
Gridare il Vangelo, ancora. Il terzo volume delle omelie di Arturo Paoli
Tratto da: Adista Notizie n° 44 del 11/12/2021
40906 ROMA-ADISTA. All’inizio Arturo Paoli era diffidente rispetto all’idea di sistemare e pubblicare in volume le proprie omelie, che non considerava meritevoli di essere stampate e divulgate, perché sentiva che non erano sufficientemente state pensate e elaborate. Dino Biggio, suo amico e collaboratore negli ultimi anni di vita e oggi infaticabile divulgatore degli scritti di Arturo racconta così, nell’introduzione al nuovo volume delle omelie di fratel Arturo appena pubblicato (Arturo Paoli, Gridare il Vangelo con tutta la propria vita, Anno liturgico C, a cura di Dino Biggio, Gabrielli Editori, 2021, pp. 255, 16.50€: il libro può essere richiesto anche ad Adista, tel. 06/6868692; email: abbonamenti@adista.it; o acquistato nella nostra libreria online: www.adista.it) come nel 2011 riuscì a vincere per la prima volta la sua resistenza: «Mentre conversavamo da soli seduti al tavolo di cucina, ho parlato ad Arturo della trascrizione di un’omelia pronunziata da un sacerdote suo grande amico e gli ho chiesto di potergliela leggere, perché mi avrebbe fatto piacere conoscere il suo pensiero sia sulla trascrizione del testo, sia soprattutto sapere se riusciva a riconoscere l’autore. Ha acconsentito subito, anzi sembrava quasi incuriosito dalla mia richiesta. Naturalmente io avevo già preparato tutto e avevo scelto un’omelia che mi era piaciuta molto. Sono andato a prenderla e ho iniziato a leggerla. Fratel Arturo seguiva con molta attenzione la lettura e, di tanto in tanto, interveniva con brevi cenni di approvazione e di gradimento: “Bello!... Sono d’accordo!... Condivido in pieno!”. Gli era piaciuta quell’omelia e quando, terminata la lettura, gli ho chiesto se era riuscito a individuare l’autore – “tuo grande amico”, gli ho ripetuto – mi ha sorriso dicendomi: “Eh, non sono tanto sicuro... forse Balducci... o Turoldo. Certo che l’omelia è bella... dimmi tu il nome dell’autore”. “Sei tu l’autore, Arturo!”, gli ho risposto. Non voleva crederci, per cui gli ho fatto vedere la trascrizione manuale del testo dicendogli che avevo portato con me anche la registrazione originale che avrebbe potuto ascoltare dal pc. Era sorridente, incredulo, quasi stupito. Mi ha chiesto di dargli il testo di quell’omelia per rileggerla con calma, poi ha accolto la mia proposta di dargliene altre per visionarle e farsi un’idea compiuta del mio modo di procedere nel lavoro».
Paoli volle la disponibilità di Biggio a proseguire il lavoro fino al completamento della trilogia. «Gliel’ho promesso chiedendogli a mia volta che quando avesse incontrato il Maestro gli avrebbe chiesto d’essere propizio al mio impegno nel trasmettere la Sua parola. Mi ha guardato con una tenerezza infinita, mi ha sorriso con dolcezza, rispondendomi: «Va bene, te lo prometto, ma non subito... c’è tempo ancora!».
Il senso del volume dell’anno liturgico C (che completa, con i due precedenti già pubblicati dalla stessa casa editrice, il ciclo triennale dell’anno liturgico), sta tutta in questa ritrosia e pudore di Arturo; ma anche nella consapevolezza, legata a questo pudore, che le riflessioni di Arturo sono semplici perché rispondono all’esigenza intima di un dialogo personale profondo con l’Assoluto, che lui chiamava “l’amico”, reso però dirompente dal forte radicamento nella dimensione collettiva e nell’anelito alla giustizia sociale di fratel Arturo.
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