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LA TERRA SIAMO NOI. IL PROCESSO DI EVOLUZIONE IN UNA PROSPETTIVA DI FEDE

Tratto da: Adista Documenti n° 26 del 07/03/2009

DOC-2104. BELEM-ADISTA. (dall’inviata) Che la prima conferenza della III edizione del Forum Mondiale di Teologia e Liberazione spettasse a lui, non poteva esserci il minimo dubbio: un “onore” che Leonardo Boff – assediato come una star da fotografi e giornalisti - si è abbondantemente meritato sul campo, grazie al suo trentennale lavoro sulla questione ecologica, per tanto, troppo tempo, portato avanti - nell’ambito della Teologia della Liberazione - in pressoché totale solitudine, davvero vox clamans in deserto, finché la gravità della crisi ambientale non ha costretto anche la TdL ad affrontare con forza la questione. E non c’era migliore sede di Belém, nel cuore dell’Amazzonia brasiliana, per cominciare a farlo, come ha evidenziato un’altra, affollatissima, conferenza, sul tema “La vita del Pianeta vista dall’Amazzonia”, tenuta dallo stesso Boff insieme al procuratore federale Felicio Pontes e alla senatrice ed ex ministro dell’Ambiente Marina Silva (uscita dal governo per l’evidente analfabetismo ecologico dell’amministrazione Lula). E se è inimmaginabile la vita del Pianeta senza l’Amaz-zonia - basti pensare che in un’area della foresta grande come tre campi di calcio c’è più biodiversità che nell’intera Europa - pensare alla foresta nella prospettiva della vita del pianeta comporta la scelta tra due modelli contrapposti che rimandano entrambi all’Amazzonia: il modello predatorio di cui la deforestazione è l’esempio più drammatico – il 43% del legname che proviene dalla regione è di origine illegale; il 75% delle emissioni di anidride carbonica di cui è responsabile il Brasile deriva dal disboscamento – e il modello ecologico rappresentato dall’interazione tra popoli indigeni e foresta, il cui paesaggio è - ha sottolineato Boff - il risultato di secoli di intelligenti interventi sociali e culturali. Se la storia sembra aver decretato la sconfitta di questo secondo modello - 500 anni fa, in Brasile, ha ricordato Marina Silva, vi erano 5 milioni di indios e 12mila portoghesi; oggi gli abitanti sono diventati 190 milioni ma gli indios sono appena 500mila – l’umanità è ancora in grado di imboccare la via alternativa rispetto ad un modello basato sullo sviluppo illimitato in un pianeta limitato, oltre che piccolo e vecchio.

Di seguito il testo (tratto da registrazione e non rivisto dall’autore) della conferenza tenuta da Leonardo Boff il primo giorno dei lavori, nella sessione dedicata al tema “Acqua, Terra, Teologia: verso un paradigma teologico. (claudia fanti)

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