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A dieci anni dalla morte, l’“eresia” di Enzo Mazzi abita ancora all’Isolotto

A dieci anni dalla morte, l’“eresia” di Enzo Mazzi abita ancora all’Isolotto

Tratto da: Adista Notizie n° 40 del 13/11/2021

40861 FIRENZE-ADISTA. Dieci anni senza Enzo Mazzi; senza la sua passione; la sua radicalità, il suo impegno. Ma soprattutto senza la sua capacità di leggere in maniera acuta e profonda il nostro tempo, sia nella sua prospettiva ecclesiale che in quella politico-sociale. La Comunità dell’Isolotto è radicata nell’esperienza di Mazzi tanto quanto don Enzo è stato profondamente radicato nella storia della Comunità, in cui era arrivato sin dal 1954, anno di inaugurazione del quartiere e della chiesa parrocchiale. Ha dunque voluto riflettere sull’attualità della testimonianza e del pensiero di Enzo attraverso due importanti iniziative. Anzitutto un libro (Compagni di cammino. Verso l’esodo dal dominio del sacro. Scritti 1981-2011, Libriliberi 2021, euro 15: il libro può essere anche richiesto ad Adista, tel. 066868692; email: abbonamenti@adista.it; o acquistato presso la nostra libreria online), che raccoglie 38 articoli che abbracciano l’arco di tempo di 30 anni, dal 1981 al 2011: attraverso interventi su intellettuali, sacerdoti, uomini e donne impegnati su vari fronti, con cui lui stesso e la comunità dell’Isolotto nel tempo si sono trovati a stringere relazioni (Social Forum, la comunità Rom di Firenze, Alex Langer, Mario Gozzini, don Franco Barbero, don Vitaliano Della Sala, don Alessandro Santoro, don Renzo Fanfani e molti altri), il libro ripercorre le tappe di un periodo cruciale per lo sviluppo (anzi, spesso involuzione) della Chiesa e della società dopo gli anni caratterizzati dalle speranze del Concilio e dalle grandi trasformazioni sociali e civili.

L’altra iniziativa è stata l’intenso e partecipatissimo incontro (oltre un centinaio di persone presenti, più quelle collegate in diretta streaming) che si è svolto nella storica sede della comunità, in via degli Aceri 1), organizzato dalla Comunità assieme al Quartiere 4 di Firenze sabato 31 ottobre. A confrontarsi sulla figura e il pensiero di don Enzo tanti amici, compagni di lotte, studiosi e giornalisti: dopo il saluto del presidente del quartiere 4 Mirko Dormentoni e l’introduzione di Gisella Filippi, della Comunità dell’Isolotto, Claudia Fanti (che, oltre che per Adista, scrive anche per il manifesto) ha presentato la raccolta di scritti di Enzo Mazzi (di cui ha scritto l’introduzione), chiedendosi se non si possa considerare Mazzi un anticipatore dei temi e della prospettiva teologica che oggi caratterizza il dibattito sul post-teismo e sul post-religionale. Due storici, Simonetta Soldani e Alessandro Santagata, hanno invece ricostruito l’articolata vicenda del quartiere e della parrocchia, divenuta Comunità di Base dopo i fatti del 1968 e dopo il celebre processo, a seguito dell’indagine della procura di Firenze, nel 1969, a carico di 5 preti e 11 laici accusati di «istigazione a delinquere» e «turbamento di funzioni religiose»: avevano infatti cercato di impedire al prete, accompagnato da un noto gruppo di provocatori fascisti e inviato dalla Curia per sostituire Mazzi, di celebrare la messa in chiesa. Quasi mille persone si autodenunciarono per lo stesso reato, 358 vennero rinviate a giudizio, 8 processate e poi – nel 1971 – assolte. L’assoluzione perché «il fatto non sussiste» rappresentò il riconoscimento di una comunità democratica e mostrò che una chiesa intesa come “popolo di Dio” al servizio degli ultimi, in contrapposizione a una Chiesa-istituzione al servizio dei potenti, era possibile.

Nel pomeriggio, coordinati da un altro redattore di Adista, Valerio Gigante, la parola è passata ai “compagni di cammino” di don Enzo, testimoni nel presente di un impegno comune che ha nella militanza con Enzo il suo legame e il suo significato profondo. A confrontarsi sono stati, tra gli altri, don Alessandro Santoro, prete della vicina comunità della Piagge; Daniela Poli, architetta, che ha studiato a lungo la particolarità del quartiere dell’Isolotto; don Fabio Masi, storico parroco al Vingone e amico dell’Isolotto; Dea Santonico, della Comunità di Base di S. Paolo di Roma; don Luca Niccheri (l’attuale parroco dell’Isolotto: significativa la sua presenza e la sua riflessione sulla necessità di avviare un percorso che elabori una memoria condivisa degli eventi avvenuti negli ultimi decenni); p. Alberto Simoni, fondatore e animatore del gruppo Koinonia di Pistoia; don Massimo Biancalani, parroco della chiesa di Santa Maria Maggiore alle porte di Pistoia (prete simbolo della difesa dei diritti dei migranti); Fuad Aziz, artista kurdo autore del murales che campeggia da oltre 20 anni sulla tettoia della piazza dell’Isolotto.

Infine, il Cep (Centro educativo popolare) e la Comunità Isolotto hanno organizzato, col Quartiere 4, domenica 31, dalle 10 alle 12.30, un incontro aperto alla cittadinanza per socializzare parole, pensieri e canti intorno al senso di comunità e di quartiere.

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