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CARD. BERTONE: UNA CARRIERA SOTTO VUOTO. SPINTO DA RATZINGER

Tratto da: Adista Notizie n° 49 del 01/07/2006

33459. CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. Nato a Romano Canavese (Provincia di Torino e Diocesi di Ivrea) nel 1934, Tarcisio Bertone è il quinto di otto figli. Ha studiato in un "santuario" salesiano, l'oratorio di Valdocco a Torino, che, ancora giovane, lo attrasse verso la sequela di don Bosco. Divenuto prete salesiano il 1° luglio 1960, dopo essersi licenziato in Teologia alla Facoltà Teologica Salesiana di Torino, proseguì gli studi in Diritto Canonico a Roma, presso il Pontificio Ateneo Salesiano, dove insegnò dal 1967 al 1991.Come docente e studioso Bertone si segnalò non tanto come teologo, quanto per la profonda conoscenza del diritto canonico e l'esperienza in campo giuridico. La sua carriera ecclesiastica vera e propria inizia negli anni ‘80 quando assume il ruolo di consultore in diversi dicasteri della Curia Romana, soprattutto quello per la Dottrina della Fede. Poi, nel 1989 Bertone inizia a bruciare le tappe: quell'anno viene eletto Rettore Magnifico dell'Università Pontificia Salesiana. Appena due anni dopo, nel 1991, il papa lo chiama alla guida della diocesi di Vercelli. Altri due anni appena e la Cei lo nomina presidente della Commissione Ecclesiale Giustizia e Pace. Poi nel 1995, Giovanni Paolo II lo chiama, come Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, ad affiancare Joseph Ratzinger, di cui diventa il fedele braccio destro. Come Segretario dell'ex Sant'Uffizio fu corresponsabile di molte discusse decisioni prese dal dicastero e si fece la fama di coriaceo e inflessibile custode dell'ortodossia romanocentrica. Nel '97 firmò l'incredibile scomunica al teologo cingalese Tissa Balasuriya (v. adista n. 6/97), ritirata appena un anno dopo (v. Adista n. 7/98) in seguito ad una parziale ritrattazione del condannato. Collaborò poi alla stesura della Dominus Iesus, documento che compromise seriamente il dialogo ecumenico. Nel 2000 il papa lo incaricò di curare la pubblicazione della terza parte del "segreto" di Fatima e nel 2001 di "curare", dopo il clamoroso matrimonio con Maria Sung, mons. Milingo cui Bertone prescrisse un lungo (e misterioso) "ritiro spirituale" (v. Adista n. 65/2002). Poi nel 2003 Bertone succedette, dopo una lunga lotta tra le correnti curiali, a Tettamanzi come arcivescovo di Genova: la città della lanterna era all'epoca l'ultima sede cardinalizia allora disponibile, utile ad ingrossare le file o dei "progressisti" o dei "conservatori" in vista del Conclave. Ovvio quindi che fosse una cattedra particolarmente contesa: la prese Bertone, segnando un punto a favore dell'ala conservatrice del Concistoro, che l'anno successivo dilagò, riuscendo a far eleggere il ciellino Angelo Scola come patriarca di Venezia.

Il segretario di "stadio" e la dottrina della "rete"

Ma oltre ad una grande abilità nel muoversi dentro gli ambienti ecclesiastici, Bertone ha sempre posto grande cura alla promozione di se stesso e della sua immagine presso l'opinio-ne pubblica e i media. Fu per un periodo corrispondente della Radio Vaticana. Non di rado ospite di eventi mondani, kermesse laiche e religiose, nonché di trasmissioni televisive, l'11 gennaio 2004, si fece conoscere al grande pubblico in qualità di telecronista di una emittente locale genovese, commentando la partita Sampdoria-Juventus (nella stessa veste partecipò anche alla trasmissione di Rai2 "Quelli che il calcio…"). Memorabile un passaggio della telecronaca in cui l'arcivescovo ipotizzò l'ideale formazione di una ipotetica nazionale della Chiesa. A se stesso assegnò il ruolo di presidente; per Ratzinger quello di allenatore, "perchè - disse - è uno come Trapattoni, riesce a dominare e controllare le situazioni della Chiesa: sì, direi che è il più adatto… Centravanti Ruini, che è come Trezeguet; il regista invece lo farei fare al segretario di Stato Sodano, chi meglio di lui può inventare gioco? E per la difesa Tettamanzi… eh sì, non può certo fare l'attaccante…" Sempre in Tv, il 17 febbraio 2005, ospite di Bruno Vespa in una puntata di "Porta a Porta", rivelò in anteprima assoluta (non lo sapevano neanche la famiglia Gregori ed il vescovo di Civitavecchia mons. Grillo) che la Commissione teologica istituita per analizzare il caso della lacrimazione della Madonna di Civitavecchia aveva emesso un verdetto che stabiliva che il fenomeno "non consta della soprannaturalità" (v. Adista 17/2005).

