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Franz Jägerstätter, un contadino contro Hitler che la Chiesa fatica a ricordare

Franz Jägerstätter, un contadino contro Hitler che la Chiesa fatica a ricordare

Tratto da: Adista Notizie n° 30 del 16/09/2023

41573 ROMA-ADISTA. Partiamo da lontano. Lunedì 4 settembre, su Rai3, nel corso del programma “In Cammino”, condotto da padre Enzo Fortunato, si parlava dell’Ordine dei Cavalieri di Malta e del loro fondatore, padre Gerardo Sasso. Il programma – una acritica apologia dell’Ordine e del suo ruolo militare e assistenziale – conteneva passaggi particolarmente significativi del clima di rinnovata esaltazione della funzione civilizzatrice della guerra che si respira anche all’interno della Chiesa cattolica. Riccardo Paternò di Montecupo, attuale Gran Cancelliere dell’Ordine di Malta, ha ad esempio dichiarato: «Dobbiamo considerare l'ordine di Malta come l'attore il Protagonista della prima e di maggior successo dell’operazione di difesa comune Europea». Il conduttore del programma, padre Fortunato, ha liquidato con poche e semplicistiche parole i dubbi di quanti potrebbero ancora pensare che armi e Vangelo non costituiscano un naturale connubio. Parlando della battaglia di Lepanto del 1571 e della fine dell’avanzata Turca nel Mediterraneo il religioso chiosava: «Queste vicende storiche pongono seri e importanti interrogativi come potevano esistere tra i religiosi monaci in armi. frati che combattevano e che quindi uccidevano il nome di Dio per servire Dio. La realtà è complessa: si trattava di difendere la fede cristiana; si trattava soprattutto di difendere chi non poteva difendersi, i più fragili, gli ammalati, contro una ferocia che non guardava in faccia a nessuno».

È solo uno dei moltissimi esempi di come ogni giorno venga proposta all’opinione pubblica una visione del mondo e della storia che legittima la guerra e la violenza dei “buoni” in funzione “civilizzatrice”. Un antidoto a questa deriva – acuitasi dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina – può venire dalla lettura di testi come quello appena pubblicato dall’editore Di Girolamo, la biografia del contadino sagrestano austriaco Franz Jägerstätter, obiettore di coscienza per essersi rifiutato di arruolarsi nell'esercito nazista, arrestato processato e condannato a morte nel 1943 per la sua scelta (Erna Putz, Franz Jägerstätter. Un fulgido esempio in tempi bui, Il Pozzo di Giacobbe, 2023, pp. 216, euro 16.90: il libro, al prezzo scontato di euro 15, può essere richiesto anche ad Adista, tel. 066868692; email: abbonamenti@adista.it; o acquistato presso la nostra libreria online).

Anche dopo la guerra la Chiesa cattolica è stata a lungo reticente a riconoscere la testimonianza e l’eroismo di Jägerstätter. La radicalità della sua scelta metteva infatti in forte imbarazzo una Chiesa che le armi e la violenza le aveva tradizionalmente legittimate e sostenute. In particolare, Jägerstätter – come si legge anche nell’annullamento della sentenza di condanna decretata dal Tribunale di Berlino nel 1997 (ed ecco il collegamento con il programma di Rai3 cui si faceva cenno all’inizio) – «si oppose alla guerra sul fronte orientale, nonostante molti cattolici l’abbiano sostenuta poiché, al contrario di lui, sostenevano la lotta armata al bolscevismo». Insomma, una opposizione alla guerra e alla violenza radicale, senza nessuna legittimazione possibie, magari legata allo “scontro di civiltà”.

Franziska, la moglie di Franz Jägerstätter, fu sempre a fianco del marito e ne sostenne le scelte. Dopo la sua morte continuò a perorarne la causa e con le tre figlie soffrì per anni l’isolamento e l’ostracismo da parte della comunità civile ed ecclesiale.

Il libro di Erna Putz è la più aggiornata biografia disponibile di Jägerstätter, anche perché l’autrice ha vissuto a lungo accanto alla moglie Franziska e ha pubblicato diversi studi sull’argomento. Dal libro emerge come la svolta nella vita di Jägerstätter avvenga dopo il matrimonio, nel 1936. In quel periodo Jägerstätter aveva approfondito la sua fede cristiana, ritenendola incompatibile con il nazionalsocialismo. Per questo, dopo l'annessione dell'Austria alla Germania nazista, nel 1938, Jägerstätter rifiutò l'incarico di sindaco del suo paese, Sankt Radegund. E in occasione del plebiscito sull'annessione, il 10 aprile 1938, fu l'unico tra i suoi concittadini a votare "no". Successivamente dichiarò apertamente che, come credente (nel 1940 era diventato anche terziario francescano), non poteva prestare servizio militare, nonostante anche il vescovo di Linz, Josephus Calasanz Fließer, gli consigliasse di desistere dall'obiezione di coscienza. Rifiutatosi più volte di ritirare la sua dichiarazione di obiezione di coscienza, venne ghigliottinato il 9 agosto 1943 a Brandeburgo sulla Havel.

Jägerstätter è stato beatificato dalla Chiesa solo nel 2007. Nonostante ciò, resta una figura poco conosciuta, e ancor meno proposta e promossa, in ambito ecclesiale. «La cancellazione dalla memoria collettiva della testimonianza di Franz Jägerstätter – scrive nalla postfazione al libro lo storico del cristianesimo Sergio Tanzarella (che è tra gli studiosi impegnati nella divulgazione della significativa figura del contadino-obiettore) – è la prova di una società europea che non ha fatto i conti con il proprio passato e nella quale non hanno trovato spazio quelle figure di resistenti la cui sola esistenza risulta ancora insopportabile per quei poteri, non solo le dittature del passato ma anche le attuali democrazie, che pretendono cieca incosciente obbedienza e che continuano a rifiutare sia il riconoscimento della colpa, sia a eludere il compito di non dimenticare i martiri come esito positivo del processo di purificazione della memoria». 

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