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Per uscire dalla crisi salvaguardando i diritti. La controfinanziaria di Sbilanciamoci! per il 2013

Tratto da: Adista Documenti n° 44 del 08/12/2012

DOC-2485. ROMA-ADISTA. 94 proposte dettagliate, organiche, assolutamente praticabili per cambiare la rotta dell’Italia: il XIV Rapporto della campagna Sbilanciamoci! su “come usare la spesa pubblica per i diritti, l’ambiente, la pace”, presentato a Roma il 27 novembre scorso, indica con la ben nota concretezza e il consueto rigore, attraverso una manovra pari a 29 miliardi di euro, come uscire dalla crisi rilanciando l’economia, ridistribuendo la ricchezza, disegnando un modello di sviluppo sostenibile e di qualità. In 186 pagine di analisi, soluzioni e idee concrete tutte da leggere, la “Controfinanziaria” 2013, frutto di un lavoro collettivo della rete di Sbilanciamoci!, esamina criticamente le politiche del governo Monti, bocciandole senza possibilità di appello, e delle istituzioni europee, denunciandone la subalternità al “pensiero unico” della finanza, il ripiegamento alle convenienze elettorali nazionali, la passività nei confronti del protettorato tedesco sul continente, l’insensatezza di un Trattato di Stabilità (il Fiscal Compact) «tanto folle da essere (speriamo) irrealizzabile» (e riprendendo l’appello “Un’altra strada per l’Europa” già lanciato alla Controcernobbio del settembre scorso, in cui vengono indicati i principali obiettivi che andrebbero perseguiti per imprimere una diversa direzione alle politiche europee; v. Adista Documenti n. 35/12).

Da qui la necessità urgente di adottare misure radicalmente alternative rispetto alle politiche di austerità, al dominio dei mercati finanziari, ad una politica economica che accentua le sofferenze sociali e aggrava la recessione, in direzione di un modello «in cui alcune merci, consumi, pratiche economiche siano giustamente condannate alla decrescita (il consumo di suolo, la mobilità privata, la siderurgia inquinante) e altre siano invece destinate a crescere»: quelle nel segno della sostenibilità sociale e ambientale, dei diritti di cittadinanza, del lavoro, del welfare, della conoscenza «come architrave di un sistema di istruzione e di formazione capace di far crescere il Paese con l’innovazione e la qualità».

Dopo aver rivolto l’attenzione all’ambito decisivo della giustizia e della legalità fiscale, partendo dalla constatazione di una ridistribuzione al rovescio della ricchezza in atto nel Paese - dal 90% al 10% della popolazione più agiata -, la Controfinanziaria si sofferma sul quadro desolante della politica ambientale italiana; sui dissennati investimenti nel campo della Difesa («troppi sprechi, troppe spese inutili, troppi soldi per le armi, troppi privilegi per una casta che in questi anni ha saputo ben difendere i propri interessi corporativi»), a fronte del mancato stanziamento di risorse per il servizio civile; sulle contraddizioni di una gestione allargata della cooperazione allo sviluppo, su cui pesano in maniera sempre più rilevante gli interessi delle imprese (malgrado la condotta ambientalmente e socialmente irresponsabile spesso seguita in molti Paesi poveri); sulla situazione sempre più critica nell’ambito del welfare e dei diritti, dalla pesante contrazione delle risorse per la non autosufficienza ai drastici tagli alla sanità («per la prima volta dal 2006, il Servizio Sanitario Nazionale avrà nel 2013 un finanziamento inferiore in valore assoluto rispetto all’anno precedente e di fatto inferiore al valore dell’inflazione»), con il rischio sempre più reale di compromettere in maniera decisiva l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza; dal deciso fallimento delle politiche carcerarie all’assenza di interventi mirati all’inclusione sociale degli immigrati (con l’esplicito scoraggiamento, fra l’altro, da parte dell’attuale governo, dell’approvazione di una riforma della legge sulla cittadinanza, nonostante i risultati raggiunti dalla campagna nazionale di raccolta di firme “L’Italia sono anch’io”); dalla drastica riduzione della spesa per la scuola pubblica (a fronte di una lievitazione dei finanziamenti per le scuole private) e per l’università («lo specchio delle conseguenze di oltre dieci anni di continue riforme e tagli») fino alle catastrofiche politiche in campo culturale.

Non potevano mancare, infine, nel Rapporto di quest’anno, le considerazioni, con le relative proposte di intervento, sull’assenza di una politica industriale (rispetto a cui, secondo Sbilanciamoci!, la Cassa Depositi e Prestiti potrebbe costituire uno strumento prezioso di sostegno alle piccole e medie imprese), sulla frontiera della mobilità sostenibile, sull’impiego delle energie rinnovabili, sulle piccole opere utili alla comunità, sulle politiche per lo sviluppo locale, sulla prospettiva di nuove produzioni e consumi, sulle “buone pratiche che funzionano”.

Di seguito alcuni stralci del Rapporto, rimandando al sito di Sbilanciamoci! (www.sbilanciamoci.org) per le proposte nel dettaglio, relative sia alle entrate che alle uscite, per il 2013. (claudia fanti)

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