Dai riflettori alla "lanterna"

Anche come vescovo di Genova Bertone non ha mancato di confermare la sua fama di duro: nel 2004, in un intervento pubblicato il 13/6 sulla testata diocesana "Settimanale cattolico" (ora "Il cittadino"), giudicò la lettera scritta dai parroci di Cornigliano per osteggiare la costruzione di una moschea nel loro quartiere "un intervento stimolante" e, pur ribadendo il "diritto di ogni comunità religiosa di avere il suo proprio luogo di culto", invocava il principio di reciprocità. E comunque, disse, sarebbe stato meglio se la moschea si fosse costruita "in un ambito meno caratterizzato socialmente, tale da non suscitare la reazione della popolazione locale, in uno spazio più ampio, più aperto, più 'neutrale', urbanisticamente dignitoso ma meno invasivo della vita di quel 99 ed oltre per cento di persone che non sono musulmane, come accadrebbe in quella via di Cornigliano". Particolarmente controversa fu la decisione di Bertone di presenziare, il 20 luglio dello stesso anno, accanto al presidente della Repubblica Ciampi, al ministro della Difesa Martino e al Capo di Stato Maggiore della Marina Biraghi, all'inaugurazione della portaerei "Cavour", la più grande della flotta militare italiana, impartendo – proprio lui che era stato presidente della Commissione Cei Giustizia e Pace - la sua benedizione alla nave da guerra ancorata nel porto di Genova (v. Adista n. 57/04).

Ancora nel 2004, a novembre (v. Adista 87/2004), commentando la decisione dell''Università di Genova di conferire la laurea honoris causa in Filosofia al teologo Hans Küng, dichiarò di aver seguito "con preoccupazione" la trasformazione operata da Küng "della fede cattolica in un 'pluralismo sciolto', in un miscuglio di elementi cattolici frantumati", senza "l'orientamento verso quel centro spirituale che solo garantisce la vera cattolicità: l'unione cosciente con il Magistero universale della Chiesa". La cristologia, afferma Bertone, "è ridotta in Küng ad un puro ‘gesuanesimo umanistico' che insegna una ‘scienza del buon vivere'".

Più recentemente, gli strali di Bertone hanno colpito don Andrea Gallo, reo di aver pubblicamente preso posizione a sostegno della libertà di coscienza nel referendum sulla fecondazione assistita: Luigi Palletti, vicario generale dell'arcidiocesi di Genova, rimproverò aspramente, a nome della Curia, il sacerdote intimandogli di "fare chiarezza", "smentire" e "rettificare pubblicamente" le sue affermazioni, minacciando, in caso contrario, "i provvedimenti canonici del caso" nei suoi confronti (v. Adista n. 87/04).

Sono invece cronaca recente i ripetuti attacchi al Codice Da Vinci di Dan Brown, e - poche settimane fa – l'anatema scagliato contro lo spettacolo teatrale "La scimia", andato in scena il 21 e 22 aprile al teatro dell'Archivolto di Genova. La pièce, per la sua satira nei confronti di un certo tipo di religiosità repressiva ed oscurantista, era da tempo oggetto di feroci strali da parte del cattolicesimo più tradizionalista, cui Bertone non ha voluto far mancare il suo sostegno: "Questa non è libertà di espressione - ha tuonato Bertone - ma è una vera offesa ai simboli cristiani, è blasfema al pari delle vignette su Maometto". (valerio gigante)

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