
Il prete e la politica
Non è raro dover leggere, come commento alle mie critiche, il richiamo al dovere, per un prete, di star lontano dalla politica. Capita, per fortuna non molto spesso, ma capita, soprattutto quando la critica è rivolta al nuovo intoccabile e sempre da riverire “Tabù”: Il M5S Salvini concubinante!
In genere non rispondo, perché mi rendo conto che per certe persone le parole, se non consonano con le loro fissazioni o con le loro fobie, scivolano come acqua su pietra. Inutile qualsiasi confronto!
Oggi ho voluto derogare a questa mia consuetudine e ad una signora che mi invitava a star lontano dalla politica e a “pensare alle anime” ho risposto testualmente:
«Cara N. N., che il prete non debba interessarsi di politica è un vecchio chiodo fisso (arruginito) del fascismo. La politica intesa come cosa pubblica che interessa e condiziona la vita reale della gente non può non essere oggetto di attenzione e di cura e di critica del prete! La "spiritualità" disincarnata e separata dal "sociale" non ha niente a che fare con il vangelo e con la fede di coloro che al Vangelo si rifanno! Se Gesù avesse pensato solo "alle anime" (come da certe parti si vorrebbe) non sarebbe morto ucciso su una croce ma sarebbe morto di vecchiaia nel suo giaciglio (ammesso che ne avesse avuto uno...)».
Non so se ne sia valsa la pena. Attendo risposta.
Aldo
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