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Cuba /2: vescovi cubani: un diritto di famiglia né etico, né naturale

Cuba /2: vescovi cubani: un diritto di famiglia né etico, né naturale

Tratto da: Adista Notizie n° 34 del 08/10/2022

41231 L’AVANA-ADISTA. Un paio di settimane prima del referendum del 25 settembre sul nuovo Codice delle famiglie (v. notizia precedente) i vescovi cubani hanno indirizzato un “Messaggio” ai «fedeli e a coloro che si sentono vicini alla Chiesa e vogliono conoscere la loro opinione». Data l’inclusività del testo che riforma il diritto di famiglia del 1975 con l’introduzione del matrimonio fra persone dello stesso sesso, l’adozione per le coppie omosessuali, l’utero in affitto, il messaggio episcopale (12 settembre), pur se fortemente critico, apre condividendo alcun principi della nuova legislazione.

«È positivo in questa proposta di legge – scrivono i vescovi –, tra l'altro, il rigore con cui viene respinta la violenza all'interno della famiglia, il modo in cui vengono accolti e tutelati i diritti dei nonni, il modo in cui si inserisce l'assistenza agli anziani, alle persone con disabilità e soggetti vulnerabili. Accogliamo inoltre con favore il riconoscimento delle disposizioni della Convenzione sui diritti del fanciullo e che, in vari ambiti, sia esplicitamente affermato l'obbligo di provvedere al cibo e alla cura di coloro che si trovano in situazioni sfavorevoli e donne in gravidanza».

E qui terminano complimenti e condivisione, perché l’episcopato precisa subito: «Questo, tuttavia, non può risolversi in una sottovalutazione delle messe in discussione, critiche e rifiuti di un settore importante della nostra società che si basano su principi, valori legittimi, scienze umane e biologiche, sulla nostra storia, tradizioni e credenze religiose».

Il messaggio espone poi per punti tutti i nodi controversi intercettati dai vescovi. Innanzitutto:

- «Non giova alla famiglia cubana l'introduzione nella nostra legislazione dei contenuti della cosiddetta “ideologia di genere”, che si rintraccia in molte delle proposte»;

- «Non è vero che la cosa più vantaggiosa per bambini e adolescenti è introdurre un'interpretazione del principio di "autonomia progressiva" che si estenda alla possibilità che i minori, senza l'autorizzazione dei genitori, possano assumere determinati criteri, soprattutto quelli che coinvolgono processi clinico-chirurgici irreversibili, che determinano situazioni esistenziali o identitarie per le quali non sono preparati».

- «Né che i minori possano essere adottati legalmente da coppie dello stesso sesso, quando l'adozione è essenzialmente un modo per concedere per legge al figlio ciò che per natura gli appartiene e di cui ha bisogno: un padre e una madre».

- «Non è etico che venga riconosciuta come adeguata la cosiddetta "gestitazione solidale" (utero in affitto), in cui una donna che porta in grembo un bambino per nove mesi debba consegnarlo ad altre persone subito dopo il parto, privando entrambi, madre e figlio, della il legame affettivo che la gestazione instaura naturalmente».

- «Il matrimonio tra un uomo e una donna, che è la base naturale della famiglia, non può essere spostato o deformato per far posto ad altri modi legalmente costruiti».

Insomma, una delusione, dichiarano i vescovi: «Siamo delusi dal fatto che queste e altre proposte notoriamente messe in discussione dalla società rimangano intatte nel Codice che ora viene sottoposto a referendum» e lamentano che «la campagna ufficiale per presentare il testo proposto come idoneo» abbia utilizzato «tutti i mezzi di comunicazione a cui noi cubani abbiamo accesso». «Perché il voto sia tale – spiegano – è necessario disporre di una pluralità di informazioni che consenta al cittadino di prendere la propria decisione. L'informazione, che scorre in una direzione, senza altri contrappesi, opera come fattore condizionante, e il voto che ne deriva esprimerà, necessariamente e inevitabilmente, una volontà condizionata». Il messaggio chiude dunque con l’«appello alla coscienza e alla responsabilità di tutti i cubani, credenti e non credenti, di prendere in considerazione nel votare ciò che dettano la loro coscienza, la loro fede, le loro convinzioni e principi, pensando non solo alle generazioni attuali, ma anche al futuro, e al benessere spirituale e materiale di tutti i cubani».

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