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"Ora il papa apra gli archivi sulla dittatura franchista con la quale ha collaborato". La richiesta dei parenti delle vittime

Papa Francesco ha deciso di aprire gli archivi vaticani del periodo nazifascista, apra anche quelli relativi alla dittatura di Francisco Franco in Spagna. È questa la richiesta che l’Associazione per il Recupero della Memoria Storica (ARMH) ha formulato in una lettera consegnata alla nunziatura in Spagna. I parenti dei repubblicani che persero la guerra con i nazionalisti guidati da Franco ritengono che la pubblicazione dei documenti della dittatura li aiuterebbe a localizzare dove si trovano alcune delle migliaia di persone che rimangono disperse e a fare luce su quanto accaduto in Spagna dopo il colpo di Stato del 1936 e fino alla morte del dittatore nel novembre 1975.

«Ogni sforzo per aumentare la trasparenza e il libero accesso alla documentazione storica aiuta a conoscere il passato ed è un diritto delle società democratiche e della verità a cui devono avere accesso le vittime dei regimi fascisti», scrive nella lettera Emilio Silva, presidente di l'ARMH. La lettera è stata recapitata ieri al nunzio apostolico, Bernardino Auza.

Silva sostiene che “«c'è stato un coinvolgimento esplicito al colpo di Stato da parte della gerarchia cattolica spagnola e una stretta collaborazione con il dittatore per più di tre decenni. Gli fu dato il titolo di “Caudillo per grazia di Dio"». La Chiesa cattolica, insiste Silva, «ha partecipato alla progettazione della repressione di migliaia di spagnoli» e «ha trasformato la sua dottrina in legislazione di un regime che perseguitava coloro che non rispettavano il suo dogma, impedendo il libero esercizio della libertà di coscienza».

Trascorsi più di 80 anni dal colpo di Stato franchista, vogliamo chiedere l'apertura degli archivi e l'accesso a tutta la documentazione che può aiutarci a sapere cosa è successo e anche a sapere dove si trovano alcune delle migliaia di persone che mancano ancora. Sarebbe un gesto minimo – considera Silva - rispetto al danno arrecato alla nostra società dall'alleanza tra la gerarchia cattolica e i fascisti spagnoli, che avevano Adolf Hitler e Benito Mussolini tra i loro principali alleati».

Secondo l'ARMH sarebbero ancora più di 114.000 i repubblicani dispersi e che la pubblicazione di questi documenti faciliterebbe la loro ricerca, fine con il quale l'organizzazione presieduta da Silva è stata creata nel 2000. Il lavoro, svolto da volontari, è iniziato molto prima che il governo di José Luis Zapatero approvasse la Legge sulla Memoria Storica nel 2007. In due decenni sono state scavate, e senza iuti pubblici, più di cento delle quasi 3.000 fosse che esistono in tutta la Spagna.

Silva spiega al giornale che ha ottenuto la missiva (The Objective) che nel 2006, durante il dibattito sulla Legge della Memoria Storica, i vescovi spagnoli pubblicarono il documento Considerazioni morali sulla situazione attuale in Spagna. «Il testo parlava di lasciare in pace il passato, già risolto nella Costituzione. Tuttavia, un mese e mezzo dopo annunciò la più grande beatificazione nella storia dei martiri della guerra civile spagnola. Un esercizio di doppi standard sul passato. Vuole parlare come vittima, ma si rifiuta di riconoscere e compiere qualsiasi azione di ciò che ha fatto come parte alleata dei carnefici».

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