FINE VITA: LA LAICITÀ NON È NEGOZIABILE. CREDENTI E NON CREDENTI PIEMONTESI SCRIVONO AI LORO DEPUTATI
Tratto da: Adista Notizie n° 46 del 02/05/2009
34973. PINEROLO-ADISTA. Procede con successo l'iniziativa di confronto dal basso sui temi politici ed ecclesiali, promossa nel pinerolese da un gruppo di laici e cristiani (soprattutto cattolici e valdesi), costituitosi intorno alla lettera aperta "Oggi è tempo di parlare" (v. Adista n. 37/09), un appello che ha raggiunto nel giro di poche settimane più di 600 adesioni (è possibile richiedere o sottoscrivere il documento inviando una e-mail all'indirizzo info@valorelaicita.it).
Tempo di parlare, certo, ma anche di scrivere. E così il gruppo pinerolese ha preso carta e penna ed ha deciso di indirizzare "Ai deputati del Pd e dell'Idv eletti nella circoscrizione Piemonte 1" una lettera in cui si dice preoccupato "per le sorti della Costituzione; per i ripetuti atti e pronunciamenti del governo e di esponenti della maggioranza volti a superare la Costituzione; per la dottrina della ‘sana laicità' di cui la Chiesa cattolica in Italia si presenta come depositaria ed interprete e per le conseguenze che tale ‘dottrina' ha sulla politica in generale e sui cattolici impegnati in particolare". In tale disastroso contesto, scrivono i laici e credenti piemontesi, anche le forze politiche di opposizione paiono manifestare una non sufficiente "fermezza e chiarezza di intenti e di indirizzi". In merito alla legge sul testamento biologico, ad esempio, scrivono: "Stanti le modalità e le motivazioni con cui la maggioranza di governo, supportata dall'Udc, ha imposto il dibattito parlamentare, avremmo voluto comportamenti più chiari e lineari da parte dell'opposizione di centrosinistra. Abbiamo invece seguito il dibattito e visto l'esito con disagio", a cominciare "dalla sostituzione/estromissione del senatore Ignazio Marino". "Sappiamo che non basta dire no, crediamo nel dialogo, riteniamo che si debba operare per migliorare i provvedimenti (molti di noi hanno esperienze politico-amministrative), ma tutto questo quando ci sono le condizioni. Ci pare invece impossibile e negativo intervenire su un provvedimento legislativo di grande valenza, ma che ha come presupposto una forte base ideologica e polemica, costruito frettolosamente e fanaticamente per ubbidienza (e si sa che i fanatici ubbidienti vanno persino al di là di ciò che vorrebbe chi ordina)", per di più in palese contrasto "con le acquisizioni della scienza medica".
Pertanto, scrivono i laici e credenti piemontesi, facciamo "appello ai parlamentari del centrosinistra eletti nella nostra circoscrizione e, tramite loro, ai presidenti dei gruppi parlamentari affinché venga tenuto un comportamento che non ricalchi il risultato e lo spettacolo del Senato". Per realizzare questo auspicio, "sarebbe necessaria una battaglia parlamentare, che veda impegnati unitariamente i gruppi, volta a sottolineare i principi costituzionali che portano a contrastare in toto la legge nella sua attuale formulazione, ricorrendo al massimo ad emendamenti soppressivi tendenti ad azzerare il più possibile la legge ed a ripristinare pertanto una logica costruttiva alternativa allo spirito con cui la legge stessa è stata presentata; tutto ciò sempre in stretto contatto con l'opinione pubblica". Posizione oltranzista, speculare all'arroccamento dei vertici ecclesiastici? No, perché "di fronte a chi ritiene non negoziabile, per motivi di coscienza, la sua posizione e vuole imporla a tutti, noi riteniamo che non sia negoziabile il principio della laicità dello Stato che rispetta la coscienza di tutti e di ciascuno, le scelte di vita, etiche e religiose, individuali; che permette a tutti di professarle; che lascia ciascun cittadino-persona libero di scegliere là dove e quando è la persona che deve scegliere con totale autonomia e responsabilità".(valerio gigante)
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