Nessun articolo nel carrello

Secondo vertice dell’Unione Africana sul clima: l'Africa passa all’azione

Secondo vertice dell’Unione Africana sul clima: l'Africa passa all’azione

Tratto da: Adista Notizie n° 33 del 27/09/2025

42370 ADDIS ABEBA-ADISTA. Si è svolto dall’8 al 10 settembre ad Addis Abeba, in Etiopia, il Secondo Vertice dell’Unione Africana sul clima (ACS2) sul tema "Accelerare le soluzioni globali per il clima: finanziamenti per lo sviluppo resiliente e verde dell'Africa". Il Vertice si è concluso con un chiaro appello a posizionare l'Africa non come una semplice vittima del cambiamento climatico, ma come motore di soluzioni e della prossima economia globale del clima. Il continente si propone infatti di raccogliere 50 miliardi di dollari all’anno per soluzioni climatiche e altri 100 miliardi per la produzione di energia verde.

Al termine dei lavori, è stata ufficialmente adottata la “Dichiarazione di Addis Abeba dei leader africani sui cambiamenti climatici”, che segna un momento storico perché pone l'Africa in prima linea nell'azione globale per il clima. Nella dichiarazione finale i leader hanno chiesto un «sostegno rafforzato e duraturo per potenziare l'attuazione di iniziative climatiche guidate dall'Africa, come l'iniziativa dell'Unione africana per la Grande Muraglia Verde, l'iniziativa per il ripristino del paesaggio forestale africano e l'iniziativa etiope per l'eredità verde».

Nel comunicato finale si precisa che «i leader hanno chiarito che il finanziamento per l'adattamento è un obbligo legale per i Paesi sviluppati, non un'organizzazione benefica. L'Africa ha sottolineato che il finanziamento per l'adattamento deve essere erogato sotto forma di sovvenzioni, non di prestiti che aggravano un debito già fragile. Per correggere lo squilibrio dei finanziamenti per il clima in Africa, è stato raggiunto un accordo storico per rendere operativo il tanto atteso Fondo Africano per il Cambiamento Climatico, sostenuto dalla Banca Africana di Sviluppo, che convoglierà obbligazioni verdi e strumenti finanziari innovativi pensati per le realtà africane».

In questa direzione, «i capi di Stato e di governo si sono espressi con una sola voce nel chiedere un'urgente riforma delle banche multilaterali di sviluppo per ridurre i costi di indebitamento e ampliare la rappresentanza africana nella governance finanziaria globale».

I leader hanno inoltre chiesto che la quota dell'Africa negli investimenti globali in energie rinnovabili aumenti dal misero 2% attuale ad almeno il 20% entro il 2030, un cambiamento che rifletterebbe finalmente il potenziale del continente come potenza energetica rinnovabile.

Il Summit ha promosso la Green Minerals Strategy, un progetto per garantire che cobalto, litio, rame e terre rare alimentino non solo le catene di approvvigionamento globali di energia pulita, ma anche l'arricchimento locale, la creazione di posti di lavoro e l'industrializzazione. I leader si sono anche impegnati a istituire meccanismi finanziari dedicati per affrontare le minacce alla salute legate al clima, dalle ondate di calore mortali alla diffusione di malattie trasmesse da vettori.

ACS2 ha anche segnato il lancio ufficiale del nuovo Africa Just Resilience Framework (Quadro di resilienza giusta per l'Africa), che collaborerà con il Climate Justice Impact Fund for Africa (Fondo d'impatto per la giustizia climatica in Africa) per fornire un quadro e finanziamenti per le iniziative locali sul clima. Quest’ultimo organismo ha già erogato 64 sovvenzioni in 17 Paesi africani.

Né sfruttamento, né carità

Nel suo discorso conclusivo (letto dall’Ambasciatore Bankole Adeoye, commissario per gli Affari Politici, la Pace e la Sicurezza (PAPS), Commissione dell'Unione Africana), Mahamoud Ali Youssouf, presidente della Commissione dell'Unione Africana (AUC), ha sottolineato che il continente ha spostato il dibattito dalla crisi all'opportunità, dagli aiuti agli investimenti e dalle prescrizioni esterne alla guida africana.

