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Sciopero dei migranti Vogliamo altro per l'Africa e per il mondo

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 22 del 13/03/2010

Informiamo che come comunità abbiamo aderito all’iniziativa organizzata dal movimento “Primo marzo 2010 un giorno senza di noi” ed abbiamo accettato di coordinare il comitato di Firenze. Scopo di tale movimento è di riunire persone di ogni provenienza accomunate dal rifiuto del razzismo, dell’intolleranza e della chiusura che caratterizzano il clima politico e sociale del nostro Paese in questo momento. I fatti di Rosarno stanno a confermare quanto sia urgente superare la frammentazione e l’autoreferenzialità nelle quali sempre più si disperdono mille iniziative che, pur lodevoli non riescono ad incidere.

Per noi missionari, vedere nostri concittadini alzare le mani su africani inermi e sfruttati è qualcosa di insopportabile. Ci è piaciuta l’idea, promossa da questo movimento, di far crescere un modo nuovo di rapportarsi con gli immigrati, da qualunque posto provengano e soprattutto con i più indifesi tra loro, fondato sul riconoscimento reciproco, sul dialogo e la collaborazione.

Questa visione prelude ad una cultura nella quale l’immigrato non è più soltanto qualcuno al quale si può fare del bene o del male, che si può accogliere o rifiutare, ma una persona che gode, come ciascuno di noi, dei medesimi diritti universali, primo fra tutti il diritto ad essere rispettato nella sua dignità. Come credenti riteniamo pure che questa visione abbia un fondamento nella Parola di Dio e che riguardi perciò anche la nostra fede e la nostra vocazione. Le immagini di Rosarno, ma anche le immagini dei barconi respinti e ancor più delle vittime esposte senza pietà sulle sabbie del deserto del Sahara, hanno evocato nella nostra mente, la figura di Daniele Comboni, nostro fondatore, che, durante i suoi lunghi attraversamenti del deserto per raggiungere la missione, ha dovuto assistere al triste spettacolo delle carovane di schiavi ed ha perciò lottato con tutte le sue forze contro questo traffico, per tutta la vita. Vogliamo altro per l’Africa e per il mondo, come per ciascuno di noi.

Il manifesto del movimento denuncia pure “l’uso strumentale del richiamo alle radici culturali e della religione per giustificare politiche, locali e nazionali, di rifiuto ed esclusione”, un argomento che ci trova particolarmente sensibili, perché il Vangelo e la fede in Gesù Cristo in nessun caso possono essere invocati per giustificare tali scelte. Crediamo invece che le tradizioni più radicate nella nostra storia come quella del presepio, inventato da Francesco d’Assisi, come l’immagine del crocifisso siano un potente messaggio ad aprire il nostro cuore per andare incontro ad ogni uomo e riconoscere in lui/lei, un fratello e una sorella, compagni di viaggio per fare del mondo un luogo di riconciliazione e di pace. Altre visioni sono per noi forme di asservimento della religione a fini politici che non possiamo condividere.

Come già enunciato nel comunicato della Cimi (Conferenza degli Istituti Missionari in Italia) del 10 gennaio scorso “riteniamo fondamentale perseguire la ricerca di soluzioni positive, non dettate dalla paura, ma dalla volontà di riconoscere gli immigrati ‘clandestini’ come persone, rispettate nella loro dignità, che possono contribuire alla crescita del Paese e della società”. Perciò, aderendo al movimento “Primo marzo 2010” intendiamo manifestare la nostra volontà di essere insieme a quanti “vecchi” e “nuovi” cittadini vogliono collaborare – parafrasando il discorso del card. Tettamanzi alla città di Milano dell’8 dicembre 2009 – ad una nuova sintesi culturale che caratterizzerà l’Italia di domani: una sola Italia, degli italiani di antiche generazioni e dei nuovi italiani.

Invitiamo chiunque di voi lo desideri ad unirsi a noi e a tutti gli uomini e donne di buona volontà, senza distinzione di razza, religione, appartenenza politica, per cominciare a costruire qualcosa di nuovo.

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