Nessun articolo nel carrello

All’assemblea dell’Onu Milei ripudia l’Onu, «leviatano multitentacolare»

All’assemblea dell’Onu Milei ripudia l’Onu, «leviatano multitentacolare»

Tratto da: Adista Notizie n° 34 del 05/10/2024

41995 NEW YORK-ADISTA. Che l’agenda del presidente argentino Javier Milei sia tutt’altra rispetto a quella di papa Francesco – come evidenzia l’attacco che gli ha rivolto Bergoglio all’incontro con i Movimenti popolari (v. notizia precedente) – è certificato dall’intervento pronunciato il 25 settembre da Milei all’Assemblea delle Nazioni Unite, dove ha condannato il multilateralismo e l’intesa collaborativa e dialogica fra gli Stati, opzione invece fondamentale secondo il pontefice per una sostenibilità futura dell’umanità. Per riassumere il senso del discorso del leader, il quotidiano argentino Pagina/12 nel riferirne ha acutamente titolato “Di spalle al mondo”.

Milei – che si è presentato dicendo che «non è un politico», ma piuttosto «un economista libertario liberale», venuto per «rimediare a un secolo di fallimento delle politiche collettiviste» – ha ribadito quanto aveva già annunciato: non firmerà il Patto per il Futuro – che mira, nel quadro dell’attuazione dell’Agenda 2030, a salvare quel multilateralismo che è caratteristica sostanziale dell’Onu – e il suo Paese abbandonerà la neutralità nei conflitti internazionali. «Sono qui per dire almondo cosa accadrà se le Nazioni Unite continueranno a promuovere le politiche collettiviste, che hanno promosso sotto il mandato dell’Agenda 2030», ha detto. «Se l’Agenda 2030 fallisse come riconoscono i suoi promotori, bisognerebbe chiedersi se si trattava di un programma mal concepito fin dall’inizio, accettare quella realtà e cambiare rotta. Non si può cercare di persistere nell'errore raddoppiando gli sforzi su un'agenda che ha fallito», ha sottolineato. «Accade sempre la stessa cosa con le idee che vengono da sinistra – ha sentenziato –. Disegnano un modello secondo quello che l'essere umano dovrebbe essere secondo loro, e quando gli individui agiscono liberamente in un altro modo, non hanno soluzione migliore che limitare e reprimere la tua libertà».

Secondo la sua visione, l'Onu «ha cessato di sostenere i principi delineati nella sua dichiarazione fondativa e ha cominciato a mutare»: «Un'organizzazione che era stata intesa – essenzialmente – come uno scudo per proteggere il Regno degli Uomini, si è trasformata in un Leviatano multitentacolare che cerca di decidere non solo cosa dovrebbe fare ogni Stato-Nazione, ma anche come dovrebbero vivere tutti i cittadini del mondo».

Milei ha sostenuto che l’Onu non rispetta i diritti umani, fino a consentire l'ingresso nel “Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite” di «dittature sanguinarie come quella di Cuba e del Venezuela». Ha anche messo in dubbio che «si sia votato contro lo Stato di Israele, che è l'unico Paese del Medio Oriente che difende la democrazia liberale», mentre «è stata dimostrata una totale incapacità [dell’Onu] di rispondere alla piaga del terrorismo».

L’Onu, ha seguitato, «è stata sostituita da un modello di governo sovranazionale di burocrati internazionali, che cercano di imporre un certo modo di vita ai cittadini del mondo» e il Patto per il Futuro «approfondirà il tragico corso che questa istituzione ha adottato». L'Agenda 2030 «è un programma di governo sovranazionale, di natura socialista, che mira a risolvere i problemi della modernità con soluzioni che minacciano la sovranità degli Stati nazionali e violano il diritto alla vita, alla libertà e alla proprietà delle persone» e «obbedisce a interessi privilegiati» e mette l'ONU «sulla strada sbagliata». Da qui la convocazione: «invitiamo tutte le nazioni del mondo libero ad unirsi a noi, non solo nel dissentire da questo patto, ma nel creare una nuova agenda per questa nobile istituzione: l'agenda della libertà».

Difficile dire come siano stati accolti e il discorso e l’invito di Milei dai presenti all’Assemblea. Ci è stato riferito che in Argentina girano video dei 15 minuti in cui il presidente ha letto il suo intervento: la una platea poco meno che vuota, cosa che pare abbia mandato in bestia l’oratore. Era piena la sala invece quando ha parlato il presidente brasiliano, Lula.

Perché un Patto per il futuro

Insieme al Patto Digitale Globale e alla Dichiarazione sulle Generazioni Future, il Patto per il Futuro tanto esecrato da Milei è stato adottato dai leader mondiali riuniti a New York il 22 settembre. Il Patto, un testo di 42 pagine, «è il culmine – si legge nel sito Onu italiano – di un processo inclusivo durato anni per adattare la cooperazione internazionale alle realtà di oggi e alle sfide di domani. Il Patto è l’accordo internazionale più ampio degli ultimi anni, che copre aree del tutto nuove e questioni sulle quali non è stato possibile trovare un accordo da decenni, e mira soprattutto a garantire che le istituzioni internazionali siano in grado di agire in un mondo che è cambiato radicalmente da quando sono state create. Come ha detto il Segretario Generale, “non possiamo creare un futuro adatto ai nostri nipoti con un sistema costruito dai nostri nonni”».

Il Patto copre un’ampia gamma di questioni, tra cui pace e sicurezza, sviluppo sostenibile, cambiamento climatico, cooperazione digitale, diritti umani, genere, giovani e generazioni future e trasformazione della governance globale. Sono richieste 56 azioni, anche a supporto del multilateralismo, per “cogliere le opportunità di oggi e di domani”».

Il Vertice, precisa il sito dell’Onu-Italia, «ha riunito oltre 4.000 persone tra i capi di Stato e di governo, gli osservatori, le organizzazioni internazionali, la società civile e le organizzazioni non governative. In un’ottica di maggiore impegno da parte di diversi attori, il Vertice formale è stato preceduto dalle Giornate d’azione del 20-21 settembre. Queste hanno attirato oltre 7.000 persone in rappresentanza di tutti i segmenti della società. Le Giornate d’azione sono state caratterizzate da forti impegni all’azione da parte di tutte le parti interessate, nonché da promesse di 1,05 miliardi di dollari per promuovere l’inclusione digitale». 

*Foto presa da Wikipedia, immagine originale e licenza 

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

Sostieni la libertà di stampa, sostieni Adista!

In questo mondo segnato da crisi, guerre e ingiustizie, c’è sempre più bisogno di un’informazione libera, affidabile e indipendente. Soprattutto nel panorama mediatico italiano, per lo più compiacente con i poteri civili ed ecclesiastici, tanto che il nostro Paese è scivolato quest’anno al 46° posto (ultimo in Europa Occidentale) della classifica di Reporter Senza Frontiere sulla libertà di stampa.