La comprensione della messa è finita. Urge un’evoluzione liturgica
Tratto da: Adista Documenti n° 30 del 07/09/2024
DOC-3333. PALERMO-ADISTA. «Che dicono di noialtri che celebriamo la messa, della Chiesa che celebra la messa» gli «altri e le altre» che ci guardano? Questa domanda è centrale». «Per questo non ci occorre tanto un “ritorno alle fonti della tradizione” (…). Oggi ci è chiesta una spoliazione per metterci a nudo sotto lo sguardo degli uomini e delle donne del nostro tempo», «per una conversione teologica ed evangelica», per riacquistare credibilità, per rispondere alla «domanda di partecipazione» e di libertà che sono dimensioni precipue della nostra attuale collettività. Nell’intervento che segue, tenuto in occasione della “Fraternità estiva” organizzata dalla Comunità ecclesiale della Rettoria Santa Maria di Portosalvo in Palermo (Motta D’Affermo 18-21 luglio 2024), sul tema “Leggere i segni dei tempi. Discernimento e impegno”, Rosario Giuè, scrittore e teologo e prete a Palermo, avanza dubbi e si pone domande sui modi in cui la liturgia si celebra oggi, insignificante e autoreferenziale, sempre più incomprensibile per le persone che abitano questa epoca. È necessaria dunque un’«evoluzione liturgica», nel segno della «responsabilità ecclesiale».
*Foto presa da Unsplash, immagine originale e licenza
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