
In vigore il divieto di ingresso negli USA a cittadini provenienti da 19 Paesi
È entrato in vigore il 9 giugno il decreto del presidente Donald Trump che limita l'ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di 19 Paesi. Ai richiedenti provenienti da 12 Paesi (Afghanistan, Myanmar, Ciad, Repubblica del Congo, Guinea Equatoriale, Eritrea, Haiti, Iran, Libia, Somalia, Sudan e Yemen) non si rilasciano nuovi visti. Ai viaggiatori degli altri 7 (Burundi, Cuba, Laos, Sierra Leone, Togo, Turkmenistan e Venezuela) è imposto un divieto parziale ai viaggiatori. Saranno cioè loro consentiti, ad alcune condizioni, visti lavorativi temporanei. Il divieto non si applicherà agli atleti che gareggeranno ai Mondiali del 2026, che gli Stati Uniti ospitano insieme a Canada e Messico, o alle Olimpiadi di Los Angeles del 2028. Allo stesso modo, le restrizioni non riguarderanno i diplomatici.
In una dichiarazione video, Trump ha motivato la decisione sottolineando che i Paesi inclusi nella lista presentano «rischi legati al terrorismo e alla sicurezza pubblica», oltre a carenze nei sistemi di screening e verifica dell'identità dei richiedenti. «Questa misura è essenziale per proteggere il nostro popolo», ha aggiunto.
Affermazione contestata dalle organizzazioni umanitarie e dai rappresentanti delle comunità colpite. Abby Maxman, presidente di Oxfam America, ha dichiarato che «questa politica non riguarda la sicurezza nazionale» e inoltre «divide e stigmatizza le comunità che cercano sicurezza e opportunità negli Stati Uniti».
*Foto ritagliata di Ricardo630 tratta da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza
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