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Gli Usa vogliono sovvertire Cuba: la denuncia di centinaia di personalità del mondo

Gli Usa vogliono sovvertire Cuba: la denuncia di centinaia di personalità del mondo

Potrebbe diventare una giornata di fuoco il 15 novembre a Cuba. A metà ottobre gruppi di attivisti anticastristi avevano chiesto il permesso di realizzare in varie città una “marcia per il cambiamento”. Le autorità locali lo hanno negato, avendo accertato, con prove rese pubbliche, l’«intenzione destabilizzatrice» dell’iniziativa. Il rischio è che gli organizzatori dell’evento riescano a mobilitare lo stesso quella parte di popolazione insofferente del socialismo cubano e soprattutto della situazione economica, sempre difficile per l’embargo imposto a Cuba dagli Stati Uniti da oltre 60 anni. Non si esclude che possa ripetersi la crisi dell’11 luglio scorso.

Gli attivisti si appellano all’articolo 56 della Costituzione: «I diritti di riunione, manifestazione e associazione, per scopi leciti e pacifici, sono riconosciuti dallo Stato purché esercitati nel rispetto dell'ordine pubblico e nel rispetto delle norme stabilite dalla legge». Le autorità cubane fanno riferimento all’art. 45: «L'esercizio dei diritti delle persone è limitato solo dai diritti degli altri, dalla sicurezza collettiva, dal benessere generale, dal rispetto dell'ordine pubblico, dalla Costituzione e dalle leggi». Il cambiamento di sistema che si cerca di ottenere con le marce del 15 novembre è proibito dalla stessa Costituzione, che definisce il socialismo «irrevocabile».

Che l’iniziativa del 15/11 rientri nei tentativi di destabilizzazione di Cuba organizzati da Washington è la denuncia di personalità di tutto il mondo resa nota il 10 novembre dal sito di politica internazionale l’Antidiplomatico. Si tratta di centinaia (molti anche gli italiani) fra giuristi, avvocati, docenti universitari, giornalisti, scrittori, teologi, ministri, i cui nomi, alcuni molto noti sono leggibili in calce alla lettera (integrale) a questo link. Alcuni sono molto noti a livello internazionale. Alcuni esempi: Adolfo Pérez Esquivel, Premio Nobel per la pace; Dilma Roussef, ex-presidente del Brasile; Rafaél Correa, ex-presidente dell'Ecuador; José Manuel Zelaya, ex-presidente dell’Honduras; Ernesto Samper, ex-presidente della Colombia; Jean Ziegler, ex-relatore Speciale ONU.

«Da decenni – asseriscono i firmatari – il governo degli Stati Uniti sta investendo milioni di dollari nella creazione di “dissidenti”, di “oppositori” di tutti i tipi, irrilevanti all'interno di Cuba ,ma che però vengono elogiati dalla stampa internazionale, allo scopo di danneggiare l'immagine della rivoluzione e così legittimare l'applicazione del criminale bloqueo».

«All'interno del Paese, soggetti che si sentono sostenuti e protetti da Washington, usando come bandiera la difficile situazione economica dovuta al bloqueo (situazione aggravata dal Covid, come in tutte le altre nazioni), invitano a manifestazioni sovversive. E lo fanno – prosegue la lettera –denuncia – senza curarsi delle leggi vigenti che vietano qualsiasi attentato contro il sistema politico vigente, come è logico in tutti gli Stati del mondo. Ed è molto più grave quando tutto questo è sostenuto da una potenza straniera».

Il testo si conclude con la richiesta della fine dell’embargo: «Noi, firmatari, chiediamo ancora una volta al governo degli Stati Uniti di porre fine al disumano bloqueo contro Cuba e di fermare i suoi tentativi di destabilizzare una nazione che in nessun momento ha realizzato azioni contro la sua sicurezza; che ancor meno si è immischiata negli affari interni degli USA o ha invitato la cittadinanza statunitense a sovvertire l'ordine costituito, nonostante i molteplici e gravi problemi sociali interni che ha questa potenza mondiale».

Sugli organizzatori della marcia del 19 novembre e i loro legami con gli Stati Uniti che li foraggiano informa l’Antidiplomatico del 5 novembre (qui) e del 6 novembre (qui).

Sull’iniziativa della “marcia per il cambiamento” ha parlato il 9 novembre, all’Avana, il ministro degli Esteri, Bruno Rodríguez Parrilla, ricevendo il Corpo diplomatico accreditato nell’isola. Segnaliamo qui alcune sue affermazioni tratte da una sintesi ufficiale.

° Si tratta di un'operazione di destabilizzazione ideata a Washington, con risorse finanziarie e materiali fornite da quel governo, con operatori residenti in territorio statunitense e agenti al loro servizio a Cuba, e con pratiche e modalità di comunicazione che negli ultimi anni caratterizzano la tossica politica e scena elettorale.

° Il governo cubano non può, senza adempiere ai suoi obblighi fondamentali, permettere agli Stati Uniti di organizzare e promuovere una tale provocazione. Lo abbiamo detto al governo degli Stati Uniti in modo chiaro e diretto, pubblicamente e attraverso i canali ufficiali.

° Solo poche settimane fa è stato svelato il pacchetto di sussidi dell'agenzia federale USAID a 12 organizzazioni che operano in Florida, Washington e Madrid nel business dell'industria anticubana. Questo pacchetto da $ 6,669 miliardi, che dovrebbe essere solo un piccolo campione degli importi rilasciati dal governo federale, è stato assegnato di recente, nel settembre 2021.

° Non esiste alcun diritto, a livello internazionale, o nella legislazione nazionale cubana, che avalli la pratica statunitense di finanziare azioni e individui che violino l'ordine costituzionale e il diritto dei cubani alla pace e alla tranquillità.

° Oggi devo segnalare che i gruppi privati ??che sono stati istituiti su Facebook, non solo svolgono attività illegali in violazione delle leggi cubane, anche in violazione delle politiche comunitarie della piattaforma. Simulano la massiccia presenza a Cuba di persone che com’è noto, risiedono al di fuori del nostro Paese, fondamentalmente. Come è già successo in altre parti del mondo, Facebook può essere denunciato per queste pratiche contro Cuba.

*Foto tratta da ancorafischiailvento.org

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