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APRITE LE PORTE AL POPOLO. LETTERA APERTA AL VESCOVO DI ROMA E AI VESCOVI TEDESCHI

Tratto da: Adista Documenti n° 62 del 09/09/2006

Sua Santità papa Benedetto XVI, egregi arcivescovi e vescovi!

Nella sola Germania 1.845.141 persone, delle quali 1.483.340 espressamente cattoliche, hanno sottoscritto, nell'autunno del 1995, le 5 mozioni della Petizione della Chiesa-popolo. Lo hanno fatto a partire dalla Costituzione dogmatica del Concilio Lumen gentium, art. 37, e del canone 212 par. 3 del Codice di Diritto Canonico, secondo il quale i credenti hanno "il diritto, e talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa, e di renderlo noto agli altri fedeli, salva restando l'integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i pastori, tenendo inoltre presente l'utilità comune e la dignità della persona".

Membri della petizione della Chiesa-popolo si sono continuamente rivolti, negli anni passati, al papa a Roma, a singoli vescovi ed anche alla Conferenza episcopale tedesca, senza che, tuttavia, si sia arrivati ad un autentico dialogo. Ciò è tanto più deplorevole dal momento che le firme di laici, sacerdoti e religiosi in calce alla Petizione della Chiesa-popolo, come dimostrano numerose ricerche, rappresentano, allora come ora, la grande maggioranza dei cattolici e delle cattoliche praticanti impegnati nei processi di riforma stimolati dal Concilio Vaticano II (1962-1965), dal "Sinodo comune delle diocesi della Repubblica federale tedesca" (1971-1975) e dal Sinodo pastorale di Dresda (1973-1975), e poi sviluppati a livello teologico e pastorale.

In occasione della visita pastorale di papa Benedetto XVI nel settembre 2006, vogliamo affermare:

1. Per un numero sempre più grande di persone la "fede" nella Chiesa attraverso la fedeltà a strutture ormai superate è diventata difficile o impossibile. In centinaia di migliaia hanno già intrapreso un "esodo dalla Chiesa", in milioni l'hanno abbandonata in questa emigrazione interna. In particolare le donne trovano sempre più insopportabile il fatto che, tramite strutture ecclesiali patriarcali, venga loro impedito di vivere la loro vocazione e la loro fede nella Chiesa.

2. Cresce il numero di persone e comunità che si impegnano per riforme intraecclesiali come l'ordinazione femminile, l'accesso al sacerdozio degli uomini sposati (viri probati), l'abolizione del celibato obbligatorio per i preti o l'accesso dei divorziati risposati ai sacramenti. Anche i numerosi voti di Consigli, commissioni, associazioni, sinodi e colloqui pastorali mostrano in modo sempre più chiaro la necessità di queste riforme.

3. A causa della crescente mancanza di sacerdoti, la pastorale parrocchiale si trova di fronte a capovolgimenti rivoluzionari che non è pronta ad affrontare. La metà delle nostre parrocchie in Germania ben presto si ritroverà senza pastori ordinati e celebrazioni regolari dell'Eucaristia. Le attuali riflessioni sulle strutture da parte dei vescovi hanno perso di vista la comunità parrocchiale come modello originario della prima comunità cristiana e riflettono il distacco dalla comunità locale. Anche a livello mondiale, nel corso dei 26 anni di pontificato di Giovanni Paolo II, il numero dei sacerdoti è sceso di circa il 4%, mentre il numero dei cattolici e delle cattoliche è salito del 40%.

4. Il Sinodo mondiale dei vescovi sull'Eucaristia del 2005 a Roma ha mostrato che le richieste di riforma tematizzate da anni dalla Petizione della Chiesa-popolo non riguardano assolutamente solo la Germania. I vescovi – soprattutto quelli dei Paesi del Terzo mondo, degli Usa e delle Chiese uniate – ne hanno parlato espressamente.

5. L'attuale crisi finanziaria e di credibilità è segno di una più profonda crisi intellettuale e spirituale. I drastici provvedimenti per risparmiare vengono messi in atto in molte diocesi senza trasparenza e collaborazione più ampia. La retrograda struttura pastorale e sociale ha come effetto quello di allontanare sempre di più la Chiesa dalle persone.

