PER NOI È SCANDALO E OFFESA
Tratto da: Adista Documenti n° 17 del 14/02/2009
La revoca della scomunica ai vescovi della "Fraternità San Pio X" rappresenta uno scandalo e un grave peso per il nostro lavoro, ma anche per il lavoro di molti preti, di collaboratori e collaboratrici pastorali, insegnanti di religione. Chi si impegna, sulla base del Concilio Vaticano II, per una Chiesa e una teologia che siano in dialogo aperto con il mondo e le religioni, si sente offeso.
Rispettiamo gli sforzi del papa per l'unità della Chiesa. Tuttavia ci sono oggi nella Chiesa cattolica vescovi che rifiutano la libertà di religione e di coscienza, che mostrano apertamente una mentalità antiecumenica, che difendono un'immagine di Chiesa clericale, all'interno della quale il sacerdozio comune di tutti i credenti non ha quasi più significato, e che disprezzano consapevolmente la "Chiesa conciliare". Per di più, uno di questi vescovi nega l'entità della Shoah e manifesta un pensiero antisemita. In questo modo egli, come in precedenza, sta al di fuori della communio della Chiesa.
Temiamo che la revoca della scomunica di questi vescovi segni un momento di svolta nella storia della Chiesa postconciliare. Essa viene giustificata con il riferimento al fatto che dopo il Concilio spesso vi sono state omissioni che hanno condotto ad un consolidamento di divisioni. Eppure la storia della Chiesa è ricca e annovera anche esperienze contrarie. Nel caso di ulteriori concessioni alla Fraternità S. Pio X temiamo conflitti permanenti e fratture che arrecheranno danno alla Chiesa. Per noi è incomprensibile che si facciano rientrare nella Chiesa persone che rifiutano apertamente il Concilio Vaticano II, mentre ne sono state ‑ e ne saranno ‑ allontanate altre che intendono il loro lavoro a partire dal Concilio, come per esempio i rappresentanti della Teologia della Liberazione. In questo ci sembra che il principio di giustizia non sia rispettato.
Siamo molto preoccupati per l'unità della Chiesa sulla base del Concilio Vaticano II e facciamo appello a tutti i vescovi, a tutte le colleghe e ai colleghi impegnati nell'inse-gnamento accademico, a tutti coloro che sono impegnati nell'annuncio e a tutti i cattolici, donne e uomini, affinché si esiga e si difenda con fermezza l'eredità del Concilio.
Urs Baumann, Albert Biesinger, Franz‑Josef Bormann, Thomas Freyer, Ottmar Fuchs, Norbert Greinacher, Bernd Jochen Hilberath, Andreas Holzem, Joachim Köhler, Karl‑Josef Kuschel, Dietmar Mieth, Herbert Niehr, Andreas Odenthal, Richard Puza, Hans Reinhard Seeliger, Michael Theobald
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