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Sodalitium nasconde i soldi nei paradisi fiscali per non pagare le vittime degli abusi

Sodalitium nasconde i soldi nei paradisi fiscali per non pagare le vittime degli abusi

«Nella Chiesa ci sono processi di corruzione molto gravi che non stiamo ancora risolvendo, perché ci sono mille modi per nascondere la corruzione»; «c’è sempre la possibilità che qualcuno commetta un reato, con la copertura con la Chiesa»; «come abbiamo visto in alcuni casi, quello che chiamiamo accordo con lo Stato, il Concordato, è stato utilizzato per estorcere denaro a piene mani, sporcando la vita nella Chiesa. Fratelli e sorelle, dobbiamo uscire dal circolo vizioso della corruzione». Accuse gravissime quelle pronunciate dall’arcivescovo di Lima, mons. Carlos Castillo, durante la messa in cattedrale domenica 5 dicembre. Niente di generico, perché il destinatario di parole così veementi è precisamente Sodalitium Christianae Vitae (SCV), perché avrebbe spostato il suo enorme tesoro – accumulato frodando innanzitutto l’erario peruviano – nei paradisi fiscali prima di Panama poi di Denver per nasconderli al Vaticano e per non risarcire le vittime di abusi, violenze psicologiche e raggiri economico-finanziari.

Un po’ di contesto

L’ associazione SCV è stata fondata nel 1971 dal laico Luis Fernando Figari e promossa a Società di Vita Apostolica da Giovanni Paolo II l'8 luglio 1997. La stessa Congregazione vaticana ha commissariato la Società il 10 gennaio 2018 dopo l’accertamento dei gravi reati commessi dal fondatore. Figari, notoriamente di fede nazista, è stato ripetutamente denunciato per abusi sessuali e psicologici su minori fino al sadismo, nonché sospettato di distrazione di fondi dai cespiti della sua stessa "creatura". Sulla sua testa pende dal dicembre 2017 una richiesta di arresto per associazione a delinquere e lesioni psicologiche gravi. La Santa Sede lo ha condannato nel 2018 con la proibizione inderogabile di avere contatti con la comunità da lui fondata e di rilasciare dichiarazioni alla stampa, direttamente o per il tramite di un rappresentante, e con l’obbligo di condurre una vita semplice di raccoglimento e di preghiera. È stato formalmente espulso dalla SCV nel 2019.

Nel marzo del 2020 alcuni vescovi peruviani, fra cui il cardinale di Huancayo Pedro Barreto e il vescovo limense Carlos Castillo, sono giunti a proporre alla Santa Sede l'estinzione della congregazione religiosa e il trasferimento dei suoi membri in un'altra comunità, nuova o esistente. «Personalmente, penso», ha dichiarato Barreto a Radio Santa Rosa, che, «quando un'organizzazione religiosa ha commesso crimini – perché proprio così si deve dire – di abuso sessuale e di tipo economico (…) deve essere sciolta».

Un mese fa

Era ancora sotto la guida di Figari, dimessosi nel 2010 per “motvi di salute”, quando Sodalitium alla fine degli anni '90 avrebbe escogitato un meccanismo per frodare l'erario peruviano. La denuncia del misfatto è partita dal quotidiano peruviano la República il 1° novembre scorso. Secondo il giornale, a metà del 1999 Jaime Baertl Gómez,  sacerdote sodalita (così si chiamano i membri di Sodalitium), insieme all’attuale vescovo di Piura, mons. José Eguren Anselmi, ha ideato e costituito la Fundación Pusan offshore a Panama con un capitale iniziale di 10.000 dollari, cifra che è cresciuta esponenzialmente poco dopo a causa di numerose irregolarità e inganni: «un sistema per frodare il fisco e per arricchirsi con il loro circolo più vicino», scrive il quotidiano. La Pusan – in seguito ha cambiato nome, diventando (e suddividendosi in) Fundación San Ignacio, Providential Inc. e Fundación Santa Rosa – 8 mesi dopo ha pagato con denaro di fonte sconosciuta un debito di 1.700 mila dollari dell'Associazione Civile di San Juan Bautista, presieduta dal vescovo Eguren, acquistando intanto il 50 per cento del cimitero del Parque del Recuerdo (a Lurín) di sua proprietà, che al momento in difficoltà economiche. La República afferma che il cimitero è stato donato all’arcivescovato di Piura, e che l’operazione di donazione è stata replicata con altri 7 cimiteri (Callao, Puente Piedra, Piura, Tacna, Ica e Arequipa) di proprietà dell'Associazione Civile San Juan Bautista tutti creati da Sodalitium in tutto il Paese. Qual era il vantaggio? L’evasione delle tasse. Scrive il quotidiano che, «“donare” il cimitero all'arcivescovato locale» significava «metterlo sotto l'ombrello del Concordato con lo Stato peruviano», in «un'isola tributaria» che consentiva di «non pagare le tasse, guadagnare più del 30%-50% rispetto altri cimiteri che hanno operato senza il Concordato e non dovendo presentare alla Sunat [Soprintendenza dell’Amministrazione Tributaria] alcun documento sulle loro attività». «Questo meccanismo – deduce il quotidiano – ha arricchito Sodalitium».

A precisare il meccanismo fraudolento, la República il 3 novembre aggiunge altre informazioni: «Oltre alla Fundación San Ignacio offshore, creata nel 1999 da Jaime Baertl, Sodalitium ha acquistato altre due società offshore fino ad ora rimaste anonime e che hanno fatto da ponte per trasferire i loro principali asset a Denver (Colorado, Stati Uniti), dove ricevere i profitti dalle sue enormi attività in Perù, stimati in oltre un miliardo di dollari: Fundación Santa Rosa, costituita da Dirserv Inc., relativa a 68 società legate al caso Paradise Papers; e Providential Group Inc., costituita da Istmeña Internacional S.A., e Azuero Inversionista S.A., indagati dalla Procura Anticorruzione di Panama per essere parte della rete offshore Odebrecht. L'impresa edile li ha usati per pagare tangenti a funzionari pubblici. Sono stati creati rispettivamente nel dicembre 2007 e nel febbraio 2008. Secondo i registri pubblici panamensi, Enrique Elías Dupuy, che è il rappresentante di Sodalitium presso la Santa Sede, è al contempo tesoriere della fondazione offshore Santa Rosa», ovvero quella che, insieme a Providential Group Inc., «sta muovendo il denaro di Sodalitium nel Perú e negli Stati Uniti».

E il Vaticano?

La domanda che si pone il quotidiano nel caso del doppio ruolo di Enrique Elías Dupuy è: «ha informato o no il Vaticano di far parte della Fondazione offshore Santa Rosa come tesoriere?». La risposta può mettere in imbarazzo la sede di Roma, anche in previsione del 50.mo di Sodalitium, che sarebbe un bel anniversario se al suo interno – salvando comunque la buona percentuale di persone incorrotte e autenticamente cristiane – non ci fosse da spalare schiefezze. Domenica 1 novembre, intanto, papa Francesco ha ricevuto José David Correa, direttore generale della “Società di Vita Apostolica” creata da Figari. Per quanto si sa, dovrebbe aver riferito al pontefice lo stato delle riforme delle Costituzioni dell’associazione e dei tentativi di risarcire i superstiti degli abusi. 

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