
La politica criminale contro i migranti del governo italiano
ROMA-ADISTA. «C’è chi opera sistematicamente e con ogni mezzo per respingere i migranti e questo, quando è fatto con coscienza e responsabilità, è un peccato grave». Sono le parole di un grande profeta, papa Francesco. Mi sembra evidente che il governo Meloni stia operando sistematicamente e con ogni mezzo per respingere i migranti. Basterebbe citare il decreto “Disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori” del ministro dell’Interno Piantedosi. Si tratta di una vera e propria persecuzione contro le navi salva-vita delle ong con conseguente aumento di vittime nel Mediterraneo! Lo stesso vale per le politiche anti-migratorie, razziste e criminali, della Ue.
Questo, oltre a essere un “peccato grave”, è un crimine. Quand’è che un governo sarà portato in tribunale per questo terribile reato verso chi è costretto a fuggire da guerre, da fame, e dai cambiamenti climatici, causati in buona parte dai noi occidentali?
Secondo i miei calcoli, almeno centomila migranti sono sepolti nel Mediterraneo. Gli esperti poi sostengono che per ogni migrante che muore in mare, due periscono nel deserto del Sahara. Siamo davanti a un’immensa tragedia come quella della schiavitù dove centinaia di migliaia di africani persero la vita. Oggi noi condanniamo la schiavitù come un’aberrazione umana. Quand’è che avremo il coraggio di condannare le aberranti e disumane politiche dei nostri governi? Quand’è che condanneremo i miliardi dati dal governo Meloni e dalla Ue al governo libico perché trattenga i migranti sul proprio suolo?
Migliaia di migranti in Libia sono torturati, seviziati, violentati, ridotti in vera schiavitù. Uno dei torturatori più noti è il generale Al-Masri, il quale con un mandato di cattura per gravi violazioni dei diritti umani da parte della Corte penale internazionale (Cpi), di passaggio in Italia, fu rimandato con volo di stato italiano, in Libia! Abbiamo uno Stato che rispetta i diritti umani in questo Paese? Rispetta i diritti umani imprigionando i migranti nei Cpr ove si susseguono i suicidi contro le disumane condizioni in cui sono costretti a vivere? E rispetta i diritti umani deportando i migranti a Gjader, in Albania, in quella “colonia penale” dove si verificano atti di autolesionismo da parte dei migranti ivi rinchiusi. C’è di che vergognarsi!
Ma noi, come Digiuno di Giustizia, continuiamo a gridare per chi non ha voce. Per questo ci ritroveremo il 18 giugno dalle ore 17,15 alle 18,45, a Roma in via San Nicola de’ Cesarini (Zona pedonale-Largo Argentina).
Ebrima Danso: I sommersi e i salvati (foto di Luca Kocci)
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