
Su "Rocca" una bocciatura del "contratto" di governo
È una bocciatura quella che emerge dall’analisi del “contratto di governo” fatta da Roberta Carlini su Rocca (1 giugno). La giornalista prende le mosse da una critica stessa dello strumento “contrattuale”, che prende il posto dei programmi e delle formule democratiche tradizionali. Poi evidenzia come i principi della destra leghista abbiano avuto decisamente la meglio sulla confusa ideologia pentastellata: Non perché i Cinque Stelle abbiano dovuto rinunciare alla loro bandiera, il reddito di cittadinanza, considerata una misura sociale e dunque in grado di intercettare il disagio e il consenso della parte precarizzata e martoriata della popolazione. Il fatto è che l’hanno dovuto dettagliare, un po’di più di quanto non fosse stato fatto in campagna elettorale». E precisa: «quel che davvero differenzia il reddito di Di Maio-Salvini dal Rei è la nazionalità dei destinatari: solo «cittadini italiani», è scritto nel programma, laddove del Rei beneficiano anche gli stranieri lungo soggiornanti. Ma non è detto che l’esclusione di persone che lavorano e pagano le tasse nel nostro Paese regga a una verifica di costituzionalità». Infine, si concentra in un’analisi dettagliata dell’iniquità della proposta di flat tax e sulle misure per combattere la presunta “minaccia dei clandestini”. «La paura, per quanto giustificata, si fa rabbia e la rabbia cerca un obiettivo contro il quale sfogarsi. È una società triste, incattivita e cupa quella che traspare dal contratto che una quindicina di uomini (c’era una sola donna al tavolo) ha scritto in stanze segrete, e che si avvia a diventare programma di governo. L’unica speranza è che tutto esca alla luce del sole, e questa aiuti tutti a vedere meglio e anche a preparare una visione diversa di futuro».
foto di Simone Ramella, tratta da Flickr, licenza
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