugno dal presidente Zelensky. La Dichiarazione condanna ugualmente l’abbandono della Convenzione di Ottawa da parte degli Stati Baltici, della Finlandia e della Polonia. «Questo passo contraddice palesemente la missione umanitaria fondamentale del trattato, che, come stabilito nel suo preambolo, mira a “porre fine alle sofferenze e alle vittime causate dalle mine antiuomo, che uccidono o mutilano centinaia di persone ogni settimana, per lo più civili innocenti e indifesi, in particolare bambini…”»

Le organizzazioni firmatarie, che operano in tutto il mondo per ridurre l’impatto della guerra sui civili attraverso il disarmo umanitario, sottolineano come «questo Trattato non permetta la sospensione dei propri obblighi, nemmeno in tempo di conflitto. Acconsentire a questa sospensione unilaterale crea un precedente pericoloso che potrebbe indebolire il rispetto di qualsiasi strumento di diritto internazionale umanitario durante i conflitti armati in qualsiasi parte del mondo».

E chiedono agli Stati parti riuniti «a chiarire pubblicamente e nell’ambito della relazione finale» «che tale ipotesi di sospensione non è consentita dal Trattato».

Le continue violazioni del diritto internazionale da parte russa, che «hanno causato sofferenze devastanti alla popolazione civile in tutta l’Ucraina», soprattutto per i civili, rappresentano una sfida senza precedenti. Non giustificano lo smantellando di norme efficaci e si combattono, anzi, «rafforzando il diritto internazionale umanitario e l’ordine basato sulle regole. È quindi profondamente preoccupante che alcuni Stati stiano ora scegliendo di indebolire il sistema creato proprio per proteggere l’umanità e promuovere la Pace».

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