Nessun articolo nel carrello

Spagna. Il sollievo della diocesi di San Sebastián: mons. Munilla se ne va

Spagna. Il sollievo della diocesi di San Sebastián: mons. Munilla se ne va

“Era ora!”: questa è stata la reazione più diffusa nella diocesi di San Sebastián (Donostia, in basco) alla notizia che mons. Josè Igancio Munilla, è stato destinato ad altra diocesi, a Orihuela-Alicante. Un trasferimento «consensuale», scrive Religión Digital, perché alla fine il vescovo «ha preso coscienza di essere “vescovo non amato” [malquerido] nella sua terra e che Roma non gli avrebbe permesso – almeno non durante questo pontificato – di accedere a un arcivescovado».  L’allontanamento dalla diocesi basca, leggiamo, «significa, tra l’altro, “disinnescare” l’opzione Munilla per destini molto più appetibili per il vescovo (e per il settore che lo appoggia): Pamplona, Santiago, Valladolid… o Valencia». Non è stato indicato il successore: Munilla rimane fino al 12 febbraio, quando prenderà possesso del nuovo incarico, ma come amministratore apostolico, un vescovo depotenziato.

Scrive ancora Religión Digital, che Munilla, dopo 12 anni di incarico su scelta di Benedetto XVI (era il 9 novembre 2009), se da una parte «lascia un'eredità oscura a Donostia», dall’altra «raccoglie un regalo avvelenato a Orihuela-Alicante»: il vescovo che ha retto la diocesi finora, mons. Jesús Murgui, è stato «tormentato da un susseguirsi di problemi: le suore del Santo Volto (trasferite d’ufficio, ndr), la sua vaccinazione irregolare (non ha rispettato i tempi della seconda dose, anche se poi è stato costretto a sottoporvisi, ndr), il negazionismo del suo ormai ex tesoriere e, su tutto, lo scandalo finanziario che affligge la diocesi (l’economo sarebbe coinvolto in una raggiro ai danni di una società di consulenza per vendere il manicomio di Benalúa ad Alicante e trasformarlo in un ospedale privato, ndr). Vedremo – commenta il sito di informazione spagnolo – come viene accolto un prelato che, “nato bene” una decina di anni fa, oggi, con Bergoglio, ha perso il treno».

Patxi Azpitarte, parroco di Deba e Itziar – vicario episcopale del vescovo di stampo conciliare che precedette Munilla, mons. Juan María Uriarte, e Munilla non riconfermò nel suo incarico, come suole fare il nuovo arrivato – ha scritto che «a botta calda, la prima cosa che ho provato è stata una grande gioia, che si aggiunge alla gioia mostrata da tante persone da quando il trasferimento è stato reso pubblico». Munilla è stato un pastore autoritario, che ha tagliato con lo stile dialogico dei più recenti suoi predecessori. Etichettato da fedeli, preti e media come conservatore, discusso anche nella gestione economica della diocesi, è noto per le sue polemiche prese di posizione contro il femminismo e l’omosessualità anche tramite social, di cui è assiduo frequentatore. La speranza di Azpitarte è che il nuovo vescovo sia «di stile sinodale, che sappia ascoltare la gente, sappia accogliere le sue riflessioni, favorisca la partecipazione e le decisioni consensuali». «Pur cercando di guardare avanti – aggiunge – è impossibile evitare uno sguardo critico retrospettivo su questi quasi dodici ultimi anni, ma non è il momento di ricordare le posizioni, le decisioni e le azioni ideologiche più che discutibili di José Ignacio Munilla; senza dimenticare il ruolo che hanno avuto i suoi stretti collaboratori».

Sottolinea il Diario de Noticias (7/12) che Munilla in questi anni di guida a San Sebastián, «ha suscitato numerose perplessità e polemiche, al punto che un centinaio di religiosi ha accusato il prelato di aver fatto della diocesi il suo "feudo". Né ha ottenuto consensi tra le basi, avendo nel gruppo dei cristiani Eutsi Berrituz [“Aspettare. Gruppo cristiano di Gipuzkoa”, la regione di cui Donostia è capoluogo] la sua principale voce critica».

Bisogna ricordare che appena fu nota la nomina di Munilla, 131 parroci della provincia basca di Guipuzcoa – oltre il 77% del totale – firmarono un documento  in cui esprimevano le loro perplessità nei confronti del vescovo designato, giudicando la sua nomina «una delegittimazione della vita ecclesiale» della diocesi e «un’iniziativa destinata a cambiarne il corso». Intervennero in solidarietà dei firmatari anche i preti madrileni del Foro de los curas de Madrid (associazione di preti ‘conciliari’).

E c’è un altro episodio, all’esordio della carriera di Munilla, che indispose tutta la diocesi: la scoperta di una cartella chiamata “Mafia”, in cui il neo-vescovo, quando ancora era parroco di El Salvador di Zumárraga (poi, nel 2006, fu nominato alla diocesi di Palencia), aveva schedato – tanto denunciò a fine 2009 il teologo francescano e all’epoca docente all’Università di Deusto José Arregi – «certi sacerdoti di rilievo della diocesi di Guipuzcoa» con «informazioni private e pubbliche, specialmente sulla loro ideologia politica e la posizione ecclesiologica e pastorale».

Fra le più recenti contestazioni ricevute da Munilla, quella firmata da 44 «cristiani laici e laiche» contro il progetto immobiliarista del vescovo : ricavare 26 appartamenti da locali della stessa sede diocesana (che ospitava anche preti anziani) e una residenza di oltre sei piani con 150 posti dalla parrocchia di Tutti i Santi (XVI Sec) da utilizzare come hotel.

Munilla Munilla, in una conferenza stampa del 7 dicembre, ha sottolineato che «è una grande pace accogliere la chiamata della Chiesa all'obbedienza apostolica, anche se è vero che la Chiesa è sinodale, come stiamo riflettendo in questo momento, la Chiesa è insieme apostolica e gerarchica e quel principio ci preserva dal pericolo di disegnare la vita ecclesiale in base alle nostre strategie personali». Ha poi sollecitato i fedeli gipuzcoani a «vivere questa decisione con lo stesso spirito di fiducia ecclesiale, che in definitiva è la fiducia in Dio al di là delle mediazioni umane», pur essendo convinto che «il Santo Padre cercherà il miglior sollievo possibile per la pastorale» della diocesi di San Sebastián.

*Cattedrale del Buon Pastrore, a San Senastián, interno. Foto tratta da Commons Wikimedia, immagine originale e licenza

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.