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ANCHE LE PROSTITUTE HANNO I LORO DIRITTI. ASSOCIAZIONI LAICHE E CATTOLICHE IN PIAZZA CONTRO LA LEGGE CARFAGNA

Tratto da: Adista Notizie n° 1 del 03/01/2009

34766. ROMA-ADISTA. Il dogma della “sicurezza” usato come clava per colpire “i più deboli”, fra cui le donne vittime di tratta e prostitute per costrizione, per necessità o per scelta. Proprio per difendere i loro diritti e la loro libertà, un cartello di associazioni laiche e cattoliche – fra cui Arci, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca), Gruppo Abele, Ufficio Pastorale Migranti del Piemonte, Comunità di San Benedetto al Porto di Genova, Casa Rut delle orsoline di Caserta, oblate del SS.mo Redentore –, è sceso in strada a Roma, lo scorso 13 dicembre, a piazza Farnese, nel cuore della città.

Difesa dei diritti ma anche forte critica al disegno di legge sulla prostituzione preparato dalla ministra per le Pari Opportunità, l’ex soubrette Mara Carfagna (v. Adista nn. 70 e 91/08), e alle ordinanze di tanti sindaci che hanno contribuito a creare “un pericoloso clima di intolleranza verso tutte le persone che si prostituiscono”, alimentato anche da campagne politico-mediatiche sull’“allarme sociale e le paure dei cittadini”. “Sulle persone socialmente deboli (della cui sicurezza non ci si preoccupa) – sostengono le associazioni nel documento diffuso in vista della manifestazione – si vuole oggi indirizzare l’insicurezza e la paura della gente, facendole diventare il capro espiatorio su cui sfogare le frustrazioni di un Paese che sta impoverendo in tutti i sensi. La ‘sicurezza’ sta diventando l’abbaglio e il pretesto per escludere e discriminare i più ‘deboli’, i ‘diversi’ e gli stranieri, nei confronti dei quali sono aumentate aggressioni, violenze e discriminazioni”. “Sulla paura e sull’insicurezza si sono costruite campagne che non risolvono ma ingigantiscono i problemi, dei quali si continua a non considerare le cause cercando semplicemente di eliminare gli effetti per mezzo della ricetta più semplice, quella di nascondere. Esattamente quello che si sta tentando di fare con la prostituzione: renderla invisibile. Ma in questo modo non si tutelano i diritti di nessuno. In questo modo si riducono i diritti di tutti”.

Il ddl Carfagna, proseguono, “non tiene assolutamente in considerazione l’esperienza di tutte quelle persone (trans, donne, uomini) che hanno scelto liberamente di vendere prestazioni sessuali, né risponde ai bisogni delle persone che esercitano la prostituzione per vivere o sopravvivere. Le emargina soltanto, senza neppure offrire un’alternativa”. Inoltre peggiora “la condizione di chi è sfruttato ed è vittima della tratta di esseri umani, fenomeno molto frequente, che riguarda moltissime persone straniere che si prostituiscono in strada, spingendole nel sommerso di appartamenti e locali, rendendole irraggiungibili e completamente sotto il controllo degli sfruttatori”. E nemmeno renderà i cittadini più sicuri, “poiché la sicurezza si costruisce innanzitutto creando condizioni di benessere diffuso, di convivenza pacifica, di rispetto, di pari opportunità, di diritti per tutti e non spingendo al chiuso e nei ghetti fenomeni sociali e persone che fanno parte della nostra società”. Pertanto, aggiungono, “questo ddl attacca i principi di libertà garantiti dalla Costituzione, priva di diritti le persone che esercitano la prostituzione, minaccia seriamente la loro salute e la loro sicurezza, non tutela l'incolumità delle vittime di sfruttamento, non permette di portare avanti i servizi che da anni operano attività di riduzione del danno e di prevenzione sanitaria”. Inoltre rischia di “depotenziare” il sistema di tutela e assistenza delle vittime di grave sfruttamento: le vittime, infatti, “non avranno più accesso ai programmi di aiuto poiché non potranno essere più contattate dalle unità di strada, ed anche per le forze dell’ordine il contatto sarà più difficile”.

“Queste persone non delinquono, ma sono spesso, al contrario, oggetto di soprusi, sfruttamento e reati, come aggressioni, furti, intolleranza e violenze”, dicono gli operatori del Gruppo Abele di don Luigi Ciotti. “Chi delinque è chi sfrutta la prostituzione. Le nostre leggi sono buone leggi, nate, come la Merlin, a tutela della dignità della donna, con l’obiettivo di punire lo sfruttamento sessuale e quanti si arricchiscono attorno al mondo della prostituzione”. Invece “il ddl Carfagna rischia di vanificare tutto questo spingendo la prostituzione nel sommerso”. “Nessuno di noi è stato consultato dal governo – dice dal palco della manifestazione don Antonio Zappolini, vice presidente del Cnca –, che ha dimostrato una supponenza ignorante e colpevole, che produce sofferenza, calpesta i diritti e stabilisce una collusione tutta particolare con la delinquenza”. (l. k.)

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