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UOMINI CHE TEMONO LE DONNE. SCATTA L’INDAGINE VATICANA SUGLI ISTITUTI RELIGIOSI FEMMINILI USA

Tratto da: Adista Documenti n° 35 del 28/03/2009

DOC-2118. CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. Dopo una visita apostolica di “controllo” dei seminari statunitensi, nel 2005-2006, voluta dal Vaticano in seguito allo scandalo degli abusi sessuali, ora è il turno degli istituti religiosi. Solo di quelli femminili, però: è quanto afferma un decreto firmato il 22 dicembre 2008 - previa approvazione del papa - dal prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, card. Franc Rodé, che indica come scopo della visita quello di indagare “la qualità della vita delle religiose negli Stati Uniti”.

Come visitatrice apostolica ad inquirendum et referendum Rodé ha nominato suor Mary Clare Millea, originaria del Connecticut, superiora generale delle Apostole del Sacro Cuore di Gesù, piccolo istituto religioso con base a Roma con 1.250 suore nel mondo, di cui 135 negli Usa: dovrà investigare sulle “Case generalizie, case provinciali e centri di formazione iniziale dei principali istituti religiosi femminili negli Stati Uniti d’America”. Fatti i conti, ed escluse le religiose di clausura, la visita riguarderà circa 400 congregazioni per un totale di 59.000 suore, impegnate nell’apostolato, “nel servizio alla Chiesa e nella società”, come si legge in un comunicato stampa del 30 gennaio.

La visita, ha spiegato Rodé in una lettera alle superiore che accompagna il decreto, datata 2 febbraio, sarà portata avanti in tre fasi: la prima, che inizia immediatamente, è costituita da un invito alle superiore generali a dialogare direttamente con sr. Millea (per lettera, telefono, Skype o incontri personali, come suggerisce lei stessa in una lettera alle superiore del 10 marzo, in cui definisce la visita apostolica “una meravigliosa espressione dell’interesse e del supporto della Chiesa alla vita religiosa in America”); questa fase terminerà il 31 luglio prossimo. La seconda fase, che avrà luogo nella seconda parte dell’anno, consiste in un “questionario oggettivo” a cui le superiore dovranno rispondere, e la terza comporterà la visita in loco di diverse congregazioni. Al termine, previsto per il 2011, suor Millea presenterà al card. Rodé un rapporto “confidenziale” basato sulle sue osservazioni e le sue conclusioni in tutte le fasi del processo. È stato anche creato un sito ad hoc, www.apostolicvisitation.org, che contiene informazioni di base per le comunità interessate.

 

Una visita non gradita?

La notizia della visita apostolica è piombata come un fulmine a ciel sereno sulle religiose statunitensi, che l’hanno accolta con stupore e sconcerto. Il motivo dell’iniziativa vaticana si legge tra le righe di quanto afferma la stessa Millea in un comunicato stampa sul sito: “Le religiose cattoliche sono state impegnate nell’apostolato come l’educazione, la sanità e molti servizi pastorali e sociali negli Usa già prima che la nazione fosse fondata. Secondo i dati del Center for Applied Research in the Apostolate (Cara) di Washington, però, il numero delle religiose statunitensi è diminuito negli ultimi 40 anni e la loro età media continua a crescere”; si parla, infatti, di un calo del 54% nel numero di religiose in Usa dal 1945, e di una età media, per le religiose attive, che si aggira intorno ai 70 anni. Una visita, dunque, per capire che cosa non funziona nella vita religiosa femminile, ma che riguarda solo le suore impegnate nel mondo, a contatto ogni giorno con i cambiamenti culturali e sociali: quelle che vivono in clausura non saranno infatti interpellate.

Critica la National Coalition of American Nuns, dal 1969 impegnata sui temi riguardanti la giustizia nella Chiesa, che in una dichiarazione definisce l'iniziativa “disorientante, discutibile e parziale” nonché “non necessaria”, intravedendo dietro alle parole del card. Rodé un sospetto nei confronti di ciò che egli stesso, tempo fa, ha definito “pseudo-aggiornamento” nella vita religiosa. “Questa sua affermazione rivela una difficoltà nella comprensione delle religiose di oggi?”, si chiedono le suore della Ncan.

La dura reazione di suor Sandra Schneiders, delle Serve dell’Immacolato Cuore di Maria, docente di Studi neotestamentari e di spiritualità cristiana presso la Jesuit School of Theology di Berkeley, California, è contenuta in una e-mail inviata a colleghi ed amici in forma privata, che poi si è diffusa rapidamente in rete, cosicché il settimanale National Catholic Reporter, avendo ricevuto numerose richieste di pubblicazione da parte dei lettori, ha chiesto ed ottenuto dall’autrice il permesso di inserirla sul proprio sito web. La Schneider definisce la visita apostolica “aggressiva e disonesta” quanto lo è stata qualche anno fa quella dei seminari, nonché una “mossa ostile”. E nel fare il quadro della situazione, distingue tra congregazioni religiose che hanno generato una nuova forma di vita religiosa, come quella cui lei stessa appartiene (non più identificabili come “congregazioni dedicate alle opere di apostolato” e rappresentate dalla Leadership Conference of Women Religious, Lcwr, organismo nato nel 1952 che conta circa 1.000 membri in rappresentanza del 95% delle religiose Usa), e congregazioni religiose per così dire “vecchio stile”, che si rispecchiano nel Council of Major Superiors of Women Religious, organizzazione la cui nascita risale al 1992, molto allineata sui dettami vaticani (e della quale fa parte anche la visitatrice apostolica suor Millea).

Ugualmente forte la risposta della teologa suor Joan Chittister, che, dalle colonne della sua rubrica sul National Catholic Reporter (16/2), esprime l’auspicio che con la visita apostolica, perlomeno, si torni a parlare della vita religiosa femminile - troppo spesso obnubilata e trascurata - nei termini di profondo apprezzamento in cui ne sentiva parlare durante la sua infanzia.

Anche la Lcwr ha emesso una dichiarazione nella quale afferma che “la visita in programma coglie di sorpresa la Conferenza” e che “il suo scopo e le sue implicazioni per la vita delle religiose Usa restano non chiare”. “Come le religiose sanno bene, qualsiasi opportunità che richieda una maggiore riflessione sulla nostra vita può essere un’occasione per celebrare i successi raggiunti e esaminare le aree in cui si può ancora crescere”, avevano affermato poi, in una lettera del 20 febbraio, i vertici della Lcwr. “Speriamo che la visita possa offrire quel tipo di esperienza”.

Di seguito, in una nostra traduzione dall’inglese, la lettera di Sandra Schneiders, intitolata “Abbiamo dato vita ad una nuova forma di vita religiosa”, l’articolo di Joan Chittister, intitolato “Se vogliono, è il momento” e la dichiarazione della Ncan. (ludovica eugenio)

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