Nessun articolo nel carrello

DALLA PARTE DEL SIGNORE DELLA VITA

- Conferenza del IV Distretto delle Chiese valdesi e metodiste

Tratto da: Adista Documenti n° 52 del 05/07/2008

Viviamo, qui in Italia, una condizione di profonda crisi sociale, culturale, politica. Lo Stato, le formazioni politiche, le agenzie culturali non sempre sostengono con trasparenza e decisione i principi della convivenza, della solidarietà, della accoglienza espressi dal nostro “patto” fondativo, la Costituzione repubblicana. Ci sembra che lo “scontro di civiltà”, di cui si è discusso in questo ultimo decennio nel mondo occidentale come scontro tra il Cristianesimo e l’Islam, sia invece interno al nostro Paese, nel manifestarsi prepotente di razzismo, di pogrom contro intere comunità come i Rom, nel risorgere dell’accusa di colpe collettive da attribuire a gruppi deboli, stranieri. Insomma, assistiamo al risorgere e diffondersi di una mentalità tipicamente razzista, che considera la “diversità” come intrinsecamente dannosa e volta al delinquere. Ciò che sconcerta è che lo Stato non interviene quando gruppi di violenti distruggono e incendiano case, baracche, costringono famiglie, donne, bambini a fuggire nel terrore di essere linciati per colpe commesse da altri.

Assistiamo al ritorno della ricerca del capro espiatorio (una volta i rumeni, prima gli albanesi, sempre i clandestini, oggi i Rom, anche le persone omosessuali, e le prostitute di strada, che sappiamo benissimo essere in gran parte schiavizzate) su cui scaricare la responsabilità delle paure, delle insicurezze diffuse, della estrema precarietà rispetto al proprio lavoro ed al proprio futuro. Si tratta di un orribile regresso ad un livello primitivo del vivere sociale, che nega quanto faticosamente conquistato dopo la tragedia della seconda guerra mondiale. “Quando una nazione chiede al suo governo soprattutto il mantenimento dell’ordine è già schiava nel suo animo” (Tocqueville). La malattia sociale del Meridione, gruppi criminali che pretendono di controllare tutti gli affari e il modo di vivere sul territorio, imponendo, al di fuori e contro le leggi dello Stato, un proprio modello sociale fondato sulla sopraffazione e l’esercizio della violenza anche nelle forme più cruente come le stragi, va estendendosi come una metastasi a tutto il nostro Paese.

Viviamo un periodo duro ove le scelte di fondo non possono essere sfumate e ammorbidite. Non possiamo assistere in silenzio alla diversa considerazione della violenza e della aggressione e perfino dell’omicidio a seconda che colpiscano un italiano o un “ diverso”; non possiamo tollerare che gruppi di facinorosi pretendano di decidere quando e come permettere a delle persone di costruirsi un luogo dove pregare secondo la propria fede. Assistiamo, anche in seno al cristianesimo italiano, ad una progressiva e scandalosa fariseizzazione della fede, come se la ritualità e la cieca obbedienza alla Legge fossero l’unico accesso alla Salvezza. Proprio in quanto cristiani/e non possiamo non notare con preoccupazione il fatto che tali letture della Parola pesino nelle scelte del governo nazionale, che è per principio laico.

