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Il card. Zuppi è a Mosca. Il mondo col fiato sospeso

Il card. Zuppi è a Mosca. Il mondo col fiato sospeso

Tutta in salita la missione di pace che sta conducendo il card. Matteo Zuppi in rappresentanza di papa Francesco. Mentre scriviamo è a Mosca, con il fine – come comunicava la Sala Stampa vaticana annunciando che la visita sarebbe stata di due giorni, 28 e 29 giugno – di «incoraggiare gesti di umanità, che possano contribuire a favorire una soluzione alla tragica situazione attuale e trovare vie per raggiungere una giusta pace».

Ha lasciato basiti il lancio serale della Ria Novosti (27/6), dove si informava che il Ministero degli Esteri a una loro precisa domanda aveva risposto: «Non sono previsti incontri al ministero degli Esteri». Eppure, era stata Maria Zakharova, la portavoce del Ministero degli Esteri, ovvero di Sergej Lavrov, a valutare «positivamente i tentativi del Vaticano di aiutare a porre fine al conflitto in Ucraina», rilevando che la Santa Sede al momento (era il 26 maggio) non aveva ancora «intrapreso nessuna azione» per organizzare una visita a Mosca dei suoi rappresentanti.

Sia come sia, l'agenda ufficiale non è stata diffusa. Avvenire però sostiene che il presidente della Cei «dovrebbe celebrare oggi (28/6, ndr) nella Cattedrale latina della capitale russa, mentre domani dovrebbe incontrare il patriarca ortodosso Kirill». Incontro che correttamente il quotidiano definisce «una delle tappe più importanti della sua due giorni moscovita, non solo in chiave politico-diplomatica (sono noti gli stretti rapporti del patriarcato con il Cremlino), ma anche sul piano dei rapporti ecumenici tra Chiesa cattolica e la più numerosa Chiesa ortodossa del mondo. In quest'ottica, a far ben sperare – aggiunge Avvenire - sono le due recenti visite del metropolita Antonij a Roma. Il "ministro degli esteri" del patriarcato è stato all'inizio di maggio all'udienza generale del Papa e a metà giugno si è recato a visitare la Comunità di Sant'Egidio, incontrando il fondatore Andrea Riccardi». E la capacità diplomatica di Sant’Egidio è cosa nota.

Comunque non c’è sentore di un incontro con Putin e a quanto pare nemmeno con Lavrov. In merito, Avvenire osserva: «Ma anche nella precedente tappa in Ucraina, inizialmente non era previsto che il cardinale vedesse il presidente Zelensky, ma poi l'incontro avvenne».

Pessimista il Sismografo (27/6) commenta: se gli inviati del papa (Zuppi è accompagnato da un Officiale della Segreteria di Stato di cui si ignora il nome) «incontrano Putin, troveranno un leader più aggressivo e indebolito» a motivo del cosiddetto tentativo di colpo di Stato, che pare che non fosse, di Prigozhin, «perché, come Putin stesso si descrisse raccontando una sua esperienza a Berlino negli anni della caduta del Muro: "I topi accerchiati e minacciati sono più pericolosi"».

Non la pensa così mons. Paolo Pezzi, presidente dei vescovi cattolici russi, che al SIR (27/6) ha detto: «Considerando poi gli ultimi eventi, direi anche che l’urgenza e la disponibilità alla pace mi sembrano accresciute. (…). Direi che è molto importante che si sia riusciti ad organizzare questa visita proprio adesso. Non nascondo che le attese sono molto grandi anche perché soprattutto alla luce degli ultimi eventi, si capisce che c’è da parte di tanti la voglia semplice di tornare a guardarsi negli occhi con serenità, con voglia di riallacciare rapporto e con il desiderio di costruire finalmente». «Riguardo a cosa concretamente questa visita può smuovere – ha aggiunto Pezzi – penso che senza dubbio l’aspetto umanitario e quindi la situazione dei prigionieri di guerra e la situazione dei profughi saranno in primo piano. Penso cioè che a questo livello si potranno fare, forse anche subito, dei passi concreti».

In attesa di, si spera, buone nuove dalla terra russa, bisogna ricordare che, nel quadro della medesima missione, Zuppi si era già recato a Kiev (5 e 6 giugno). Qui aveva dovuto registrare il rifiuto netto del presidente ucraino Volodomir Zelenksy a intraprendere un dialogo con la Russia, a meno che questa non accetti il "piano di pace" ucraino in 10 punti (v. Adista Notizie n. 21/23). Rifiuto ribadito il 27 giugno dal capo dell'ufficio presidenziale ucraino Andrij Yermak: «Non abbiamo bisogno di mediazione. Non ci fidiamo della Russia», pur affermando che il viaggio del cardinale in Russia è visto con favore «se segna l'inizio del coinvolgimento del Vaticano nello scambio di prigionieri e nel ritorno dei bambini» deportati in Russia.

*Foto di Mons. Matteo ZUPPI. Foto di Francesco Pierantoni, Premio Colombe d’oro per la pace dell’Archivio Disarmo dell’Iriad, tratta da Flickr, immagine originale e licenza

 

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