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Spagna: le destre molto irritate per l'incontro del papa con la vicepresidente del governo

Spagna: le destre molto irritate per l'incontro del papa con la vicepresidente del governo

Stanno schiumando di rabbia le destre spagnole per i buoni rapporti che il governo del socialista Pedro Sánchez intrattiene con papa Francesco, come dimostra l’incontro che il pontefice avrà domani con la ministra del Lavoro e dell’Economia Sociale Yolanda Díaz, seconda vicepresidente dell’Amministrazione ispanica. «Un vertice comunista», l’ha bollato su Twitter Macarena Puentes, segretaria per la Comunicazione del Partito Popolare, che poi ha pensato bene, sostiene ElDiario.es, di cancellarlo. Niente di nuovo peraltro: basta ricordare che solo un paio di mesi fa il direttore del quotidiano di destra La Razón Francisco Marhuenda definiva Bergoglio un «peronista», un «populista», «un uomo di sinistra», «una catastrofe per la Chiesa». In linea con la sua parte politica, era infuriato per l’ulteriore richiesta di perdono per gli orrori della Conquista commessi a partire dal ‘500 nelle Americhe dalla Spagna e del contributo dato dalla Chiesa cattolica dell’epoca per una malintesa attività di evangelizzazione dei popoli nativi.

C’è poi, fra i media, chi fa notare che solitamente un papa riceve suoi pari, capi di Stato e di governo. Come la mettiamo con una vicepresidente?! Che poi i temi che i due protagonisti affronteranno sono di alto livello secondo le affermazioni dell’ufficio di Yolanda Díaz: il dialogo verterà «su alcune sfide comuni dell'Umanità come la crisi sanitaria e sociale del Covid-19, l'importanza del lavoro dignitoso, affrontare la precarietà e la crescente disuguaglianza sociale, la crisi climatica o le minacce alla democrazia e ai diritti umani». 

Altro motivo di irritazione per le destre spagnole la decisione del presidente Sánchez di nominare ambasciatrice di Spagna presso la Santa Sede l'ex ministro dell'Istruzione Isabel Celaá, che è stata ministra dell'Istruzione e portavoce del governo fino al rmpasto del governo nello scorso luglio. Personaggio ostico alla destra politica e cattolica: il suo nome resta legato alla riforma (la cosiddetta Lomloe) che fa dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole una materia non curricolare, e che non è più calibrata da un’“ora alternativa” per gli alunni che non lo scelgono.

Se il Vaticano concede il placet richiesto (ma pare non ci siano dubbi), Isabel Celáa, 72 anni, cattolica praticante, sostituirà l'attuale ambasciatrice, Carmen de la Peña, pochi mesi prima, nel novembre 2022, compie 70 anni, età di pensionamento abituale dei diplomatici. «Una via di mezzo tra una provocazione e una goffaggine», ha detto Jesús Muñoz de Priego, portavoce di Más Plurales, piattaforma concertata per affrontare la Lomloe. E ha chiesto alla Chiesa spagnola di informare il Vaticano sul "background" di Celaá che «non ha esitato ad attaccare la sopravvivenza del tema Religione, e con esso la libertà religiosa».

Francesco non si è recato in Spagna nei suoi otto anni di pontificato, ricorda El País, nonostante i suoi predecessori fossero «visitatori abituali. Giovanni Paolo II c'è stato cinque volte e Benedetto XVI tre. Un distacco che si attribuisce ai delicati rapporti con la Conferenza episcopale. "Ci andrò quando ci sarà la pace", ha commentato il 30 marzo 2019 in quello che è stato interpretato come un monito ai vescovi». È però possibile che «si rechi in Galizia l'anno prossimo per lo Xacobeo, l'anno santo di Compostela».

*Pedro Sánchez. Foto del Ministero della Presidenza tratta da wikipedia, immagine originale e licenza

 

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