I LEGIONARI MARCANO “VISITA”: IN ARRIVO UNA NUOVA ISPEZIONE VATICANA
Tratto da: Adista Notizie n° 40 del 11/04/2009
34942. CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. Il quotidiano argentino Clarín l’aveva annunciato, qualche settimana fa, ma ora è ufficiale: la congregazione religiosa messicana ultraconservatrice dei Legionari di Cristo verrà sottoposta ad una visita apostolica da parte del Vaticano. E se non erano bastate a motivarla le accuse di abusi sessuali e pedofilia lanciate negli ultimi decenni contro il fondatore e superiore p. Marcial Maciel Degollado che, grazie al favore di cui godeva presso Giovanni Paolo II, non subì mai un processo - Ratzinger infatti nel 2006 “archiviò” il dossier del religioso, ingiungendogli di ritirarsi a vita privata, ma non emise un verdetto (v. Adista nn. 39 e 41/06) - ci è riuscita ora la notizia, emersa lo scorso febbraio (v. Adista n. 19/09), secondo cui p. Maciel ha intrattenuto una lunga relazione con una donna spagnola dalla quale aveva avuto una figlia, ora 22enne, del cui mantenimento, come di quello della madre, si è occupato nel corso degli anni. Oltre a ciò, si parla anche di irregolarità finanziarie di cui lo stesso Maciel sarebbe stato artefice. Questi elementi hanno scioccato a tal punto i Legionari, da far cadere la congregazione, nella quale il culto per il fondatore aveva un ruolo predominante, in una sorta di stress post-traumatico, causando smarrimento, disorientamento e un senso di incertezza per il futuro: nei seminari sono già sparite le immagini del religioso.
A 50 anni dalla prima visita apostolica
A dir la verità, non si tratterà della prima visita apostolica nella vita della congregazione messicana: dal 1957 al 1959, infatti ‑ gli anni a cui si riferiscono, tra l'altro, gli abusi sessuali di cui Maciel fu accusato, nel 1997, da nove religiosi o ex religiosi (v. Adista nn. 1, 39/02) ‑ ebbe luogo un'investigazione canonica, che affrontò soprattutto il modo in cui il fondatore esercitava la sua leadership. A quell'epoca non emerse alcun riferimento ad abusi sessuali, poiché ‑ spiegarono gli accusatori ‑ le questioni sessuali erano un tabù, ma Maciel fu comunque sospeso dal suo ruolo di capo della congregazione perché i membri fossero liberi di testimoniare, se necessario, contro di lui. Il giuramento di fedeltà a Maciel, però, li obbligava, di fatto, a non rivelare nulla che lo mettesse in cattiva luce: in quel caso sarebbero stati espulsi dal seminario. E così, per salvarlo, mentirono tutti, hanno poi raccontato, quarant'anni dopo, gli accusatori, e il 6 febbraio 1959 Maciel venne riconfermato nel suo ruolo.
Ora, con una lettera datata 10 marzo (curiosamente proprio il giorno del compleanno di Maciel), il Vaticano annuncia di voler intraprendere una visita apostolica. E lo fa nella persona del card. Tarcisio Bertone, segretario di Stato, mentre la questione sarebbe dovuta essere di competenza della Congregazione per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di Vita apostolica. Probabilmente il prefetto di quest’ultima, il card. Franc Rodé, da sempre schierato in difesa dei Legionari e del loro fondatore, onnipresente alle loro celebrazioni, non era la persona più indicata in tale situazione.
Nella lettera di Bertone – pubblicata sul sito dei Legionari – si parla di “momenti delicati”, “difficoltà esistenti” ma non si fa cenno alla persona di Maciel, né si usa mai il termine “carisma” in riferimento alla congregazione. Bertone insiste, invece, sugli “alti ideali”, sulla “fortezza e spirito di preghiera” che animano i Legionari e che sono noti anche al papa, il quale li “incoraggia a continuare la ricerca del bene per la Chiesa e per la società”. Per questo, “attraverso verità e trasparenza, in un clima di dialogo fraterno e costruttivo”, verrà effettuata la visita apostolica, che avrà inizio dopo Pasqua.
Accanto alla lettera del Segretario di Stato, vi è quella di risposta del “director generalis” dei Legionari, p. Alvaro Corcuera, succeduto a Maciel alla guida della congregazione nel gennaio 2005. Una risposta che esprime sollievo e gratitudine per il provvedimento vaticano e che, senza mezze parole, imputa al defunto fondatore, un tempo idolatrato, colpe e delitti fino a poco tempo fa negati con recisione: parla infatti di “gravi fatti” nella vita del padre fondatore, che “erano già stati oggetto delle investigazioni della Congregazione per la Dottrina della Fede, concluse nel maggio 2006” e di “quelli che sono venuti alla luce in tempi più recenti”. “Siamo profondamente dispiaciuti e chiediamo sinceramente perdono a Dio e a coloro che possano essere stati feriti per questo motivo”, continua Corcuera, assicurando Bertone della disponibilità “ad accogliere i visitatori apostolici”, nella prospettiva di continuare a “cercare la santità” e a “portare a pienezza il carisma” affidato da Dio. Qui, sì, si parla di carisma della congregazione: che va salvato, sembra, ad ogni costo. (ludovica eugenio)
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