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Pax Christi: Antonio De Lellis nuovo coordinatore nazionale, rinnovato l'impegno per Gaza

Pax Christi: Antonio De Lellis nuovo coordinatore nazionale, rinnovato l'impegno per Gaza

FIRENZE-ADISTA. Il nuovo Consiglio Nazionale di Pax Christi si è riunito a Firenze lo scorso 7-8 giugno e, con la presidenza del vescovo Giovanni Ricchiuti, ha eletto il coordinatore nazionale, Antonio de Lellis, la vicepresidente, Maria Emma Allegri, ha confermato nel ruolo di tesoriera Gianna Badoni.

«Nei giorni della Pentecoste, invochiamo lo Spirito Santo perché illumini e guidi i passi e le scelte che il Movimento è chiamato a fare in questi tempi bui e faticosi, dove anche la speranza viene messa alla prova», si legge nel comunicato finale del Consiglio nazionale del movimento.

«Non ci sono più lacrime per piangere il genocidio in corso a Gaza e in Cisgiordania. A questo si aggiungono le ultime notizie… “Stanno prelevando i nostri attivisti con la forza e li stanno rimpatriando”. Apprendiamo quanto sta accadendo in queste ore ai partecipanti alla Global March to Gaza. Dopo l’assalto militare da parte di Israele alla Freedom Flotilla, che intendeva portare aiuti umanitari alla popolazione di Gaza, ora sono sotto attacco anche attivisti partiti da 35 Paesi per raggiungere il valico di Rafah, per offrire sostegno alla popolazione della Striscia. Ci sono fermi e rimpatri forzati da parte delle autorità egiziane, come richiesto dal governo di Tel Aviv. C’è una chiara violazione dei Diritti Umani e prevale la spregiudicata volontà di annientamento del popolo palestinese. Complice l’assordante e colpevole silenzio dei governi occidentali, compreso quello italiano.

Ci angosciano le notizie di bombardamenti su città e ospedali in Ucraina, Russia e su tanti altri fronti di guerra a cui rischiamo di fare l’abitudine.

Così come ci angosciano le immagini e le notizie che giungono dagli Stati Uniti, con la ‘deportazione’ di persone straniere.

In questo quadro drammatico abbiamo avuto anche la recente approvazione del ‘Decreto Sicurezza’: una vera minaccia ai diritti fondamentali e una criminalizzazione di chi protesta, anche in modo pacifico.

Continueremo il nostro impegno in difesa dei diritti, in particolare di quelli spettanti alle persone immigrate che giungono o che risiedono nel nostro Paese.

Vogliamo sostenere i segni di speranza e disobbedienza civile che ci giungono dai Portuali di Genova (e di Marsiglia), che da tempo si rifiutano di caricare e scaricare armi da navi destinate a zone di guerra. In particolare, in questi giorni l’attenzione è rivolta ad una nave con un carico di armi destinate a Israele. A questi lavoratori va tutto il nostro sostegno, come abbiamo già anche manifestato in diverse occasioni, con l’iniziativa ‘Fari di pace’. Così come vogliamo essere vicini ai piloti e ai soldati Israeliani che si rifiutano di partecipare ai bombardamenti su Gaza. E anche alla società civile israeliana, con il movimento Standing Together.

Sono tante le situazioni e le tragedie che chiedono il nostro impegno, insieme a tutte le donne e gli uomini che non vogliono mettere a tacere la propria coscienza e lottano come artigiani di pace.

Anche oggi ripetiamo: rifiutiamo la guerra, gridiamo la speranza».

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