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A SANREMO NON SI CANTA IN GREGORIANO: I GESUITI RIFIUTANO DI CELEBRARE LA MESSA TRIDENTINA

Tratto da: Adista Notizie n° 19 del 08/03/2008

34314. SANREMO (IM)-ADISTA. Niente messa secondo il rito tridentino, anche se a volerla sono alcune centinaia di credenti. Lo ha stabilito il superiore dei gesuiti per il Nord Italia, p. Alberto Remondini, vietando esplicitamente la celebrazione regolare o periodica della messa di San Pio V nella città di Sanremo.

Questi i fatti, raccontati da Il Giornale (28/2). La nutrita congrega sanremese di fedeli legati alla messa in latino (più di 250 gli aderenti), costituitisi nell’associazione "Beato Tommaso Reggio", aveva chiesto ed ottenuto la prima celebrazione della messa tridentina nel centro del ponente ligure, messa che si è svolta il 23 dicembre scorso nella chiesa di Santo Stefano, retta dai gesuiti, ed è stata celebrata dal Superiore del convento dei Gesuiti, p. Pietro Vanetti. La grande affluenza – circa 500 i partecipanti – ha fatto presumere che l’evento potesse ripetersi con regolarità, ma p. Remondini si è opposto, limitando la possibilità di celebrare secondo il rito tridentino solo ad occasioni eccezionali. Secondo quanto riferisce un comunicato stampa dell’organismo tradizionalista Una Vox, Remondini ha compiuto un’ispezione nel convento e, in accordo con il Provinciale della Provincia d'Italia dei Gesuiti p. Francesco Tata, ha stabilito che "in tutte le chiese d'Italia gestite dalla Compagnia non potrà applicarsi il motu proprio del papa e non dovranno celebrarsi messe in latino, se non per eventi eccezionali pastoralmente giustificati caso per caso"; inoltre, "in nessun caso la celebrazione di messe in latino può avere cadenza fissa e/o periodica, foss'anche solo mensile come nel caso di Sanremo".

Immediata la risposta risentita dell’associazione "Beato Tommaso Reggio", che chiede il rispetto di quanto asserito dal papa nella lettera di accompagnamento al motu proprio Summorum pontificum del 7 luglio 2007, inviata a tutti i vescovi (v. Adista n. 51 e 53/07) a proposito di ciò che "per le generazioni anteriori era sacro" e che "non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso". "Abbiamo chiesto chiarimenti sia al Provinciale d’Italia, sia al superiore generale dei gesuiti – ha detto a il Giornale il portavoce dell’associazione, Enrico Spitali – precisando che la mancata risposta sarebbe equivalsa ad una conferma del divieto comunicatoci verbalmente". La risposta dal vertice della Compagnia di Gesù non è arrivata. E i fedeli tradizionalisti ora parlano di "spregio alle disposizioni del Santo Padre" da parte dell’Ordine "i cui membri, per statuto, formulano un voto speciale di obbedienza al papa": il primo atto del nuovo superiore generale, p. Adolfo Nicolás (eletto qualche settimana fa nel corso della 35.ma Congregazione generale dei gesuiti, v. Adista n. 12/08), sarebbe, secondo il portavoce italiano di Una Vox Francesco Rilla, una "patente di disobbedienza al Santo Padre", un atto "prima ancora che illegittimo e abusivo, oltraggioso verso Benedetto XVI". I gesuiti dimostrino il loro attaccamento al papa, tuonano i tridentini sanremesi, chiarendo "la situazione incresciosa creata dall’ostracismo ingiustificato" alla messa di San Pio V. (ludovica eugenio)

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