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Schiavitù moderna e cambiamenti climatici: l'impegno della città

Schiavitù moderna e cambiamenti climatici: l'impegno della città

Il 21 luglio scorso si è tenuto il Workshop "Schiavitù moderna e cambiamenti climatici: l'impegno della città", organizzato dalla Pontificia Accademia delle Scienze e dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, cui sono stati invitati sindaci delle grandi città del Pianeta, governatori locali e rappresentanti delle Nazioni Unite al fine di condividere le migliori pratiche nel contrastare i cambiamenti climatici e la schiavitù moderna. Di seguito la dichiarazione finale adottata al termine dei lavori diffusa dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali.


Noi sottoscritti, rappresentanti diverse culture e condizioni sociali, rispecchiando il comune anelito dell’umanità verso la pace, la felicità, la prosperità, la giustizia e la sostenibilità ambientale, ci siamo riuniti presso le Pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze Sociali per affrontare due emergenze drammatiche interconnesse: i cambiamenti climatici indotti dall’uomo, e l’emarginazione sociale in termini di povertà estrema, schiavitù moderna e tratta di esseri umani. Sulla base di quanto affermato nell’Enciclica Laudato si’, abbiamo tenuto conto delle inconfutabili prove scientifiche riguardanti il cambiamento climatico indotto dall’uomo, la perdita di biodiversità, e le vulnerabilità dei più poveri di fronte ai disastri economici, sociali e ambientali.

Dinanzi alle emergenze attribuibili ai cambiamenti climatici indotti dall’uomo, all’esclusione sociale e alla povertà estrema, uniti dichiariamo quanto segue.

I cambiamenti climatici indotti dall’uomo sono una realtà scientifica, e il loro contenimento decisivo è un imperativo morale per l’umanità.

In quest’ambito morale fondamentale le città svolgono un ruolo chiave. Ciascuna delle nostre tradizioni culturali afferma la dignità intrinseca a ogni individuo, legata al bene comune di tutta l’umanità. Esse sottolineano la bellezza, la meraviglia, e la bontà intrinseca del mondo naturale, riconoscendo il prezioso dono che esso costituisce e che viene affidato alle nostre cure, traducendo in imperativo morale il rispetto e non la devastazione del giardino della nostra “casa comune”.

I poveri e gli esclusi, nonostante incidano minimamente sul clima, sono i più esposti alle terribili minacce derivanti dalle perturbazioni del clima indotte dall’uomo come siccità sempre più frequenti, tempeste più distruttive, ondate di calore e l’inesorabile innalzamento del livello del mare.

Oggi l’umanità ha alla sua portata le conoscenze tecnologiche e i mezzi finanziari per invertire tali cambiamenti climatici di origine antropica, ponendo fine, allo stesso tempo, alla povertà estrema, attraverso soluzioni di sviluppo sostenibile tra cui l’adozione di sistemi energetici a bassa emissione di CO2, e con il supporto delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Il finanziamento delle iniziative a favore dello sviluppo sostenibile, incluso il contenimento decisivo dei cambiamenti climatici indotti dall’uomo, dovrebbe essere rafforzato tramite ulteriori incentivi per la transizione verso produzioni di energia rinnovabile e con basse emissioni di CO2, e attraverso la ricerca incessante della pace, che consentirà inoltre una redistribuzione della spesa pubblica dalle spese militari in favore di investimenti urgenti per lo sviluppo sostenibile.

Il mondo dovrebbe prendere atto che il vertice sul clima che si terrà a Parigi a fine anno (COP21) potrebbe essere l’ultima effettiva possibilità di negoziare accordi che possano mantenere il riscaldamento globale indotto dall’uomo al di sotto dei 2°C, e dovrebbe puntare a rimanere per precauzione ben al di sotto dei 2°C. Eppure, la traiettoria percorsa finora potrebbe far raggiungere o superare, con conseguenze devastanti, i 4°C.

I leader politici di tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite hanno una particolare responsabilità nel concordare presso COP21 un ambizioso accordo sul clima, che limiti il riscaldamento globale a un livello sicuro per tutta l’umanità, proteggendo i poveri e i vulnerabili dal pericolo mortale costituito dai cambiamenti climatici in atto. I paesi ad alto reddito dovrebbero contribuire a finanziare le spese volte alla mitigazione dei cambiamenti climatici nei paesi a basso reddito, come hanno promesso di fare.

La mitigazione dei cambiamenti climatici richiederà un rapido transito verso un mondo alimentato da energie rinnovabili e con basse emissioni di CO2, nonché una gestione sostenibile degli ecosistemi. Queste trasformazioni dovranno essere effettuate nell’ambito di Obiettivi di Sviluppo Sostenibile globalmente condivisi, di pari passo con la lotta alla povertà estrema, l’accesso universale garantito all’assistenza sanitaria, l’istruzione di qualità, l’acqua potabile e l’energia sostenibile, cooperando nel contempo per porre fine alla tratta di esseri umani e ogni altra forma di schiavitù moderna.

Come Sindaci ci impegniamo a favorire, nelle nostre città e negli insediamenti urbani, l’emancipazione dei poveri e di coloro che versano in condizioni di vulnerabilità, riducendone l’esposizione a eventi estremi e catastrofi derivanti da profonde alterazioni di natura ambientale, economica o sociale, che creano terreno fertile per la tratta di esseri umani e le migrazioni forzate.

Allo stesso tempo, ci impegniamo a porre fine agli abusi, allo sfruttamento, alla tratta delle persone e ogni forma di schiavitù moderna. Questi crimini contro l’umanità includono anche il lavoro forzato, la prostituzione, il traffico di organi e la servitù domestica. Ci impegniamo altresì a sviluppare programmi di reinsediamento e integrazione sociale a livello nazionale, al fine di evitare il rimpatrio forzato delle vittime della tratta (cfr la revisione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU, n. 16.2, effettuata dalla PASS).

Vogliamo che le nostre città e insediamenti urbani diventino sempre più socialmente inclusivi, sicuri, flessibili e sostenibili (cfr Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU, n. 11).

Tutti i settori e le parti interessate devono fare la loro parte e noi ci impegniamo pienamente in questo senso, come Sindaci e come persone.

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