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RICORDANDO ROMERO

Tratto da: Adista Documenti n° 83 del 25/07/2009

"Un cittadino povero mi diceva una frase che non vi dimenticherete, come non la dimentico io: ‘È che la legge, Monsignore, è come la vipera, morde solo quelli che vanno scalzi’. Raccogliamo qui pronunciamenti di ripudio: sono voci del popolo che bisogna ascoltare" (mons. Romero, omelia del 20 agosto 1978).

Mi rivolgo a tutti i miei compatrioti cristiani e non cristiani e a tutta la comunità internazionale per fare memoria di mons. Romero, uno dei martiri della liberazione dei popoli dell’America Latina, generoso, autentico e umano nei confronti del popolo sofferente.

Mi richiamerò alle sue omelie perché la comunità religiosa e non religiosa rifletta e analizzi criticamente la posizione assunta dalle gerarchie della Chiesa cattolica e di quella evangelica dell’Honduras di fronte al golpe militare.

La prima domanda è: per la gerarchia religiosa, si è prodotto o no un golpe militare in Honduras? Qual è la verità della Chiesa di fronte al potere golpista? (...).

La prima risposta è nei fatti: il sequestro di un presidente della Repubblica da parte di militari armati fino ai denti che hanno aggredito lui e terrorizzato la sua famiglia, negando il diritto alla difesa previsto dalle leggi costituzionali. Inoltre, lo stato di assedio e la sospensione di tutte le garanzie costituzionali; la persecuzione di funzionari e dirigenti; gli arresti e le brutali percosse da parte dei corpi militari e polizieschi; la chiusura di emittenti radio-televisive e di altri mezzi di comunicazione; la persecuzione di giornalisti oppositori.

Di fronte a tutto ciò, le Chiese (...) hanno chiuso gli occhi e i cuori al dolore di coloro che sono stati brutalmente colpiti e perseguitati. Il discorso ecclesiale è stato simile al discorso golpista. Entrambi invitano al dialogo e alla pace senza restaurazione dell’ordine costituzionale. (...). Entrambi indicano il presidente Zelaya come responsabile del possibile bagno di sangue, anche se il regime de facto ha già insanguinato il Paese e i suoi consiglieri sono attivi sostenitori della vecchia Dottrina della Sicurezza Nazionale, in nome della quale si continuano a torturare coloro che difendono i diritti umani.

(...) La responsabilità del golpe militare è del potere dominante, delle oligarchie e borghesie parassitarie, di alcuni padroni dei mezzi di comunicazione e di alcune Chiese golpiste, il tutto in collaborazione con le multinazionali del settore minerario, dell’allevamento di gamberetti, delle monocolture di banana e di ananas, degli agrocombustibili, del legname.

(...) Per mons. Romero, in una Chiesa impegnata nella ricerca della verità "la parola è forza". "La parola, quando non è menzogna, porta con sé la forza della verità. Per questo vi sono tante parole che non hanno forza nella nostra patria: perché sono parole menzognere, perché sono parole che hanno perduto la loro ragion d’essere" (Omelia del 25 novembre del 1977). "Un vangelo che non tiene conto dei diritti umani, un cristianesimo che non costruisce la storia della terra non è l’autentica dottrina di Cristo, ma un semplice strumento di potere... Vogliamo essere la Chiesa che porta l’autentico vangelo, coraggiosa, la Chiesa di nostro Signore Gesù Cristo, anche se fosse necessario morire come Lui, su una croce" (Omelia del 27 novembre 1977).

Qual è la posizione della Chiesa di fronte al colpo di Stato militare?

La gerarchia, che ha ricevuto e analizzato tutti i documenti dello Stato, giustifica la condotta dei golpisti seguendo i dettami della classe dominante. Non ha, tuttavia, ascoltato il popolo. (...).

Mons. Romero indica quale debba essere il cammino del cristiano:

"Fratelli, volete sapere se il vostro cristianesimo è autentico? Questo è il banco di prova. Con chi stai bene? Chi ti critica? Chi non ti accoglie? Chi ti loda? Sapete che Cristo ha detto un giorno: non sono venuto a portare la pace, ma la divisione, e vi sarà divisione anche nella stessa famiglia, perché gli uni vogliono vivere più comodamente, secondo i principi del mondo, del potere e del denaro, e gli altri, invece, hanno compreso il richiamo di Cristo e rifiutano tutto quello che di ingiusto ci può essere nel mondo" (Omelia del 13 novembre 1977).

E infine, rispetto ai padroni dei mezzi di comunicazione, Monsignore afferma: "È un peccato, fratelli, che in questa situazione tanto grave si voglia ingannare il popolo. È un peccato che i mezzi di comunicazione siano così asserviti. È un peccato non poter credere alle notizie dei quotidiani o della televisione e della radio perché tutto viene comprato e manipolato e non si dice la verità" (Omelia del 2 aprile 1978).

La Chiesa del Gesù dei poveri, la Chiesa di mons. Romero, marcia per le strade insieme al popolo. È la verità di fronte al potere golpista militare. Il popolo e la Chiesa del popolo hanno perduto la paura, perché il popolo unito è più grande dell’esercito e della moralmente piccola chiesa dei ricchi. Non è questa la sfida della cruna dell’ago? "È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli" (Mt 19,24).

 

 

 

 

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