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Per timore dell'estremismo islamico talebano, Cina e Russia si coalizzano

Per timore dell'estremismo islamico talebano, Cina e Russia si coalizzano

Mentre i Paesi occidentali si pongono il problema se riconoscere o no il governo albano che di qui a poco sarà costituito in Afghanistan, Russia e Cina stanno già lavorando alla riduzione del danno che può causare loro la presenza nella regione asiatica del nuovo Stato islamista. E stanno lavorando insieme, preoccupati della spirale di violenza che ne può emergere.

In una corrispondenza da Mosca pubblicata oggi su Asia News, Vladimir Rozanskij afferma che, secondo molti osservatori, la presenza di gruppi estremisti che potrebbero godere di maggiore libertà dopo la conquista talebana di Kabul può «riavvicinare i due Paesi, che spesso appaiono come concorrenti nella sfera economica dell’Asia centrale. Anche se alcuni temono che in realtà questa tensione possa acuirne in seguito l'antagonismo».

«Nella regione autonoma cinese di Ningxia – informa Rozanskij - attualmente sono dislocati oltre 10 mila soldati di entrambi i Paesi, con un grande equipaggiamento di artiglieria, aerei e mezzi corazzati. Le manovre di addestramento sono programmate per contrastare atti di guerriglia in territori di difficile controllo. Il Ministero della Difesa russo sottolinea che il compito delle manovre è “la dimostrazione della decisione e delle capacità di Russia e Cina nella lotta contro eventuali nemici di terra”. Manovre simili si svolgono con la collaborazione dei russi anche negli altri Paesi dell’Asia centrale, soprattutto in Uzbekistan e Tagikistan».

La Russia è anche particolarmente preoccupata per la possibile espansione dei talebani all’interno dei territori della Federazione, attraverso le linee dei Paesi ex-sovietici. È quanto sottolinea, riferisce Rozanskij, «il noto giornalista Dmitrij Gordon su Ekho Moskvy: “Se i talebani si presentassero alle frontiere russe, si porrebbe il problema di come contenerli, conoscendo la loro abilità in terre così impervie, e la loro indefessa attitudine alla guerriglia, che comincia col mettere i fucili Kalašnikov in mano ai bambini di 10 anni”. In Russia, ricorda Gordon, vivono quasi 30 milioni di musulmani, in territori annessi dalla Russia negli ultimi due secoli, e molti di loro potrebbero essere attratti dal fondamentalismo degli “studenti di Allah”».

Né son tranquilli gli altri Paesi centrasiatici guidati da regimi formalmente “laici”, rileva l’autore: «sono molto preoccupati dalla formazione dell’emirato islamico dietro casa. I talebani assicurano di non volersi intromettere negli affari interni di questi Paesi, ma la loro stessa ideologia sembra contraddirli, e non è affatto chiaro quali rapporti verranno effettivamente stabiliti sia a livello bilaterale che complessivo».

*Territorio afgano. Foto tratta da wallpaperflare.com, immagine originale e licenza

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