
Cuba e Santa Sede: 85 anni di buone relazioni. L'articolo de L'Osservatore Romano
Gli 85 anni di relazioni diplomatiche tra Cuba e la Santa Sede sono state celebrate dall’Osservatore Romano, il 16 giugno, con un articolo a firma dell’attuale ambasciatore dell’isola caraibica presso la Sede apostolica Jorge Quesada Concepción. Relazioni ininterrotte dal 2 settembre 1935 quando l’allora segretario di Stato della Santa Sede, il card. Eugenio Pacelli, futuro Pio XII, firmò il documento per aprire una Nunziatura apostolica a Cuba, su richiesta di papa Pio XI. Decisione, questa, assunta quale gesto di reciprocità all’istituzione da parte di Cuba, qualche mese prima (7 giugno 1935), di una «legazione» presso la Santa Sede. Da allora le relazioni non sono mai state interrotte.
«Vari storiografi – scrive Jorge Quesada – ritengono la decisione del governo cubano di stabilire relazioni diplomatiche con la Santa Sede un atto coerente con il momento politico che si viveva nel Paese, teso a rafforzare il sentimento nazionale, partendo da una deroga “formale” all’Emendamento Platt, un’integrazione alla Costituzione cubana del 1902 imposta unilateralmente dagli Stati Uniti».
Una storia di buoni rapporti, quelli fra Cuba e la Santa Sede, constata l’ambasciatore, «costellata di eventi positivi ed esempi di collaborazione, così come di protagonisti di entrambe le parti che si sono distinti per il loro impegno nello sviluppare una diplomazia etica e responsabile che ha permesso di accrescere la fiducia reciproca, benché ci siano stati momenti in cui non c’è stata identità di vedute su alcuni aspetti», per esempio dopo la rivoluzione castrista. E tuttavia le buone relazioni furono mantenute ed è un merito che va riconosciuto a entrambe le parti: «Vanno ricordati – scrive l’ambasciatore – uomini come monsignor Cesare Zacchi, che ebbe il merito di saper interpretare i codici del processo politico cubano e che favorì il mantenimento delle relazioni tra lo Stato cubano e la Chiesa cattolica. In quell’ottica, intrattenne un’amicizia personale con il leader storico della Rivoluzione cubana, Fidel Castro Ruz».
«Significative nella storia di queste relazioni diplomatiche sono state le visite apostoliche a Cuba compiute da tre papi: san Giovanni Paolo II, nel gennaio del 1998, Benedetto XVI, nel marzo del 2012, e Francesco, nel settembre del 2015, visite che hanno fatto di Cuba l’unico Paese latinoamericano, oltre al Brasile, a essere stato visitato dagli ultimi tre Pontefici», sottolinea con comprensibile grato orgoglio Jorge Quesada. In ognuna delle quali, «sia le autorità sia il popolo cubano hanno mostrato la loro gratitudine e il loro rispetto verso i massimi rappresentanti della Chiesa cattolica, che a loro volta hanno avuto l’opportunità di conoscere meglio un popolo umile, ma al contempo colto e convinto della propria identità».
Ma ci sono stati altri momenti di fruttuosi rapporti diplomatici, anzi eventi «importanti» quali le visite ufficiali in Vaticano compiute dai presidenti cubani Fidel Castro Ruz nel 1996 e Raúl Castro Ruz nel 2015, ricevuti dai papi Giovanni Paolo II e Francesco rispettivamente. «Inoltre – ricorda ancora l’ambasciatore – l’allora primo vicepresidente del Consiglio di Stato e dei Ministri, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, ha presieduto la delegazione cubana che, nel 2013, ha assistito alla cerimonia di inizio pontificato di papa Francesco». Il quale, inoltre, ha deciso di incontrare proprio all’Avana, nel febbraio del 2016, il Patriarca di Mosca e di Tutta la Russia, Kirill. Durante quell’incontro, segnala Quesada, hanno firmato «una storica dichiarazione congiunta», atto che «ha avuto un grande significato per Cuba, per il rispetto mostrato dal Sommo Pontefice verso un’isola che ha predetto sarebbe divenuta la “capitale dell’unità”. In quell’occasione il Papa ha incontrato nuovamente l’allora presidente cubano Raúl Castro, e quell’incontro è diventato un nuovo esempio di continuità nei rapporti bilaterali».
Dunque, conclude l’ambasciatore, «le relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e Cuba hanno superato la prova del tempo e tutti gli ostacoli che si sono frapposti al loro sviluppo».
*Plaza San Francisco, La Habana, foto di dominio pubblico, immagine originale e licenza
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