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LE "BÉATITUDES", COMUNITÀ CARISMATICA FRANCESE ALLA "DERIVA"

Tratto da: Adista Notizie n° 29 del 21/04/2007

33845. PARIGI–ADISTA. Manipolazione mentale e spirituale, condizionamento psicologico, utilizzo abusivo di concetti religiosi: sarebbero pratiche comuni in una delle più diffuse e influenti comunità del Rinnovamento carismatico francese, quella delle "Béatitudes". La denuncia arriva da un approfondito dossier pubblicato sul numero di gennaio-febbraio 2007 di Golias, rivista del dissenso cattolico francese, sintesi a sua volta del libro di Pascal Michelena Les Marchands d’âmes. Condotto sulla base di un ampio numero di testimonianze di membri attuali e passati della comunità, il libro mette in luce le "gravi derive" in atto all’interno delle "Béatitudes", in particolare per quel che riguarda la pratica di cosiddette ‘terapie cristiane’, tecniche "psico-spirituali" adoperate costantemente all’interno della Comunità con lo scopo di raggiungere la "guarigione interiore". Si tratta, secondo l’autore, di "un insieme di tecniche di manipolazione" che servono a rafforzare il principio di autorità all’interno del gruppo, a rendere più solido il senso di adesione e ad annullare i legami dei membri con il mondo ‘di fuori’.

Sorta a partire dagli inizi degli anni ‘70, sulla spinta di quel movimento più ampio del "risveglio ispirato dallo Spirito Santo", il movimento delle "Béatitudes", presente oggi in cinque continenti con più di sessanta comunità (di cui più della metà in Francia), è composto da laici, famiglie, religiosi/e e sacerdoti, che scelgono di vivere insieme in comunità affidate alla direzione di un ‘pastore’ (un prete, un religioso maschio o femmina, o una coppia) che, a sua volta, dipende da un ‘moderatore generale’, coadiuvato da alcuni ‘moderatori provinciali’.

Michelena, nel suo libro, denuncia l’"implosione" del movimento, di cui sarebbe responsabile l’attuale moderatore generale, François Xavier Wallays, un ex Padre bianco, che a partire dal 2003 avrebbe cominciato a circondarsi di "fratelli assistenti", tutti preti, persone fidate, ligie e obbedienti ai suoi comandi, e ad escludere progressivamente dalla guida delle comunità locali laici e suore, andando contro alla tradizione "collegiale" delle Béatitudes. Inoltre, per eliminare ogni dissenso e dibattito all’interno del movimento, sarebbe in atto un progressivo processo di "demonizzazione" di chiunque non la pensi come il ‘guru’. Di fronte a queste "derive", almeno un terzo dei ‘pastori’ responsabili delle comunità sarebbe in rivolta contro le decisioni di Wallays e avrebbe cercato di esprimere il proprio disaccordo durante l’assemblea generale del maggio 2006, per essere poi costretti al silenzio perché "non si discute l’opinione del capo": "Cari e amati fratelli", li ha ammoniti il guru, "le divisioni provengono dal demonio, non siete più in comunione con noi". E con questo ha chiuso l’assemblea. Gli abbandoni e gli allontanamenti dal movimento si stanno da allora moltiplicando. Un ‘pastore’ dissidente, sul punto di lasciare il movimento, ha raccontato: "La verità non viene mai detta e le informazioni sono riservate ad un piccolo gruppo di preti che ha il potere su tutta la comunità (...): un governo della comunità totalitario e malsano", dove chi resiste al moderatore generale "è sistematicamente emarginato e scartato".

Secondo la ricostruzione di Golias, nella vicenda assumerebbe un ruolo importante anche il Vaticano: mons. Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, si sarebbe infatti opposto alle numerose richieste di una visita canonica alle Béatitudes che arrivano dall’interno del movimento, oltre che da membri dell’episcopato francese. Questa "passività" avrebbe una causa precisa: l’esito negativo delle visite effettuate negli ultimi anni a due comunità del Rinnovamento, ‘le Verbe de Vie’ e ‘le Pain de Vie’. Il Vaticano, quindi, sembra voler prendere tempo, forse per non dare un ‘colpo di grazia’ ad un’altra comunità del Rinnovamento carismatico francese, i cui statuti sono stati approvati ad experimentum fino al 2008.

Tra tutti coloro che sono stati allontanati o sono stati costretti a lasciare le "Béatitudes", spicca il caso del co-fondatore, Philippe Madre, medico e diacono della diocesi d’Albi, bersaglio – denuncia il libro – di una vera e propria campagna denigratoria. Tutto inizia nel 2003 con un’accusa di molestie sessuali rivoltagli da un membro delle Béatitudes (che ha poi deciso di abbandonare il movimento). Wallays, senza offrire alcuna possibilità di difesa, gli notifica la sanzione: interdizione per sei mesi da ogni attività di insegnamento e tutoraggio all’interno della comunità. Successivamente, il moderatore generale gli comunica via telefono la chiusura del caso, promettendo una lettera di "riabilitazione" quanto prima. Madre racconta di essere ancora in attesa di ricevere il documento ufficiale di riammissione alla comunità. In realtà un documento viene prodotto, ma è quello con cui il moderatore Wallays conferma la decisione iniziale di sospendere il co-fondatore, dopo aver passato al setaccio i suoi scritti e averli fatti giudicare da una apposita commissione di suoi fedelissimi.

Anche per quel che riguarda la formazione dei seminaristi e formatori della comunità, secondo il dossier di Golias, ci sarebbero gravi carenze sul piano umano, culturale e teologico. La formazione teologica di base si tiene a Thy, un castello in Belgio, dove tutto lo studio di filosofia e teologia viene condensato in 9 mesi: "Una vera e propria frode intellettuale e spirituale", secondo l’opinione di un ‘pastore’ che medita di abbandonare il movimento.

La possibilità di continuare gli studi viene concessa solo ai seminaristi, mentre i laici, le coppie e soprattutto le suore ne sono esclusi. Il ruolo delle donne all’interno delle Béatitudes sembra infatti un altro punto dolente: sistematicamente emarginate da ogni ruolo di responsabilità da Wallays, le "sorelle" del movimento sembrano anche vittime di un inganno da parte di molte comunità delle Béatitudes. La loro condizione di consacrate, infatti, non è riconosciuta ufficialmente dal Vaticano e i loro sono voti privati, semplicemente "tollerati" a Roma. Il risultato di questa confusione sul loro ruolo e condizione è che l’80% delle "sorelle" delle Béatitudes è sotto antidepressivi e molte di loro seguono, di nascosto, una vera terapia psicologica.

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