NO, NO, NO E ANCORA NO. UN ALTRO DOCUMENTO VATICANO SULLA BIOETICA
Tratto da: Adista Notizie n° 1 del 03/01/2009
34762. CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. Per dire “un grande 'sì' alla vita” è necessario articolare una lunga serie di 'no': sembra essere questa la logica del nuovo documento vaticano, l'Istruzione Dignitas personae. Su alcune questioni di bioetica, pubblicata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede lo scorso 12 dicembre.
La Dignitas personae, che si apre con l’affermazione che “ad ogni essere umano, dal concepimento alla morte naturale, va riconosciuta la dignità di persona”, nei fatti è un 'aggiornamento' dell'Istruzione pubblicata dall'allora card. Ratzinger nel 1987, la Donum vitae, e si occupa di tutte le questioni collegate all'inizio della vita, alla procreazione e agli embrioni. E allora 'no', come noto, alla fecondazione in vitro, omologa ed eterologa, ‘no’ alla eliminazione o al congelamento di embrioni necessari nell'ambito di questi trattamenti, ‘no’ alla diagnosi pre-impianto, ‘no’ alla pillola del giorno dopo, alla RU486 e anche alla spirale, ‘no’ alla clonazione umana, anche quando si trattasse di soli tessuti a scopo terapeutico, ‘no’ alla ricerca sulle cellule staminali, ‘no’ alla creazione di embrioni ibridi uomo-animale per scopi medici; ‘no’, anche, a terapie o processi noti quasi soltanto agli specialisti, come la Intra Cytoplasmic Sperm Injection, l'Intra Uterine Device, il congelamento di ovociti, la terapia genica germinale e la “adozione pre-natale” per gli embrioni congelati.
Che questa lunga serie di divieti, in gran parte già noti, anche su questioni di dettaglio potesse risultare 'indigesta' sembra essere stato evidente anche agli autori dell'Istruzione, che è stata controllata e approvata personalmente da papa Benedetto XVI. “Dietro ogni 'no' – si legge nella Conclusione del documento – rifulge, nella fatica del discernimento tra il bene e il male, un grande 'sì' al riconoscimento della dignità e del valore inalienabili di ogni singolo ed irripetibile essere umano chiamato all’esistenza”. In una Nota di presentazione del documento, anche il direttore della Sala Stampa vaticana, p. Federico Lombardi, ammette che “il nuovo documento vaticano sulla bioetica può dare, a una prima lettura superficiale, l'impressione di essere una raccolta di divieti, di 'no'”. Malgrado la consapevolezza dell'impatto potenzialmente negativo del documento, la Chiesa – come ha spiegato in un'intervista alla Radio Vaticana il segretario della Cdf, il gesuita mons. Luis Francisco Ladaria Ferrer – sente la necessità di “dare voce a coloro che non hanno voce”, perché “intende difendere i poveri del mondo, ai quali appartengono gli esseri umani non ancora nati”.
Procreazione “assistita”
Resta però il fatto che, nell'elencazione minuziosa dei procedimenti leciti e non, si sfiori più volte il ridicolo. Durante la presentazione del documento nella Sala Stampa vaticana la professoressa Maria Luisa Di Pietro, presidente dell'Associazione Scienza & Vita ha infatti cercato di spiegare che da parte del Vaticano “non vi è rifiuto dell’artificialità in generale, ma di quella artificialità che stravolge il più personale degli atti umani, quello procreativo” e che quindi non tutte le tecniche di procreazione assistita sono proibite. Se, infatti, non si opera “una divisione tra l’unione dei coniugi e la possibilità di procreare” e quindi la nuova vita è effetto “di un incontro diretto e immediato dei coniugi” e non “risultato di una procedura tecnica che resta inesorabilmente impersonale”, allora la fecondazione assistita è lecita.
Come fare? Lo ha dettagliatamente spiegato la stessa Di Pietro: bisogna “prelevare il seme ottenuto durante l’atto coniugale con un Scd perforato (Semen Collection Device, una sorta di preservativo bucato, che fa salva la naturalità dell’atto sessuale irrinunciabile per la Chiesa, ndr) per veicolarlo, previa preparazione, nelle vie genitali femminili”. Questa procedura, precisa, “comporta un ricorso alla tecnica, ma l’intervento del medico è successivo – di aiuto – ad un atto coniugale già verificatosi” e quindi è in linea con quanto affermato dal punto 12 della Dignitas personae: “L’intervento medico è rispettoso della dignità della persona, quando mira ad aiutare l’atto coniugale sia per facilitare il compimento, sia per consentirgli di raggiungere il suo fine, una volta che sia stato normalmente compiuto”.
L’embrione è persona
Il documento contiene però una importante novità dottrinale. Nella prima parte, dedicata ai principi “antropologici, teologici ed etici della vita e della procreazione umana”, si afferma infatti esplicitamente che “l'embrione umano ha fin dall'inizio la dignità propria della persona”. Si tratta di un punto che altri documenti vaticani precedenti non avevano mai affermato con questa chiarezza. La stessa Dignitas personae ricorda come la Donum vitae non aveva voluto definire “che l'embrione è persona, per non impegnarsi espressamente su un'affermazione d'indole filosofica”. Nel 1974, la Dichiarazione sull'aborto procurato della Congregazione per la Dottrina della Fede affermava di lasciare “espressamente da parte la questione circa il momento della infusione dell'anima spirituale”, perché “non c'è su tale punto tradizione unanime e gli autori sono ancora divisi”. “Non spetta - aggiungeva - alla scienza di prendere posizione, perché l'esistenza di un'anima immortale non appartiene al suo campo”.
La questione di quando un embrione possa dirsi 'persona' è da sempre dibattuta nella Chiesa (per San Tommaso, come noto, l'anima entrava nel corpo 40 giorni dopo il concepimento), ma nelle ultime settimane, c'erano stati chiari segnali che su questo punto un pronunciamento esplicito fosse ormai imminente. Così, per esempio, l'Osservatore Romano, in un articolo del 7 dicembre dedicato al dogma dell'Immacolata Concezione, scriveva recisamente: “Affermare la preservazione di Maria dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento, è un implicito e inequivoco riconoscimento dell'animazione immediata”, ovvero, della teoria secondo cui l'anima entra nel corpo immediatamente nell'attimo del concepimento.
Questione “congelata”
La Dignitas personae contiene qualche altro punto critico, che potrebbe richiedere ulteriori chiarimenti: ad esempio, lascia in sospeso la questione delle centinaia di migliaia di embrioni congelati attualmente nel mondo, frutto in gran parte dei trattamenti di fertilità. Il Vaticano respinge tutte le opzioni fino ad ora proposte, dall'uso per la ricerca scientifica e la terapia, al trattarli come cadaveri, alla proposta di alcuni gruppi cattolici, tra cui il Movimento per la Vita, di “adottarli” per farli impiantare su altre donne. Il documento della Cdf, in sostanza, si 'lava le mani' della questione, ribadendo semplicemente il proprio divieto di congelare gli embrioni.
Il Vaticano pone poi paletti molto rigidi all'uso di “materiale biologico di origine illecita”, come embrioni o cellule staminali embrionali: è il caso, ad esempio, di alcuni tipi di vaccini, come quelli contro la rosolia e la varicella; ma anche di una fetta significativa della ricerca scientifica contemporanea. Uno scienziato cattolico che si trovasse a lavorare con cellule embrionali o tessuti provenienti da embrioni avrebbe infatti, secondo la Dignitas personae, il dovere di dimettersi. (alessandro speciale)
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