«Abbiamo abbracciato la potente verità che l'Africa non è un destinatario passivo di soluzioni climatiche, ma l'attore e l'artefice di queste soluzioni», ha sottolineato. «Abbiamo inviato un messaggio chiaro e unitario in vista della COP30 (in Brasile dal 10 al 21 novembre, ndr): le richieste di finanziamento per il clima da parte dell'Africa non sono appelli alla carità. Sono un appello all'equità, alla giustizia e alla responsabilità globale condivisa. Abbiamo ribadito che i mercati del carbonio sono uno strumento per lo sviluppo sostenibile, non per lo sfruttamento. Questi meccanismi devono avvantaggiare le comunità africane, non derubarle».

Il presidente dell'Etiopia, Taye Atske Selassie, che ha chiuso ufficialmente il Secondo Vertice Africano sul Clima (ACS2), ha sottolineato: «Ad Addis Abeba, non ci siamo limitati a discutere della crisi climatica, ma abbiamo anche aperto la strada al nostro futuro comune, a nome del governo e del popolo etiope. Questo vertice ha consolidato il ruolo del nostro continente, non come vittima di una crisi che non ha creato, ma come polo globale per soluzioni climatiche, energie rinnovabili e crescita verde». «La nostra visione è chiara – ha aggiunto –: ci impegniamo a forgiare un continente prospero, resiliente e verde, e al centro di questa visione c'è l'urgente missione di liberare il nostro vasto potenziale di energia rinnovabile. È un'ingiustizia che oltre 600 milioni di africani vivano ancora senza accesso all'elettricità in questo continente. Si tratta di un enorme divario nella produzione e nell'approvvigionamento energetico. La nostra azione per il clima, quindi, dovrebbe iniziare con ingenti investimenti nelle energie rinnovabili e un appello alla giustizia climatica».

Verso la COP30

Tornando al comunicato, è interessante il commento sul quale si sofferma a proposito della COP30: «In un momento in cui molti vertici globali si sono ridotti a accuse reciproche e a situazioni di stallo – vi si legge – l'ACS2 si è distinto per il suo spirito di cooperazione. La presenza di leader provenienti da tutti gli Stati membri dell'Unione Africana, insieme a partner globali, rappresentanti della società civile, del settore privato, di organizzazioni religiose, di organizzazioni comunitarie, di comunità locali e di popolazioni indigene di tutto il mondo, ha rafforzato il messaggio che il clima è la prova definitiva del multilateralismo».

«Questo vertice – seguita il comunicato – ha dimostrato all'Africa e al mondo che quando le nazioni si uniscono per cercare soluzioni, si ottengono risultati migliori. Il successo del vertice è la prova che l'Africa può riunirsi, guidare e produrre risultati che hanno ripercussioni globali e che porteranno direttamente alla COP30 e oltre». Perciò, «il governo dell'Etiopia e la Commissione dell'Unione Africana continueranno a svolgere un ruolo guida nell'attuazione della Dichiarazione di Addis Abeba e a sostenere le iniziative scaturite dall'ACS2».

I numeri del Vertice

L’importanza del summit etiopico e la centralità del suo tema per il futuro del Continente sono dimostrate anche dall’interazione fra i partecipanti che il comunicato definisce «sorprendente», fornendo i numeri dell’evento: «Oltre 25.000 delegati , tra cui capi di Stato e di governo, ministri, rappresentanti della società civile, partner per lo sviluppo, settori privati, comunità locali e popolazioni indigene, agricoltori, giovani e mondo accademico, si sono riuniti qui per deliberare e tracciare una strada per il loro futuro e per i posteri.

23 padiglioni dell'Addis International Convention Center (AICC) hanno ospitato dibattiti interattivi con migliaia di partecipanti provenienti da paesi africani, organizzazioni regionali e partner per lo sviluppo.

Oltre 43 mostre del settore privato hanno presentato innovazioni e impegni per la crescita verde e lo sviluppo a basse emissioni di carbonio.

Oltre 240 eventi collaterali ufficiali e obbligatori si sono concentrati principalmente sulle soluzioni climatiche guidate dall'Africa e hanno esplorato nuove strade». 

 

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

Sostieni la libertà di stampa, sostieni Adista!

In questo mondo segnato da crisi, guerre e ingiustizie, c’è sempre più bisogno di un’informazione libera, affidabile e indipendente. Soprattutto nel panorama mediatico italiano, per lo più compiacente con i poteri civili ed ecclesiastici, tanto che il nostro Paese è scivolato quest’anno al 46° posto (ultimo in Europa Occidentale) della classifica di Reporter Senza Frontiere sulla libertà di stampa.