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Sant'Anna di Stazzema: la strage nazifascista di 80 anni fa monito per il presente

Sant'Anna di Stazzema: la strage nazifascista di 80 anni fa monito per il presente

ROMA-ADISTA. Ottant'anni fa, all'alba del 12 agosto 1944, la follia omicida si abbatteva su Sant'Anna di Stazzema, un piccolo borgo della Versilia, in Toscana. Tre reparti delle SS naziste, assieme ai fascisti italiani, compivano una delle stragi più efferate della Seconda guerra mondiale in Italia, uccidendo oltre 560 persone, tra cui donne, anziani e bambini.

Un'alba di sangue 

In quel tragico giorno, un piccolo paese fu annientato dalla violenza cieca e inaudita. I nazifascisti, sospettando la popolazione di collaborare con la Resistenza, circondarono l'abitato e massacrarono chiunque incontrassero, senza distinzione di età o sesso. Un'azione criminale che segnò indelebilmente la storia di un'intera comunità e del nostro Paese.

La memoria come dovere civile

Oggi, a distanza di ottant'anni, ricordiamo con dolore e commozione le vittime di Sant'Anna di Stazzema. Ma la memoria non è solo un doveroso esercizio civile. Ricordare significa rifiutare l'indifferenza, significa opporsi a ogni forma di violenza e discriminazione. Significa, soprattutto, trasmettere alle nuove generazioni i valori della libertà, della giustizia e della solidarietà, valori che i nazifascisti cercarono di annientare.

La lotta contro il fascismo 

L'eccidio di Sant'Anna di Stazzema ci ricorda che il fascismo non è un capitolo chiuso della nostra storia. Anzi, i suoi germi possono riaffiorare in ogni momento, sotto mentite spoglie. È per questo che dobbiamo essere sempre vigili, pronti a contrastare ogni tentativo di riscrivere la storia, di minimizzare le atrocità commesse o semplicemente di far subentrare l'oblio.

E occorre anche contrastare ogni riscrittura dell'educazione civica nella scuola dettata da visioni "pedagogiche" di ispirazione governativa.

Un futuro di pace 

Sant'Anna di Stazzema è un monito per tutti noi. Un motivo in più per lavorare incessantemente per un futuro di pace. Solo attraverso la memoria e l'impegno collettivo potremo costruire una società in cui i valori della democrazia e della libertà, negati dai nazifascisti in nome dell'uso della violenza e della glorificazione della guerra, siano pienamente affermati e tutelati come bene comune.

* Presidente di PeaceLink

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