
Digiuno di giustizia in solidarieta con i migranti in piazza a Roma il 21 maggio
ROMA-ADISTA. Se il Digiuno di Giustizia ha potuto continuare per tutti questi anni è grazie all’esempio di papa Francesco: un buon Samaritano, che si è impegnato personalmente a salvare i migranti nel Mediterraneo, supportando e sostenendo i samaritani del mare, in particolare quelli di Mediterranea Saving Humans. Luminoso è stato anche il suo magistero sui migranti.
Ricordo solo alcune sue affermazioni che dovrebbero essere scritte sulla pietra: “Dio è con i migranti, respingerli è un peccato grave.” Il Signore è con i nostri migranti nel mare nostrum, ma non con quelli che li respingono.” “Per accompagnare il popolo nel cammino della libertà, Dio stesso attraversa il mare e il deserto; Dio non rimane a distanza, no, condivide il dramma dei migranti, soffre con loro, piange e spera con loro.” “C’è chi opera sistematicamente e con ogni mezzo per respingere i migranti. E questo, quando è fatto con coscienza e responsabilità, è un peccato grave.” “Non è attraverso leggi più restrittive, non è con la militarizzazione delle frontiere, non è con i respingimenti che si fermerà la strage!” È questo il grande testamento di papa Francesco. Questa sua spiritualità evangelica e radicale ci ha sostenuti in questi anni nel nostro impegno a fianco dei migranti nel Digiuno di Giustizia in solidarietà con i migranti.
Mai come oggi c’è bisogno di questi “richiami” nell’opulento Occidente che si proclama cristiano, ma rifiuta chi bussa alla sua porta. È un Occidente sempre più chiuso in sé stesso. Paradigmatici sono l’Australia, che rifiuta i disperati della storia; Trump negli Stati Uniti sta bloccando milioni di fratelli, sorelle, famiglie latino-americane, costruendo muri sempre più impenetrabili. Non solo, Trump ora ha dato inizio alle “deportazioni”. Più di un milione di migranti, in gran parte richiedenti asilo con appuntamento già fissato con le autorità americane per la loro regolarizzazione, è a rischio deportazione. D’altronde Trump ha già deportato in catene 30.000 migranti nell’orrendo carcere di Guantanamo, la base militare Usa a Cuba mentre un centinaio li ha deportati nelle terrificanti carceri del dittatore di El Salvador, Bukele, in cambio di un affitto di 6 milioni di dollari. È la vittoria del suprematismo bianco, il rifiuto dell’“altro”.
È quanto sta avvenendo anche in Europa con il trionfo un po’ ovunque dei governi di ultradestra che stanno imponendo la loro visione anche a Bruxelles. Infatti, la UE nel nuovo accordo sui migranti prende una linea ancora più dura: si parla di “deportazioni” dei migranti verso Paesi terzi che abbiano stretti accordi con uno o più stati membri della Ue. Questa è una novità giuridica spaventosa perché il migrante non verrà rimpatriato nel suo paese di origine o rimpatriato nel Paese di ingresso. Bensì sarà forzatamente spedito in un Paese terzo. La Legge riguarda solo i migranti che si sono visti rifiutare la domanda d’asilo in via definitiva, in tutti i gradi di giudizio. Si arriverà così, come ha fatto Trump, a incatenare e a deportare i migranti in Africa. Europa, patria dei diritti umani, come sei caduta in basso!
Papa Francesco nel 2016 aveva detto ai dirigenti UE: “Sogno un’Europa in cui essere migrante non è un delitto, bensì un invito a un maggiore impegno con la dignità di tutto l’essere umano.” Nello spirito di Papa Francesco, ci ritroveremo per la nostra giornata di Digiuno di Giustizia in solidarietà con i migranti il 21 maggio dalle ore 16 alle ore 17,30 in via San Nicola de’ Cesarini (Largo Argentina), Roma.
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