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In Polonia, un

In Polonia, un "calo devastante" di fedeli. Versioni contrapposte sul fenomeno di due vescovi

È «devastante» il declino della pratica religiosa tra i giovani in Polonia. L’aggettivo è dell’arcivescovo di Gniezno e primate di Polonia, mons. Wojciech Polak, in un'intervista all'agenzia di stampa polacca Pap (1/1/22). A sconvolgere l’arcivescovo sono i dati emersi da un’inchiesta resa nota alla fine del novembre scorso (v. notesfrompoland.com, 26/11/21) dall’'agenzia di ricerca statale polacca CBOS (che oltre ai dati sui giovani riferisce di quelli sulla popolazione nel suo complesso): all'inizio degli anni '90, quasi il 70% dei giovani polacchi praticava regolarmente la religione; oggi, meno del 25% lo fa (tra l'intera popolazione, anche la percentuale che pratica regolarmente la religione è diminuita in modo significativo attestandosi ora al 43%); tra le persone di età compresa tra 18 e 24 anni, la frequenza religiosa è scesa dal 69% nel 1992 (più o meno come tra la popolazione generale) al 23% di oggi (circa la metà del livello tra società nel suo insieme). Oltre un terzo dei giovani (36%) non pratica mai la religione; se nel 1992, il 94% delle persone in Polonia si dichiarava credente, quest'anno, quella cifra si attesta ancora all'87%, con poco più del 12% delle persone che si descrivono come non credenti I sondaggi condotti dal CBOS hanno mostrato anche che soprattutto i giovani polacchi hanno opinioni sempre più liberali su questioni come l'aborto e i diritti LGBT, due temi sui quali la Chiesa è intransigente e in pieno accordo con le autorità statali.

«Questi sono semplicemente numeri devastanti», ha detto dunque Polak, secondo il quale a causare tale distacco dai giovani dalla Chiesa c’è «senza dubbio la negligenza dei superiori [della Chiesa] a schierarsi dalla parte delle vittime» e che perciò «mina la nostra credibilità come comunità ecclesiale». Affermazioni, queste, sostenute dall’emersione di un gran numero di casi di abusi sessuali da parte del clero cattolico in Polonia tanto da indurre il Vaticano a sanzionare alcuni vescovi polacchi anziani per la loro negligenza nell'affrontare la questione.

Tali rivelazioni hanno «causato una profonda crisi di fede», inducendo molti cattolici ad abbandonare completamente la chiesa. L'istituto di statistica della chiesa cattolica in Polonia ha osservato infatti che, oltre al calo della frequenza in chiesa, un numero crescente di persone sta formalmente abbandonando la fede.

Che ci fosse una diminuzione di fedeli la Chiesa lo aveva percepito nel 2020, avendo constatato il «calo sistematico» del numero dei bambini che frequentavano le classi di catechismo cattolico nelle scuole, facoltative sì, ma solitamente seguite dalla grande maggioranza degli alunni.

L'unico modo per «ricostruire la credibilità della Chiesa», ha sostenuto mons. Polak è dimostrare che «siamo nella verità e ci assumiamo la responsabilità di chiarire tutti questi crimini». «Non è un processo facile di purificazione, ma è necessario per diventare sempre più credibili». Non che non si sia fatto nulla fino a oggi: «Dal giugno 2019 – ha riferito – sono stati condotti oltre una dozzina di procedimenti contro i vescovi polacchi» che hanno coperto casi di abuso ed è stato anche creato un sito web speciale per consigliare le persone su come segnalare le gravi sopraffazioni subite e cercare sostegno. Ha aggiunto che «cerchiamo anche di costruire questa sensibilità attraverso le preghiere che intraprendiamo... e la penitenza per i peccati di abusi sessuali sui minori».

A contestare l’interpretazione che mons. Polak dà del grave calo di religiosità fra i polacchi è intervenuto l’arcivescovo di Cracovia, il conservatore mons. Marek J?draszewski, sostenendo che in realtà la Chiesa è una “vittima” della pandemia e del crescente uso della tecnologia da parte dei giovani. La chiusura delle scuole e il passaggio all'apprendimento a distanza per gran parte degli ultimi due anni, è la sua lettura,  ha ostacolato la «capacità di comunicare e il normale sviluppo dei giovani». I quali ora, anche bambini, hanno molte più probabilità di imparare cose dai loro smartphone piuttosto che ascoltare i loro genitori o nonni, rendendo più difficile per questi ultimi «trasmettere i valori in cui sono cresciuti».

«La chiesa è diventata una vittima di tutto ciò che sta accadendo», ha detto J?draszewski, aggiungendo che “le risposte non sono semplici come potrebbero indicare i dati grezzi».

*Cattedrale di Gniezno, Polonia. Foto tratta da commons wikimedia.org, immagine originale e licenza

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