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I CONTI DEL FORUM TORNANO SOLO PER LE FAMIGLIE RICCHE. E I "FIGLI DI FATTO" RESTANO ESCLUSI

Tratto da: Adista Notizie n° 21 del 15/03/2008

34327. ROMA-ADISTA. Malgrado il consenso pressoché unanime, qualcosa non torna nell’iniziativa del Forum delle Associazioni Familiari (v. notizia predente). Intanto, la stessa petizione a favore di un fisco a misura di famiglia afferma esplicitamente di essere un primo passo in vista di una "futura, complessiva riforma del sistema fiscale", nella quale "sarà possibile prevedere anche l’introduzione di strumenti, quale il quoziente familiare, che abbiano alla base, come soggetto imponibile, non più l’individuo ma il nucleo familiare". Come spiega Pietro Boffi del Cisf, Centro Internazione Studi Famiglia, che ha contribuito alla stesura della petizione, "è urgente oggi mettere a tema non solo il concetto di sovranità della persona, ma anche il concetto di famiglia come società sovrana, che viene prima dello Stato e del mercato, e come tale gode di diritti sociali propri anche in relazione al concorso alla spesa pubblica. Secondo il principio di sussidiarietà, si riafferma questa sovranità della famiglia come soggetto sociale anche in campo fiscale". Corollario diretto di questa impostazione è l’esclusione dei figli nati fuori dal matrimonio dai vantaggi della riforma, perchè le coppie di fatto, naturalmente, non possono diventare soggetto di diritto. Sul tema, non a caso, la petizione del Forum rimane comodamente sul vago.

Ma c’è di più: malgrado la pretesa di mantenere la "progressività" della tassazione, a beneficiare dalla riforma fiscale family-friendly sarebbero soprattutto le famiglie più ricche. Dai conti dell’Afi, Associazione Famiglie Italiane, pubblicati su Avvenire il 22/2, emerge che un contribuente con moglie e 2 figli a carico, con un reddito di 25.000 euro annui, pagherebbe 2.943 euro in meno; con un reddito di 40.000 euro, il risparmio sarebbe di 5.128 euro. Ma guardando i numeri più da vicino si scopre ancora, ad esempio, che un contribuente con 2 figli a carico, con un reddito di 15.000 euro, pagherebbe 730 euro di tasse in meno rispetto al sistema attuale, con un miglioramento del 53%; con reddito di 100.000 euro, le tasse scenderebbero di 6.735 euro: si pagherebbe quindi 46 volte di meno rispetto al sistema attuale. In termini reali, la famiglia ricca risparmierebbe nove volte di più di quella pressoché nullatenente – e questo malgrado l’"imposta negativa" per gli "incapienti".

 

 

Al di là della proposta di riforma fiscale, però, il Forum sa bene che il welfare è oggi in mano soprattutto alle regioni: ed è per questo che l’iniziativa a livello nazionale si affianca un’intensa attività di lobbying a livello locale. Non dappertutto, però: nella Lombardia del ciellino Roberto Formigoni, ad esempio, il Forum è "pienamente soddisfatto della situazione". Molto diversa, invece, la situazione nelle regioni rosse: come in Umbria, dove il Forum stesso si è fatto promotore di una legge regionale sulla famiglia, o in Puglia, dove, spiegano, "la situazione è pessima". Il Forum regionale ha presentato un lungo "conto", con una serie di richieste urgenti, tutte volte ad un riconoscimento istituzionale delle associazioni familiari, "strumento indispensabile per la concreta attuazione del principio di sussidiarietà". Quello che non va, spiega infatti la presidente regionale del Forum Lodovica Carli, è che manca "uno sguardo d’insieme che abbia la famiglia e le associazioni familiari come strumenti e interlocutori di questo dialogo". (a. s.)

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