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A Torino, diocesi disponibile ad accogliere i migranti della Sea Watch. E Salvini attacca il vescovo

A Torino, diocesi disponibile ad accogliere i migranti della Sea Watch. E Salvini attacca il vescovo

La diocesi di Torino è disposta ad accogliere gli oltre 40 migranti a bordo della Sea Watch, bloccati da due settimane a largo di Lampedusa. Lo ha detto il 23 giugno l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, durante l’omelia (qui il testo integrale pubblicato dal diocesano La Voce e il Tempo) pronunciata in cattedrale per la festa del patrono San Giovanni Battista.

Con riferimento alla crisi del settore industriale della sua regione, l’arcivescovo ha sottolineato «che al declino economico e produttivo si è aggiunto e sovrapposto un declino sociale». Stiamo infatti diventando tutti «poveri di umanità e di valori etici e civili, poveri di disponibilità all’accoglienza, ma anche poveri di opportunità per migliorare le nostre condizioni di esistenza».

La povertà diffusa in città, aggiunge poi, ci inquieta, perché «mette a nudo le nostre contraddizioni e fa emergere tutte le nostre fragilità nascoste», ma questa povertà non può essere nascosta come polvere sotto il tappeto. Quando si parla di poveri, disabili, non autosufficienti, senza dimora, donne sole, ex carcerati, secondo Nosiglia, la parola d’ordine deve essere «proteggere», «verbo che rimanda al tema della giustizia» e che impone la tutela dei più fragili, soprattutto in merito alla salute, alla casa e al lavoro.

«Desidero esprimere la mia solidarietà a quanti in Italia e anche nella nostra città stanno dimostrando pacificamente per richiamare l’attenzione sulla situazione di grave e ingiusta sofferenza in cui si trovano 43 persone sulla nave Sea Watch al largo di Lampedusa», ha poi dichiarato Nosiglia a fine messa, aggiungendo: «Come ha sempre fatto anche in altre circostanze analoghe, la Chiesa di Torino è disponibile ad accogliere senza oneri per lo Stato questi fratelli e sorelle al più presto, se questo può servire a risolvere il problema».

Il giorno dopo la festa patronale, l’arcivescovo è tornato a parlare della disponibilità offerta dalla diocesi ai profughi della Sea Watch in un’intervista a Vatican News: «È difficile non rimanere esterrefatti di fronte alla condizione di queste persone», ha detto. «Sono 43 persone che da diversi giorni sono lì, e non sanno bene che fine faranno. È quindi un discorso di umanità, al di là delle possibili discussioni politiche. La persona va messa al centro della nostra attenzione e del nostro impegno. Sono figli di Dio, fratelli della nostra stessa sorte umana». Nosiglia ha poi sottolineato l’entusiasmo dei fedeli di fronte alla sua proposta di accoglienza e la solidarietà ricevuta dagli altri vescovi piemontesi. «Questa è la città dei "santi sociali": il Cottolengo, Don Bosco e tanti altri che hanno insegnato cosa significano fraternità, disponibilità, amicizia e incontro».

Alla mano tesa dell’arcivescovo di Torino ha replicato, con i toni ai quali ormai ci ha abituato, il ministro dell’Interno Matteo Salvini, in un post su Facebook: «Caro Vescovo, penso che Lei potrà destinare i soldi della Diocesi per aiutare 43 Italiani in difficoltà. Per chi non rispetta la legge i nostri porti sono chiusi».

L’attacco del vicepremier non è piaciuto ad alcune realtà cattoliche torinesi – Azione Cattolica Torino, Acli Provinciali di Torino, Movimento dei Focolari, Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani, Meic, Centro Studi Bruno Longo, GiOC-Gioventù Operaia Cristiana, Abitare la Terra, CISV, Fraternità Evangelii Gaudium – le quali, in una nota, hanno espresso «solidarietà, vicinanza e sostegno» al loro arcivescovo. La Chiesa torinese «è da sempre impegnata in progetti seri e concreti di accoglienza e sostegno a rifugiati e migranti, oltre che in azioni di contrasto alla povertà in tutte le sue forme». Per questo le associazioni ritengono l’attacco di Salvini «gravemente inopportuno e scorretto» e, in quantro cristiane, rigettano «con forza una distinzione tra italiani e stranieri quando si tratta di aiuto alle persone in situazione di fragilità». La nota si chiude con l’auspicio «che si provveda al più presto a consentire lo sbarco di queste persone e a dare loro accoglienza».

Foto di Sinn Féin, tratta da Flickr. Immagine originale e licenza. L'immagine è stata ritagliata

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