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Il Parlamento catalano riabilita le

Il Parlamento catalano riabilita le "streghe": donne vittime di misoginia e femminicidio

Non è una novità, essendo già successo in Svezia, Scozia, Svizzera e - in Spagna - nella comunità autonoma della Navarra, ma anche il Parlamento catalano ha voluto riabilitare le “streghe”, vittime di misoginia, dando sostegno al manifesto "Non erano streghe, erano donne", promosso dalla rivista Sapiens. La proposta, firmata dai gruppi ERC (Sinistra Repubblicana per la Catalogna), Junts (Uniti per la Catalogna), CUP (Candidatura di Unità Popolare) e En Comú Podem, è stata approvata con 114 voti a favore, 14 contrari (Partito Popolare e Vox) e sei astensioni (Ciudadanos). Fra i favorevoli anche i socialisti, pur se non hanno firmato l’iniziativa in quanto «simbolica» e ritendendo per questo che dovesse essere portata in Commissione e non in assemblea.

Per Il Partito Popolare e il partito di estrema destra Vox la questione mancava di «rilevanza»: il Parlamento sta discutendo «sulle streghe», mentre in Catalogna c'è povertà e insicurezza.

«Siamo le eredi di streghe, avvelenatori e guaritori. C'è un'evoluzione: oggi, noi femministe radicali siamo chiamate feminazis (femminaziste, ndr). C'è un legame tra caccia alle streghe e femminicidi», ha affermato Jenn Díaz, vice di Esquerra Republicana. «Vogliamo che ci sia una riparazione e capire che siamo effettivamente lontani» da quei tempi. Per tutto ciò, la riaprazione, la richiesta di «perdono», meritava una seduta parlamentare plenaria: la memoria storica per “riparare” le vittime, è questione connessa al presente.

L’iniziativa assume un particolare significato in Catalogna: nella Vall d'Àneu (nella regione di Pallars Sobirà – Lleida), uno dei luoghi dove si verificarono più esecuzioni, è stata approvata la più antica legge europea contro il crimine di "stregoneria", datata 1424. Furono più di 400, la stragrande maggioranza delle quali donne, le persone state giustiziate con l’accusa di stregoneria in Catalogna, dove la persecuzione fu molto più violenta che in altre parti della Spagna «Non furono bruciate – ha rilevato El País  (‘’’) -, ma impiccate, perché furono i tribunali e la giustizia secolare a perseguitarle e punirle come criminali comuni. Le esecuzioni avvenivano nella piazza del paese o sulla forca installata in diversi luoghi visibili».

Ora, dopo il voto nel Parlament, alcune strade catalane potranno essere intitolate alle “streghe” fra i secoli XV e XVIII, il cui assassinio, ha detto Susanna Segovia, deputata di En Comú Podem, ha descritto come "femminicidio", lamentando il fatto che questo capitolo oscuro non compaia dei libri di storia medievale che i bambini studiano. «Parlano della distribuzione della terra e di molte cose, ma non di quello. E quella caccia alle “streghe” ha giocato un ruolo fondamentale nei meccanismi di controllo delle donne: erano indipendenti, guaritrici, vivevano sole e conoscevano i sistemi riproduttivi», ha detto. E dunque, fra le cose da cambiare, ha sottolineato, il modo in cui l'Istituto di Studi Catalani definisce “strega”: «donna vecchia e brutta» o una «donna vecchia e cattiva».

*Foto tratta da pixabay, immagine originale e licenza

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