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IN DIREZIONE OSTINATA E CONTRARIA: IN UN DVD, LA STORIA DI TRE PRETI ALLA ‘FRONTIERA’

Tratto da: Adista Notizie n° 111 del 07/11/2009

35268. FIRENZE-ADISTA. “Dio lo scorgo nell’umano, nei volti degli uomini e delle donne. Il nostro compito è fare in modo che questo umano emerga senza nascondimenti. E se io posso fare qualcosa, è permettere a questi uomini e a queste donne che, nella parabola della loro esistenza, tale percorso si compia”. Lo dice don Alessandro Santoro – e chissà se stava pensando anche a Sandra e Fortunato, che alla comunità della Piagge sono potuti “emergere senza nascondimenti” (v. notizie precedenti) – in uno dei dialoghi contenuti in Compagni di viaggio. “... in direzione ostinata e contraria”, lungometraggio di Umberto Benedetti e Stefano De Martin appena pubblicato dalle Edizioni Piagge, la neonata casa editrice della comunità fondata 15 anni fa da don Santoro (v. Adista n. 70/09).

Un docu-film con tre interviste ad altrettanti preti – oltre a Santoro, don Luigi Verdi, fondatore e animatore della Comunità di Romena nel Casentino, e don Andrea Bigalli, parroco a Sant’Andrea in Percussina, impegnato in Pax Christi, in Libera e nella rivista Testimonianze – che parlano dei grandi temi dell’umanità: Dio, la libertà, l’amore, la condivisione, la Chiesa, l’impegno, il dolore e la morte. “Tre uomini impegnati a costruire relazioni e spazi di autenticità dove l’ascolto assume un valore centrale, si legge nella presentazione del film”: “Preti che cercano il volto di Dio in ogni persona, che provocano, che accolgono, che inquietano, che abbracciano, che reclamano assunzione di responsabilità individuale e collettiva” (il film in dvd, del costo di 8 euro e della durata di 58 minuti, può essere richiesto, senza spese di spedizione aggiuntive, ad Adista, tel. 06/6868692; fax 06/6865898; e‑mail: abbonamenti@adista.it ; oppure acquistato online sul sito www.adistaonline.it ).

“Io credo che ogni qualvolta siamo tiepidi, rinneghiamo noi stessi, rinunciamo ad esistere, a fare un passo verso quello che vale la pena vivere”, dice ancora don Santoro. “Viviamo la nostalgia di qualcosa ma non facciamo niente per realizzarla. Stiamo nel Purgatorio, che è una dimensione esistenziale più che un luogo dove andare: quella dove il quieto vivere trova grande spazio, dove la tiepidezza, la mediocrità dell’uomo trovano un ampio spazio. E noi dobbiamo rompere questa cortina di sufficienza e di rassegnazione che spesso avvolge la nostra esistenza. Diventa allora importante trovare qualcuno, qualcosa, un ambiente, una situazione, una storia, una persona, un angelo direbbe la Bibbia, che possa riconsegnarci questo grande sogno, questa grande possibilità. Perché l’uomo, purtroppo, soprattutto in una società complessa come la nostra, rischia di rinchiudersi in una nicchia di sufficienza dove si basta a se stessi e dove probabilmente si muore con una grande nostalgia di altro, senza però averlo mai tentato di vivere”.

Don Alessandro parla dei suoi “compagni spirituali”: don Lorenzo Milani, che “mi aiuta ad essere intransigente e radicale”, spiega, e “a vivere un Vangelo non edulcorato”, e p. Alex Zanotelli con la sua scelta di camminare accanto “ai più derelitti della storia”, come a Korogocho. Parla della comunità e della necessità di scegliere un cammino che procede da Gerusalemme, “luogo dove le verità si fanno sicurezza perché si sono costruite delle mura per difenderle”, a Gerico, luogo invece “delle contaminazioni, dove le verità si possono sbriciolare nelle verità dell’altro”. “Il gioco del potere e del dominio delle istituzioni – dice ancora don Santoro, quasi prevedendo quello che oggi sta vivendo nella comunità da cui è stato rimosso – spesso ci opprime e riesce in un’ora a far traballare quello che pazientemente hai cercato di costruire insieme alle persone che ti sono accanto. E tutto questo ferisce profondamente”. (luca kocci)

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