SE LA CHIESA VA A BRACCETTO CON LA POLITICA. LETTERA APERTA AL VESCOVO DI CAGLIARI
Tratto da: Adista Notizie n° 13 del 07/02/2009
34822. CAGLIARI-ADISTA. Indignazione e sconcerto per il “rinato connubio tra potere politico e religioso”. Sono stati molti i cattolici sardi a esprimere disappunto per l’accoglienza riservata dalla gerarchie ecclesiastiche locali a Silvio Berlusconi, che sull’isola è recentemente sbarcato ben tre volte per sostenere il candidato del Popolo della Libertà Ugo Cappellacci alla carica di presidente della Regione. Di questo malumore si è fatto interprete, tra gli altri, Dino Biggio (della Rete Radiè Resch di Cagliari e curatore di Svegliate Dio, raccolta di conferenza di fratel Arturo Paoli) che ha scritto una lettera aperta all’arcivescovo di Cagliari mons. Giuseppe Mani, ripresa e diffusa da Ettore Masina. In particolare, Biggio critica l’accoglienza riservata dall’arcivescovo e dal suo ausiliare mons. Mosè Marcia, al premier nella sua visita del 10 gennaio. “Appena messo piede sull’isola - scrive Biggio nella lettera all’arcivescovo -, il primo appuntamento che Berlusconi ha inserito nella sua nutrita agenda, quasi il primo ‘dovere’ che ha voluto assolvere prima di ogni altro impegno, è stato quello di rendere ‘omaggio’ a Lei, arcivescovo di Cagliari e presidente della Conferenza Episcopale della Sardegna”. “Berlusconi - continua Biggio -, ottimo conoscitore delle regole della comunicazione, sa come fare per aprirsi un varco nelle coscienze indecise, quali carte giocare, quale mosse fare, per riuscire in qualche modo a condizionarle, per condurle al suo ‘ovile’. Che cosa di meglio di una benedizione del papa, o dei vescovi, che non disdegnano di manifestargli la loro simpatia e il loro apprezzamento, facendo quasi a gara per avere il ‘dono’ di una sua visita in seminario, o in episcopio, in sacrestia, o sull’altare nei posti riservati alle autorità”.
Fin qui niente di male, sottolinea Dino Biggio: non è certo vietato ai governanti dialogare con le autorità ecclesiastiche né viceversa. Quello che “sconcerta e scandalizza è constatare il rinato connubio tra potere politico e potere religioso. Questo è il capolavoro di Berlusconi e pare che alla Chiesa non dispiaccia”. “Ecco - continua Biggio nella sua missiva al vescovo - vederla, insieme al suo ausiliare, in atteggiamento così premuroso, così eccessivamente ossequioso, ha provocato in me, ma sono certo che la stessa impressione l’hanno provata in molti, un moto di profonda indignazione. Mi si è come presentata l’immagine di una Chiesa che ama andare a braccetto col potere politico, che puntella e benedice premurosamente. Che tristezza!”.
“Lei col presidente Berlusconi, come riferiscono le agenzie di stampa, ha parlato ‘delle bellezze della Sardegna e delle sue potenzialità’. Il ‘suo’ presidente del Consiglio, come Lei ama definirlo, ‘è innamorato pazzo dell’isola. È stata una conversazione di convenevoli’. I problemi dell’isola - conclude Dino Biggio - quelli che stringono in una morsa migliaia di poveri della nostra terra, ma anche quelli tremendi che anche oggi abbiamo visto scorrere alla televisione insieme al vostro incontro, i bombardamenti di innocenti palestinesi da parte israeliana su Gaza, le carrette della morte che gettano sulle spiagge di Lampedusa 500 disperati in cerca di vita, quelli non era il caso di farli entrare nella vostra gioiosa conversazione”.
Lapidaria la risposta di mons. Mani: “L’arcivescovo di Cagliari riceve chiunque chiede di incontrarlo senza distinzione di persone”.
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