SEGNALAZIONI EDITORIALI
Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 93 del 20/12/2008
«Siamo ad uno stato di dittatura parlamentare moralmente e istituzionalmente intollerabile; ad una situazione di dipendenza e di schiavitù… siamo ad un vicolo cieco, con ridotte o nulle possibilità di manovra istituzionale e tutto quello che si sente dire è che “non siamo rassegnati!”… Un nuovo elemento di diagnosi è dato dall’eccessivo uso – diretto o indiretto – del Nome di Dio. Tutto sembra tornare fin quando si parla di teo-dem, di teo-con, di atei-devoti come se ci fosse continuità ideologica tra una certa visione cattolica del mondo e una prassi culturale e politica di destra… mentre siamo pronti a stracciarci le vesti se solo si sente evocare qualcosa di sinistra… Perché il Dio della liberazione – quale biblicamente si dimostra – si trasforma in un garante di tanta schiavitù?». Lo scrive l’editoriale di Koinonia, il mensile espresso da un vivace gruppo di cristiani di Pistoia. Il numero di dicembre è in larga parte dedicato alla situazione politica ed economica mondiale (dagli Usa all’Urss, da Gerusalemme all’America latina) vista con gli occhi e la preoccupazione di una vigile coscienza cristiana.
«La verità è che i Paesi industrializzati, nel loro insieme, tendono a costituirsi in fortezze contro i flussi migratori incontrollati scatenati dai disastri del secolo. Andrebbero esaminate, in proposito, le misure prese su scala europea che, troppo spesso, smentiscono la tradizione di asilo e protezione dei diritti e delle libertà della persona… Tutto cospira ad allontanare il più possibile i richiedenti asilo, a tenerli a distanza dalle frontiere occidentali». Queste parole di Paul Ricoeur furono pronunciate nel 1996 ed oggi sono ancora più attuali. Il testo inedito è pubblicato da Vita e Pensiero di ottobre. Sullo stesso fascicolo uno studio di Peter Berger sulla “falsa profezia” della secolarizzazione.
«Il dono di Dio, finchè resta “divino” non è alla nostra portata. Per essere alla nostra portata deve farsi umano, e per farsi umano deve divenire ‘storia’. Questa è la nostra condizione: la Parola di Dio la possiamo percepire solo quando è vibrazione di una persona che ci sta accanto. Solo quando è ‘parola’ di uno che ci sta vicino». Così Carlo Molari, su Oreundici di dicembre, risponde alla duplice domanda che a Natale si affaccia nel cuore di chi cerca di essere cristiano: come posso accogliere Dio che viene? Che fare perché l’avvento si realizzi anche per gli altri?
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