
La Chiesa italiana chieda perdono per il colonialismo in Africa. Un editoriale di Nigrizia
L'editoriale del numero di marzo 2018 del mensile dei missionari comboniani Nigrizia è dedicato alle scuse che dovrebbe porgere la Chiesa cattolica per la complicità con il regime fascista in Etiopia durante l'occupazione. Si intitola: Etiopia 1936-1941. La Chiesa fu complice. Chieda perdono.
«Negli anni bui del fascismo la Chiesa cattolica italiana si rese complice della conquista militare e del dominio coloniale dell’Etiopia (1936-1941). In generale, vescovi, clero, intellettuali e dirigenti cattolici applaudirono alla “missione civilizzatrice” che ispirò l’impresa coloniale. Mussolini inviò mezzo milione di soldati nel Corno d’Africa ad aggredire l’impero etiopico. Per reprimere la resistenza degli etiopici, le truppe italiane arrivarono a impiegare anche iprite e gas asfissianti. L’avventura coloniale si chiuse con la sconfitta ad opera della Gran Bretagna; ebbe gravosi costi economici e un elevato prezzo di vite umane: 50 mila morti».
«Al di là della testimonianza di missionari e missionarie, esemplari per il loro servizio alla popolazione, non si può negare che la Chiesa italiana abbia legittimato l’aggressione militare ai danni del popolo etiopico. Non spetta a noi giudicare chi allora ne fu coinvolto, ma è nostro dovere ammettere che la nostra Chiesa ha aderito a una ideologia aberrante che nulla ha a che vedere con i valori del vangelo di Gesù, della nonviolenza e dell’amore fraterno».
«Nel 2008 la Chiesa Battista della Gran Bretagna ha presentato un atto di scuse alla Chiesa Battista dei Caraibi per aver sostenuto a suo tempo la tratta transatlantica degli schiavi africani condotti nelle colonie britanniche. Il gesto ha rinsaldato i legami di fraternità tra le due Chiese. Sarebbe importante e doveroso che anche la Chiesa italiana, con umiltà e coraggio, riconoscesse la propria complicità nella impresa coloniale e ne chiedesse perdono alla Chiesa ortodossa dell’Etiopia. Un tale atto sarebbe di grande aiuto nel cammino di riconciliazione tra la nostra e la Chiesa ortodossa dell’Etiopia, con ricadute positive anche sulla popolazione di quella nazione».
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