La Conferenza Distrettuale, in tale situazione, richiama le Chiese ed ogni singolo fratello e sorella in Cristo a riconoscere e confessare come unico Signore della propria vita il Dio d’amore, che mette ogni giorno davanti a noi la vita e la morte e ci invita a scegliere la vita, decidendo da che parte stare: se dalla parte di chi agita la paura dell’altro ed alimenta gli egoismi e le chiusure individualistiche, familistiche, corporative, identitarie o dalla parte del Signore della vita, che ci ha affrancati affinché fossimo liberi e ci ha insegnato a scorgere nell’altro/nell’altra una sua creatura, fatta a sua immagine e somiglianza e raggiunta dallo stesso amore che ha trasformato le nostre esistenze; se dalla parte di chi esercita il controllo mafioso del territorio, di ogni attività produttiva, dell’esistenza stessa di milioni di esseri umani o dalla parte del Signore della vita, che ci ha affrancati affinché fossimo liberi, dicendo “Non si può servire a due padroni”; se dalla parte di chi occupa le istituzioni democratiche per asservirle alla tutela di interessi privati, accettando e di fatto consentendo questo asservimento nel momento in cui barattiamo la nostra libertà e dignità con il favore di “un posto”, di un sussidio, dell’attribuzione di un vantaggio non dovuto, dello scavalcamento di una lista d’attesa o dalla parte del Signore della vita che ci ha affrancati affinché fossimo liberi, dicendo “Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia”; se dalla parte di chi fa della Parola di Dio uno strumento di discriminazione e di controllo sociale o dalla parte del Signore della vita che ci ha affrancati affinché fossimo liberi dicendo “Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”.

La Conferenza invita le chiese, nel corso dell’anno ecclesiastico, a concentrare la propria attenzione:

1. sull’impegno per la difesa della Costituzione e dei suoi valori “non negoziabili”, in quanto espressione di un sempre valido patto di convivenza civile e socialità solidale, nel quale soltanto può essere vissuta un’esistenza autenticamente libera e responsabile;

2. sul tema dell’educazione di bambini e giovani, cercando di collegare tutti i soggetti coinvolti (famiglie, monitori, catechisti, operatori della scuola, gruppi giovanili, ecc.) in uno sforzo comune al fine di “strappare una generazione” alla rassegnazione, al pessimismo, all’indifferenza, all’igno-ranza, all’omologazione ai modelli dominanti, promuovendo percorsi educativi che guardino ad un individuo “cosciente di sé, adulto, capace di scegliere in modo critico, di sottrarsi alle gabbie sociali e culturali, di assumersi responsabilità individuali, libero da indottrinamenti, solidale, curioso delle differenze” (dal documento del Sinodo 1997 I Protestanti e la scuola italiana);

3. sul tema del lavoro, nella sua dimensione vocazionale e di strumento essenziale di partecipazione sociale e garanzia di dignità ed autonomia dell’individuo.

La Conferenza raccomanda alle Chiese una presenza attiva in tutti i luoghi di resistenza e denuncia, collegandosi con tutti i soggetti che nella società sono impegnati nel perseguimento di obiettivi coerenti con quelli sopra indicati.

In conclusione, la Conferenza fa proprio l’invito contenuto nel documento Annunciare una nuova speranza in Cristo approvato dall’Assemblea del XIV Circuito, ritenendo che la predicazione dell’Evangelo di Gesù Cristo “possa restituire a noi stessi e a questo mondo una sana speranza per il futuro. Possiamo sperare per il meglio e non sempre per il peggio perché il futuro appartiene a Dio ed Egli opera per questo tempo. Pur nella responsabilità, nella missione, nella vocazione e nell’impegno, noi siamo chiamati a predicare la necessità di abbandonare un pezzo della nostra strada, del nostro progetto, del nostro cammino e di affidarlo a Dio. Operiamo per il bene, cerchiamo di costruire felicità e di edificare giustizia, ma lasciamo che Dio operi in questo progetto, che egli lo accompagni e lo sostenga, così, quando ci fermeremo perché stanchi o perché riterremo di essere stati sconfitti, non ci lasceremo vincere dallo sconforto, dal senso di colpa, o dal pessimismo, perché sapremo che se noi siamo fermi il Signore continua a lavorare per il bene. A quanti oggi si sentono derubati ed orfani della speranza dobbiamo annunciare che per loro è pronto un nuovo futuro fatto di pace, di riconciliazione, perché il futuro è l’opera che Dio crea ogni giorno e che dona compiuta nell’amore di Cristo”.

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.