6. La Chiesa cattolica, con il suo messaggio, raggiunge soltanto una piccola parte, sempre più piccola, dell'ambiente sociale, come ha dimostrato, in modo scioccante, lo "Studio Sinus" recentemente pubblicato, che ha indagato gli atteggiamenti delle persone nei confronti della religione e della Chiesa, così come desideri ed aspettative concrete nei confronti della Chiesa cattolica.

7. Troppo presa dai suoi problemi, la Chiesa non fa sentire la sua voce riguardo agli attuali processi di redistribuzione e ristrutturazione sociale così come nei confronti delle conseguenze della globalizzazione a livello mondiale.

8. I drastici interventi del Vaticano negli ultimi anni – come per esempio l'Istruzione sui laici, la lettera apostolica Ad tuendam fidem (a difesa della fede), la dichiarazione, tanto gravosa per l'ecumenismo, Dominus Jesus e l'istruzione liturgica Redemptionis sacramentum – hanno sempre più approfondito la frattura tra Chiesa gerarchica e Chiesa popolo.

9. Gravose in modo particolare per la Chiesa cattolica in Germania sono state e sono le recenti critiche rivolte al Comitato centrale dei cattolici tedeschi dal nuovo prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, card. Levada, la messa in discussione, da parte della Congregazione del clero, dei consigli parrocchiali, di decanato e diocesani, che esistono dai tempi del Sinodo di Würzburg, e di tutte le deliberazioni di quest'ultimo, come ora la limitazione, su pressione di Roma, delle responsabilità ecclesiali per le persone impegnate nella consulenza a donne in gravidanze conflittuali, dopo il ritiro dei vescovi tedeschi già dal 1999.

10. Il rifiuto del dialogo già constatato nel 1994 dal Comitato centrale dei cattolici tedeschi con la Chiesa popolo continua. Anche i numerosi tentativi di dialogo da parte del movimento della Chiesa popolo non sono stati presi in considerazione per nulla o al limite in modo molto esitante dai vescovi. Le richieste del movimento internazionale Noi siamo Chiesa di un colloquio con Giovanni Paolo II e papa Benedetto XVI non hanno avuto risposta.

La Chiesa cattolica si trova in Germania, in Europa e in tutto il mondo di fronte a drammatiche trasformazioni e sfide, che possono essere soltanto affrontate insieme dalla Chiesa popolo e dai vescovi. Se essi intendono essere veri pastori della Chiesa, in solidarietà con le sue necessità e le sue speranze, devono - come successori degli apostoli – agire, come dice l'apostolo Paolo, "non come padroni sui credenti, ma come servitori della nostra gioia" (2 Cor 1,24). Pertanto ci appelliamo a Voi:

- Approfittate della mancanza di sacerdoti come opportunità per una nuova consapevolezza della responsabilità individuale e comune nelle parrocchie! Impegnate i cosiddetti laici competenti nella trasmissione della fede e nella guida della parrocchia!

- Guardate all'esigenza delle donne come segno dell'i-dentificazione con la Chiesa! La visione delle donne per un nuovo ministero offre delle chance per una pastorale orientata al futuro!

- Accordate ai ragazzi e ai giovani adulti possibilità creative e responsabilità perché questo è l'unico modo per stare nella Chiesa!

- Riconoscete l'impegno anche delle cattoliche e dei cattolici critici come segno chiaro dell'amore per la Chiesa e come alternativa all'emigrazione reale o interna!

- Cogliete la specifica responsabilità nei confronti dell'e-cumenismo con le Chiese della Riforma! Date un chiaro riconoscimento all'unione nella fede così come ad una seconda assemblea ecumenica nel 2010!

- Dimostrate coraggio nella speranza cristiana! Abbiamo bisogno di una Chiesa aperta e dedita alle persone, una Chiesa sorella. Siate pronti al dialogo aperto ed onesto con la Chiesa popolo!

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