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“MENSA” SANA IN CORPORE SANO: VATICANO E CEI FANNO QUADRATO INTORNO AGLI INDAGATIDI “MENSOPOLI”

Tratto da: Adista Notizie n° 45 del 14/06/2008

34463. GENOVA-ADISTA. La coincidenza non avrebbe potuto essere più imbarazzante: lo scandalo di ‘mensopoli’, per presunte tangenti nelle mense comunali e per le forniture della Asl 2 di Genova, è scoppiato il 21 maggio, appena tre giorni dopo la conclusione della visita di papa Benedetto XVI nel capoluogo ligure (v. Adista n. 41/08). Agli arresti (anche se ormai sono già quasi tutti scarcerati) sono finite tre persone vicine al sindaco di Genova Marta Vincenzi (Pd), i due ex consiglieri comunali Massimo Casagrande e Claudio Fedrazzoni, e il portavoce del Sindaco Stefano Francesca, insieme all'imprenditore Roberto Alessio e all'ex dirigente delle finanze della Regione Liguria, Giuseppe Profiti, oggi presidente dell'ospedale pediatrico della Santa Sede “Bambin Gesù”. Ed è stato proprio il coinvolgimento di quest’ultimo a provocare il profondo imbarazzo del Vaticano, e soprattutto del segretario di Stato, card. Tarcisio Bertone.

L’ex-arcivescovo di Genova e Profiti sono infatti legati a doppio filo: nel novembre 2004, Bertone aveva chiamato proprio Profiti alla vice presidenza (in pratica, alla guida) dell’ospedale Galliera, di proprietà della Curia e il cui presidente, per statuto, è lo stesso arcivescovo. Si trattava proprio di quell’ospedale Galliera che era stato già scosso, nel 2005, da un presunto giro di tangenti nella gestione degli appalti della mensa.

 


“Profiti” sicuri

Ma i rapporti di Profiti con la Curia genovese sono di lunga data. Prima di arrivare al Galliera, era stato direttore amministrativo del Gaslini, l’altro ospedale della Curia, senza per questo disdegnare altri incarichi pubblici: direttore della programmazione e delle risorse finanziarie della Regione Liguria e presidente del consiglio di amministrazione di Ami, l’Azienda del comune di Genova di mobilità e infrastrutture.

Alla fine del 2007, proprio per diretta iniziativa di Bertone, Profiti venne nominato presidente del Bambin Gesù: un incarico di tale prestigio da permettergli di ottenere, appena pochi giorni prima degli arresti domiciliari, un’udienza privata con Ratzinger durante il suo brevissimo soggiorno a Savona. Non è un caso, quindi, che la Santa Sede sia stata costretta a intervenire direttamente, con un comunicato ufficiale della Sala Stampa vaticana, per esprimergli pubblicamente “piena solidarietà” e per invitare il personale dell’ospedale a una “solidarietà dei singoli e istituzionale, che nei fatti si traduce nel proseguire in Ospedale il lavoro quotidiano a favore di chi soffre seguendo le indicazioni organizzative e metodologiche dettate dal presidente Profiti”.

Certo, il Vaticano ha espresso “la totale fiducia e collaborazione verso le autorità inquirenti italiane”; ma anche il segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Betori, si è sentito in obbligo di intervenire sulla questione, per sottolineare come sia Bertone che il suo successore alla guida della Cei, il card. Angelo Bagnasco, siano “completamente estranei” allo scandalo ‘mensopoli’. “Bisogna stare attenti alle parole che si dicono – ha attaccato al termine dei lavori dell’Assemblea Generale della Cei – perché si può fare del male ad altre persone, e bisogna anche fare attenzione a ciò che si scrive”.

Quella con Profiti non è l’unica amicizia ‘imbarazzante’ per il Segretario di Stato vaticano: uno degli indagati, l’imprenditore delle forniture alimentari Alessio, in numerose intercettazioni promette l’appoggio di Bertone in cambio di un aiuto nel pilotare alcuni appalti.

“Con Alessio sono stato dal cardinale in alcune occasioni”, ammette infatti un’altra delle persone sfiorate dall’indagine, Paolo Ambrosiani, un vercellese anch’egli amico di Bertone dai tempi in cui quest’ultimo era vescovo della città piemontese. Ma, precisa, gli incontri col cardinale sarebbero stati solo “per salutarlo, non abbiamo mai parlato di affari”. Secondo le indagini, beneficiario di queste entrature in Vaticano sarebbe stato l’ex-presidente della Corte dei Conti Mario D’Antino: scrive il giudice delle indagini preliminari che, al telefono, Alessio “prometteva la sua intercessione verso alti esponenti del clero per affidare al D’Antino l’incarico di presidente dell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo”, l’ospedale di Padre Pio. In cambio, sempre secondo il giudice, “D’Antino si adoperava, attraverso alcune amicizie all’interno del Consiglio di Stato, affinché il ricorso sulla gara d’appalto della Asl 2 si risolvesse in favore dell’Alessio Spa”.

 

Centro “sinistro”

Nel corso di un colloquio con il sindaco Marta Vincenzi pubblicato su MicroMega, don Paolo Farinella (biblista, scrittore e prete di Genova) e Pierfranco Pellizzetti (opinionista del Secolo XIX) hanno denunciato la presenza di una “cupola di interessi economici” che nel corso degli anni ha intessuto legami clientelari con l’amministrazione comunale genovese. Un “partito trasversale” che avrebbe investito anche il Pd sin dalla sua nascita. Ora che “il tappo è esploso”, ha affermato Farinella, “tutti sono in attesa di una scelta di trasparenza” da parte del sindaco. Per il Partito Democratico, prosegue il prete genovese, “questa situazione di Genova è veramente l’ultima spiaggia a livello nazionale. Bisogna avere consapevolezza che quello che avviene in provincia ha una ricaduta nazionale”. Sulla stessa lunghezza d’onda, anche Pellizzetti: “A livello nazionale – ha detto – il Pd ha una tendenza al collusivo, ma in passato abbiamo assistito ad una sorta di alternanza tra centro e periferia”. Infatti, spiega, “alcune aree esprimono un indirizzo diverso dal governo centrale” del Partito. E si chiede se non sia giunta l’ora di “creare dei contropoteri nel territorio a quella linea di governo che non trova contropoteri a livello nazionale”.

E mentre il Pd genovese si interroga, Bagnasco non ha perso l’occasione per ricordare – durante la sua visita alla festa dei giovani organizzata a Genova dalla fondazione Carige – che per i porporati “è tutto superato serenamente, con buona coscienza e con l’evidenza dei fatti”. “Il millantato credito – ha tagliato corto – esiste ed esisterà sempre. Ci auguriamo che grazie ad un’educazione più incisiva verso i piccoli ma anche verso i grandi queste forme distorte di rapporti, di falsità e di menzogne, vengano progressivamente cancellate. Nel segno del rispetto e della verità”.


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